UN PROGETTO DI
4 Maggio 2025
11:00

Perché ho scelto di adottare un meticcio e come ha cambiato la mia vita

Ho scelto di vivere con un meticcio perché sono tanti i cani senza pedigree che vengono confinati in canile e perché ritengo che un essere vivente non debba essere comprato. Non è un giudizio nei confronti di chi acquista un animale di razza ma un invito a svuotare strutture in cui ci sono soggetti equilibrati e in attesa di una famiglia destinati, ancora troppo spesso, a un 'fine pena mai'

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Frisk da cucciolo

Era un settembre caldo a Genova, con i raggi di sole che bollenti ancora si insinuavano nei Caruggi. Sulla Collina dove è nata ‘La Superba', a Santa Maria di Castello, sedevo sui gradoni della chiesa e aspettavo emozionata di varcare per la prima volta la porta della casa che avevo acquistato e di farlo insieme a quello che sarebbe diventato il mio compagno di vita a quattro zampe: un cucciolo siciliano che era appena arrivato nel capoluogo ligure.

E' cominciata così la mia nuova vita, quella che per me ha avuto inizio nel 2015 con l'arrivo di Frisk, un meticcio che oggi ha quasi dieci anni: nel momento in cui abbiamo insieme oltrepassato la soglia della nostra ‘tana', un luogo che per gran parte della sua esistenza è stato il posto in cui ci siamo conosciuti e abbiamo condiviso gioie e dolori.

Ma perché è arrivato Frisk nella mia vita e non un altro cane, magari di razza?

Perché ho scelto di adottare un meticcio e come ha cambiato la mia vita

Meticcio o di razza, è bene dirlo, se davvero si entra in relazione con un cane la prospettiva con cui si guarda al mondo cambia completamente. E questo non perché la relazione si basa solo su un ‘amore' incondizionato ma invece perché se davvero ci si mette in ascolto del proprio compagno a quattro zampe si affronteranno anche alcuni aspetti che sono decisamente ‘sfidanti'. Un cane, infatti, ci mette di fronte anche ai nostri ‘errori' in modo non avversativo, a differenza di molte relazioni umane, ma mettendoci in discussione attraverso la delega di responsabilità che ci consegna relativamente al suo benessere che non è solo un appagamento dei bisogni fisici ma, anche e soprattutto, di quelli emotivi.

E un meticcio, da questo punto di vista, diventa un soggetto le cui motivazioni vanno ricercate attraverso una conoscenza profonda che avviene solo nel momento in cui ci si sceglie reciprocamente e che riguardano sicuramente solo quel singolo individuo, a differenza di un soggetto di razza le cui vocazioni possono essere in parte riconosciute attraverso la conoscenza delle caratteristiche genetiche. Detto ciò, però, non smetterò mai di sottolineare che ogni cane è un individuo a sé e che la personalità si forma anche in base al contesto, alle esperienze e appunto alla relazione con l'umano di riferimento.

Ecco, la scelta di un compagno a quattro zampe dovrebbe essere sempre basata su una decisione presa con consapevolezza e profondo senso di responsabilità e i passaggi fondamentali per me sono stati prima di tutto la valutazione del tempo che avevo da dedicare a un altro individuo per consentirgli una vita realmente appagante e poi nel voler comprendere una specie diversa, rapportandomi al ‘cane della mia vita' nel segno del rispetto reciproco.

Questa riflessione iniziale mi ha portato dunque a interrogarmi su un aspetto per me importante, tanto quanto può essere invece per qualcun altro scegliere di prendere un cucciolo da un allevamento. Ma ognuno ragiona in base alle proprie istanze e conoscenze e per me è stato fondamentale comprendere che i meticci sono ‘i primi cani' cui fare riferimento, ovvero che la questione della genealogia è qualcosa che noi umani abbiamo costruito e portato avanti nel tempo a fronte di tantissimi animali che invece rischiano di finire la loro vita in canile.

Ogni anno migliaia di individui entrano nelle strutture italiane e si tratta tanto di meticci quanto di cani di razza, bisogna dirlo. Gli uni e gli altri sono ‘residui‘, oggetti da abbandonare, figli  di cucciolate indesiderate e comunque di scelte umane sbagliate, fondamentalmente. La maggior parte degli ingressi riguarda però i "cani di nessuno", ovvero animali senza pedigree che vengono prelevati dai territori e condannati a quello che spesso abbiamo definito un "fine pena mai". Sono cani invisibili per molti, anzi ancora percepiti come soggetti difficili perché "se no non stavano in canile" o – per chi sceglie di comprare sulla scia di mode del momento – una sorta di "animali di serie b".

E anche chi fa una scelta consapevole sul prendere un cane di razza vive questa decisione come una sorta di ‘garanzia' che poi il nuovo membro della famiglia solo per questo motivo sarà "perfetto". Si crede così che conoscere le caratteristiche aiuti a prevedere i comportamenti e il carattere. Come accennavo, non c'è un giudizio da parte mia ma solo e soltanto se questa scelta è fatta con cognizione di causa, perché il dato di fatto è che l’animale ancora troppo spesso è visto come un prodotto: un oggetto che si sceglie per estetica, taglia e status symbol.

I canili, così, rimangono luoghi di attesa in cui ancora non si è arrivati a strutture veramente create per il benessere psicofisico dei cani: sono troppi i "lager" in cui vengono stipati – lontano dalla vista dei cittadini – quelli che dovrebbero essere sempre considerati "i migliori amici dell'uomo". Adottare un meticcio, così, da un rifugio o da un canile significa non solo dare una famiglia a un essere vivente, ma anche scegliere un’alternativa concreta a un mercato che troppo spesso specula su cuccioli allevati senza criteri etici. I meticci, in questo senso, rappresentano la più potente forma di resistenza a questa logica: sono unici e irripetibili.

Vivere con un meticcio è, in fondo, un'avventura. È scoperta continua, è crescita condivisa, è stupore davanti alla complessità dell’individuo che ti trovi accanto. Perché ogni cane, razza o non razza, ha la sua personalità – ma i meticci, così ricchi di incroci, portano in sé un patrimonio unico di esperienze e sorprese. Non puoi sapere tutto in anticipo, è vero. Ma forse è proprio questo il bello: lasciarsi davvero coinvolgere e aprirsi allo scambio.

Chi sono i meticci?

"Uno, nessuno e centomila". Parafrasando il titolo del romanzo di Pirandello se non si comprende che ogni cane è un individuo a sè allora ogni meticcio sarà un numero tra tanti animali della stessa specie mentre la bellezza del ‘cane dei cani' sta proprio nel non rendere di tutta un'erba un fascio e riconoscere che per ogni soggetto vi può essere un incrocio di razze che presentano caratteristiche differenti, il ché lo rende assolutamente unico. Per imparare a conoscere un meticcio, dunque, ci si deve addentrare nel mondo della variabilità e della diversità, scoprendo un universo che ci arricchisce immensamente.

Su Kodami abbiamo realizzato una puntata della nostra serie "Che razza di Storia" dedicata proprio ai meticci e questo video ne racconta anche la genesi che, in fondo, altro non è che la storia anche di tutti i cani di razza che derivano da individui che esistono da molto prima che l'uomo si inventasse i pedegree.

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Come spiega l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio nel video, in conclusione "il meticcio, che non appartiene a nessuna razza nello specifico, è un miscuglio irripetibile di tutte queste motivazioni: vivere con lui è una scoperta continua, un viaggio meraviglioso che, fidatevi, vi arricchirà molto più di quello che potete immaginare. Anche perché un altro cane con la stessa personalità e lo stesso mix di motivazioni non lo troverete da nessun'altra parte sulla faccia della Terra. Il vostro meticcio è unico, ma per davvero, e sarà vostro amico per sempre".

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