
Il legame tra cani e bambini è un delicato rapporto che spesso è caratterizzato da una relazione pura di affetto e coccole ma che dipende tantissimo da come il piccolo umano è stato educato al rispetto nei confronti del quattro zampe all'interno della sistemica familiare. Troppi, infatti, sono i casi in cui il contatto scorretto, fatto tipicamente di un'imposizione fisica ai danni del cane, sono esitati in orribili tragedie.
Partiamo da questa doverosa premessa per analizzare appunto come si esplicita la motivazione protettiva che molti cani hanno nei confronti dei più piccoli che, tendenzialmente, non appartiene solo a delle razze in particolare ma che può essere appunto riscontrata in soggetti che hanno come caratteristica la propensione alla protezione dei loro umani di riferimento o dello spazio in generale in cui vivono e dunque di coloro che ne fanno parte. Da questo punto di vista si devono considerare anche dei comportamenti non solo strettamente protettivi ma anche legati alla motivazione affiliativa, ovvero il desiderio e il bisogno di appartenere a un gruppo ristretto che per i cani che vivono nelle nostre case è rappresentato dalla famiglia, e a quelle epimeletica e et epimeletica, ovvero il prestare cure e riceverle.
Il legame tra cane e bambino non nasce comunque in base a una predisposizione genetica "di default" che hanno tutti i quattro zampe ma è dovuto a una relazione unica tra quel cane e quel bambino che scaturisce da un insieme di elementi che riguardano il contesto, la relazione con gli adulti, le motivazioni di razza e l'esperienza.
Come ha scritto l'istruttrice cinofila Martina Campanile su Kodami "le interazioni tra cani e bambini vanno sempre monitorate perché, semplicemente, ogni soggetto agirà secondo le attitudini legate alla propria specie-specificità e in base al contesto in cui si vive. Sta a chi ha il ruolo di educare, nel senso di rendere edotti i più piccoli e il cane, dare le giuste indicazioni e evitare che i bimbi inconsapevolmente interagiscano con i loro compagni canini in modo scorretto. Anche al cane va insegnato che in una sistemica familiare ognuno ha il suo ruolo, lui compreso. In fondo la regola numero 1 per tutti è: rispetto".
Da cosa deriva il comportamento protettivo dei cani verso i bambini
Il legame tra essere umano e cane ha origini antichissime, si stima ad oggi che sia iniziato 30-40 mila anni fa. E' nella storia di questa co evoluzione che vanno ricercate anche le basi del comportamento canino nei confronti dei più piccoli, andando a cercare studi scientifici che hanno avvalorato diverse ipotesi e affrontato il tema da diversi punti di vista.
In "Dog Behaviour, Evolution, and Cognition", un libro del 2014 a firma dell'etologo Ádám Miklósi, si parte proprio dalle origini della specie Canis Lupus Familiaris per analizzare la tendenza di questi animali ad assumere in generale un comportamento protettivo nei confronti dei membri del proprio branco e in particolare dei più piccoli. L'esperto spiega tra le altre cose che il riferimento ancestrale è il comportamento dei lupi che proteggono i loro cuccioli e i soggetti più deboli che fanno parte del branco in funzione della continuazione della specie e della tutela dei membri della famiglia. Nel quarto capitolo, poi, l'etologo approfondisce ulteriormente il ruolo dei cani negli ambienti antropici, ovvero analizza i comportamenti di Fido all'interno della famiglia e della società umana, mettendo in evidenza diversi aspetti della relazione di affiliazione del cane nei confronti della famiglia e appunto la sua tendenza ad affiliarsi e proteggere i bambini.
Miklósi è anche colui che insieme a József Topál, altro "padre dell'etologia canina", ha firmato uno studio che risale al 1998 molto noto per l'utilizzo dello "strange situation test". Pubblicata sul Journal of Comparative Psychology, la ricerca mette in evidenza che "la relazione di un cane con gli esseri umani è analoga al comportamento di attaccamento bambino-genitore e scimpanzé-uomo, poiché i fenomeni comportamentali osservati e la classificazione sono simili a quelli descritti nelle interazioni madre-bambino". Nei test a cui sono stati sottoposti i cani insieme alle loro persone di riferimento, emerse che gli animali mettevano in atto comportamenti volti a ricercare sicurezza e ricevere protezione simili a quelli che i piccoli umani fanno nei confronti dei genitori/care giver, andando così a sottolineare quel legame affettivo interspecifico unico che si crea tra la nostra specie e quella canina e che ha poi riflessi nelle relazioni anche con i bambini.
Altra firma importante dell'etologia canina che ha trattato il tema è Brian Hare, professore di antropologia evolutiva alla Duke University e fondatore del Duke Canine Cognition Center. Nel libro "I cani geniali" Hare mette in evidenza quella che definisce "una straordinaria capacità dei cani di leggere la vulnerabilità umana e rispondervi in modo cooperativo”. Questa modalità di contatto empatico ed emotivo interspecifico li rende così più propensi a comprendere e ad attivarsi di fronte a segnali come il pianto o il timore dei bimbi nella scoperta del mondo.
Studi a parte, che sono fondamentali per comprendere quanto la mente del cane sia un mondo che negli ultimi 20, 30 anni è stato finalmente al centro di ricerche e approfondimenti, lo studio della relazione uomo-cane ci insegna che mai bisogna decontestualizzare un soggetto dall'ambiente in cui vive, il rapporto che ha con le sue persone di riferimento e le esperienze che ha fatto soprattutto in termini di socializzazione.
Relativamente alle razze è vero che ci sono componenti genetiche che riguardano le motivazioni ma non bisogna mai prescindere dalla personalità del singolo cane. Pastori e Retriever, ad esempio, sono tipologie che hanno subito una lunga selezione per sviluppare grandi competenze in termini di protezione e affiliazione ma, e può sorprendere, anche i Terrier di Tipo Bull come i Pitbull sono cani che si legano particolarmente ai più piccoli di casa. Questi individui, infatti e a proposito di imprinting genetico, hanno le motivazioni affiliativa e collaborativa che, unite a quella epimeletica li rendono grandi compagni di coccole.
Insomma, tutto dipende da chi è quel cane e da come e quanto è rispettato nella sua famiglia umana e considerato un soggetto pensante e portatore di emozioni, in modo tale da trasferire al cane e ai piccoli di casa le informazioni fondamentali per una convivenza sicura.
6 comportamenti protettivi del cane verso i più piccoli

La comunicazione canina è molto complessa e non si riduce, come tanti pensano, solo nello scodinzolio della codache, per giunta, non significa sempre che "il cane è felice". Attraverso una corretta lettura del linguaggio del corpo e delle vocalizzazioni del cane è possibile proprio interpretare le sue intenzioni quando sta mettendo in atto un comportamento protettivo nei confronti dei bambini di casa. Ma ogni situazione è a sé e ogni cane ha il suo modo poi di interagire nel contesto in cui si trova e a seconda, sempre e lo ribadiamo, della relazione che ha con ogni singolo membro del suo gruppo familiare e delle esperienze che ha fatto.
- Interporsi tra il bambino e "il mondo": Fido si pone fisiscamente davanti al bambino e diventa la sua "sentinella". Si tratta di un comportamento che può sfociare nella possessività, va dunque monitorato e gestito dagli adulti onde evitare che quell'atteggiamento protettivo diventi poi un movente per un'azione aggressiva.
- Vigila e sta accanto al bimbo: Il cane di famiglia non ha un atteggiamento di guardia assertivo ma sceglie come luogo preferito dove porsi quando riposa o in generale dove sistemarsi in casa lo stesso un cui si trova il più piccolo della famiglia. Anche in questo caso è evidente il legame di attaccamento e fondamentale però proprio l'atteggiamento rilassato che aiuterà a comprendere che non si sta rischiando poi di generare una situazione di conflitto se qualcuno "invade" l'area dove si trovano bambino e cane.
- Abbaia e va fisicamente a chiamare qualcuno se succede qualcosa al bambino: Quando un bimbo piange o si trova in una situazione di difficoltà non è raro che il cane di famiglia avverta gli altri componenti che c'è qualcosa che non va. Attraverso l'abbaio o andando proprio a chiamare qualcuno per farlo intervenire, Fido agisce in funzione della protezione nei confronti del bimbo. Non raro, anche, che in queste situazioni il cane si accerti personalmente delle condizioni, andando ad annusare e leccare, ad esempio, il bimbo che è inciampato e si è fatto male.
- Coccole e contatto: In molte famiglie multi specie si vedono cani e bambini dormire insieme nel letto o riposare sul divano. Non c'è nulla di male ma solo e soltanto se, come sottolineato pure negli altri punti, il cane sia abituato a gestire senza conflitto la motivazione possessiva e anche quella territoriale dovute entrambe dalla strettissima prossimità con il piccolo di casa e anche su "risorse" importanti come il divano o il letto.
- Monitora le attività del bambino: Nei cani più maturi o con personalità forte, si possono osservare gesti come “controllare” se il bambino tocca un oggetto pericoloso o se sta giocando in modo troppo energico: intervenendo o mostrando segni di “attenzione”.
- Si adatta alle abitudini del bambino: Può succedere che la routine del cane cambi in base alle abitudini del bimbo. Non che sia la persona di riferimento a fargli modificare i comportamenti ma che proprio Fido decida di seguire il ritmo della vita del più piccolo di casa, dormendo quando anche il bimbo dorme, riposando alle stesse ore e cose simili. E' una manifestazione del legame di attaccamento che ha nei confronti del bambino e quanto ci tiene a essere presente nella sua vita.
Questi esempi sono solo tali e possono essere utili a farsi un'idea di come può essere il rapporto in casa tra il cane e i soggetti di età più piccola del gruppo familiare. Poi il contesto e l'educazione di adulti, bambini e cane sono la chiave per comprendere bene il tipo di relazione che si è effettivamente instaurata.
Quali sono le razze più adatte a convivere con i bambini in casa

Questa è una domanda molto ricercata sui motori di ricerca, soprattutto da chi sta decidendo di far entrare un cane in una famiglia in cui ci sono bimbi piccoli. La risposta migliore, però, è che ci sono tantissimi meticci ben capaci di condividere la vita con i bimbi e che i canili sono strapieni di individui alla ricerca di una famiglia che li accolga. Detto ciò, meticcio o cane di razza che sia, possono influire sulla personalità del cane le motivazioni legate alla selezione o al mix di tipologie dal quale discende il meticcio ma in entrambi i casi nulla varrà come "legge" per tutti se non si considera, come più volte detto, il contesto, l'esperienza e le relazioni che il cane ha formato con gli adulti della famiglia e il singolo bambino.
Come razze generalmente indicate come adatte a vivere con un bimbo, possiamo comunque ipotizzare alcune tipologie che sono state selezionate per la particolare affezione e giocosità che dimostrano e il carattere mediamente mite. Stiamo parlando prima di tutti dei due Retriever per eccellenza, almeno dal punto di vista della notorietà, Golden e Labrador. Poi ci sono alcuni pastori, non tutti, come il Border Collie o l'Australian che hanno entrambi molto alte le motivazioni comunicativa e collaborativa che sono tanto utili per "sopportare" i bimbi più attivi e con cui si crea un rapporto di gioco.

Ancora è facile pensare anche al Cavalier King Charles Spaniel, un cane selezionato proprio per essere umanocentrico e manifestarlo con comportamenti dettati dalla motivazione epimeletica e et epimeletica, ovvero dal desiderio di ricevere cure e prestarle, intese come coccole e grooming.

Chiudiamo questo breve elenco rappresentativo solo di alcune razze con un altro suggerimento dell'istruttrice cinofila Martina Campanile che sempre su Kodami ha ribadito qualcosa di molto importante proprio in relazione alla tipologia dei cani ‘adatti ai bambini': "Nella mente delle persone, soprattutto per la casistica di episodi denunciati, i Terrier di Tipo Bull sono ad esempio cani considerati pericolosi in generale e ancora di più se messi accanto a dei minori. Ma ci sono tantissimi Pitbull o Amstaff che vivono serenamente in compagnia dei loro amici umani più piccoli a cui sono emotivamente legati in un rapporto sano e in cui, sostanzialmente, vi è stata una guida sicura, autorevole e affettuosa da parte degli adulti della famiglia".
Ricordiamo dunque e infine ancora una volta che qualsiasi sia la razza o il mix di razze del nostro cane, per tutti vale la regola fondamentale che le interazioni con i bambini vanno sempre monitorate e i più piccoli educati al rispetto dell'animale.