UN PROGETTO DI
23 Maggio 2025
8:27

Per la prima volta abbiamo incontrato e fotografato un celacanto vivo e vegeto in Indonesia

Per la prima volta nella storia è stato osservato e fotografato un celacanto indonesiano vivo e nel suo habitat naturale. Questi pesci, per anni considerati estinti, sono gli ultimi rappresentanti viventi di un gruppo dotato di pinne carnose sostenute da ossa. La cosa vivente più vicina ai pesci che uscirono per la prima volta dall'acqua milioni di anni fa.

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Il primo celacanto indonesiano vivo mai documentato in natura. Foto di Alexis Chappuis

È il 22 dicembre 1938 quando, in Sudafrica, uno strano pesce blu mai visto prima compare inaspettatamente nelle reti di un pescatore. È lungo più di un metro e ha pinne carnose che sembrano abbozzi di zampe. È un celacanto, un animale che gli scienziati credevano estinto da 65 milioni di anni. Da allora, questa scoperta che fece il giro del mondo e che è passata alla storia solo grazie alla biologa Marjorie Courtenay-Latimer ha cambiato per sempre la nostra idea di "estinzione".

Ma se quello sudafricano o delle Comore, Latimeria chalumnae, è ormai relativamente conosciuto, il suo cugino asiatico – il celacanto indonesiano (Latimeria menadoensis) – è rimasto per anni un vero enigma. Scoperto solo nel 1997 su un banco del pesce in Indonesia, non era mai stato osservato in natura. Fino ad ora. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports racconta infatti un altro evento che possiamo definire storico: il primo avvistamento di un celacanto indonesiano vivo e libero nel suo habitat naturale.

L'incontro con il primo celacanto indonesiano vivo della storia

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Il celacanto è stato incontrato a 144 metri di profondità al largo della provincia di North Maluku, in Indonesia. Foto di Alexis Chappuis

È ottobre 2024 e un team di subacquei si immerge al largo della provincia di North Maluku, in Indonesia. Scendono fino a 144 metri di profondità – una quota limite per l'immersione tecnica umana – e lì, improvvisamente, appare lui: Latimeria menadoensis, un celacanto indonesiano o di Sulawesi vivo e vegeto e lungo 1,1 metri, il primo mai documentato in vita da un essere umano. La sorpresa non è però solo per l'avvistamento in sé, ma anche per le condizioni in cui è avvenuto.

Il celacanto non si trovava nascosto tra le fenditure o all'interno di grotte, come ci si aspettava da una specie considerata molto schiva e notturna. Era invece completamente allo scoperto, con la pinna dorsale eretta, quasi in atteggiamento di allerta o difensivo. Un comportamento mai osservato prima. Il giorno dopo, nello stesso punto, lo stesso individuo – riconoscibile per disegno unico delle sue macchie bianche sul corpo – è stato avvistato e fotografato di nuovo.

Chi è davvero il celacanto?

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I celacanti sono gli ultimi sopravvissuti di un gruppo di pesci antichissimo e che si credeva ormai estinto da milioni di anni

I celacanti sono tra gli ultimi rappresentanti viventi di un'antichissima linea evolutiva: i sarcopterigi, o pesci dalle pinne carnose, che risalgono al periodo Devoniano, circa 420 milioni di anni fa. A differenza della stragrande maggioranza dei pesci che tutti conoscimao, che hanno pinne raggiate, i celacanti hanno pinne robuste, appunto carnose, sostenute da ossa, come le dita di una mano. Un'impostazione anatomica che li rende molto più simili ai tetrapodi – gli animali a quattro zampe, compresi noi – che ai pesci che tutti conosciamo.

Sono dotati di tanti altri tratti anatomici unici, ma è soprattutto la struttura delle pinne di questi ultimi sopravvissuti (due specie di celacanti e sei di dipnoi, i pesci polmonati) a rendere questi animali la cosa vivente più simile e vicina ai pesci che uscirono per la prima volta dall'acqua fino ad arrivare a noi. I celacanti sono inoltre animali longevi, a crescita lentissima, che raggiungono la maturità sessuale tra i 30 e i 50 anni. Le femmine partoriscono pochi piccoli vivi, dopo una gestazione che può durare anche tre anni: una delle più lunghe del regno animale.

Un "fossile vivente" che non è rimasto poi così immobile

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I celacanti vivono in profondità, sono elusivi e purtroppo seriamente minacciati di estinzione. Foto di Alexis Chappuis

Chiamarli "fossili viventi" è suggestivo, ma in parte fuorviante. Nonostante la loro linea evolutiva si sia mantenuta stabile per centinaia di milioni di anni, i celacanti non sono rimasti immobili nel tempo: sono organismi adattati a un ambiente profondo e stabile, con pressioni elevate, poca luce e bassa temperatura. In questi ambienti remoti e poco accessibili hanno trovato il loro rifugio, sfuggendo all'estinzione che ha colpito quasi tutti i loro parenti.

Fino a poco tempo fa, si pensava che i celacanti fossero immuni alla nostra influenza, protetti dal loro habitat inaccessibile in profondità. Ma oggi sappiamo che non è così. Le reti da pesca a strascico, l'inquinamento, l'estrazione mineraria sottomarina e i cambiamenti climatici minacciano queste specie, considerate entrambe in serio pericolo di estinzione. Questo primo storico solleva però anche un altro allarme: il rischio che ora il celacanto diventi una nuova attrazione turistica.

Un incontro che cambia la storia, ma che rimane segreto

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Per proteggere l’incolumità dell’animale, gli autori hanno tenuto segreto il luogo preciso dell’incontro. Foto di Alexis Chappuis

Un turismo non regolamentato, alimentato dall'idea di vedere da vicino una sorta di "dinosauro vivente", potrebbe danneggiare irrimediabilmente una popolazione che probabilmente conta già pochissimi individui, visto quanto è stato difficile osservarne anche solo uno. Per questo motivo, gli autori dello studio hanno deciso di non rivelare l'esatta località dell'incontro, almeno fino a quando non saranno disponibili studi più approfonditi e misure di protezione adeguate.

Vedere un celacanto vivo e vegeto nuotare in mare non è solo una scoperta scientifica. È come guardare attraverso una finestra aperta su un tempo lontano che non esiste più. Questi animali sono vere e proprie leggende viventi, non solo per i naturalisti e i biologi. Il primo ritrovamento in Sudafrica, la corsa contro il tempo di Courtenay-Latimer per salvare quell'esemplare e ora questo nuovo incontro ci ricordano che, per quanto crediamo di conoscere la vita sul nostro pianeta, c'è ancora spazio per le sorprese più inaspettate.

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