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Questa sera, sabato 16 agosto, si correrà il Palio di Siena 2025, in occasione della Madonna dell'Assunta. Un appuntamento in cui le dieci contrade cittadine si contendono la palma della vittoria durante la carriera – come in gergo viene chiamata la corsa di cavalli – da tempo al centro di numerose polemiche a causa della spettacolarizzazione degli animali e degli incidenti che si sono verificati negli scorsi anni, come quello ai danni dai cavalli Abbasantesa e Antine Day nel 2023.
Sonny Richichi, presidente dell'associazione di tutela animale Italian Horse Protection che da anni chiede la sospensione della manifestazione denuncia a Fanpage.it: "Lo diciamo a chiare lettere: quello che subiscono i cavalli durante tutto il Palio è una tortura protratta nel tempo perché continuano a ricevere spintoni, strattoni in bocca, uso di strumenti coercitivi, frustrate. Oltre al dolore fisico, i cavalli vivono in un clima di ansia perché non comprendono tutto quello che avviene intorno a loro dietro al pretesto della tradizione".
Perché gli animalisti criticano il Palio di Siena: "Percorso pericoloso"
A Siena, il Palio si corre due volte l’anno, il 2 luglio e il 16 agosto, date scelte in onore della Madonna. Con il tempo la manifestazione religiosa è diventata una festa identitaria per i senesi che si riuniscono sotto le insegne delle proprie contrade, cioè dei quartieri d'appartenenza: Pantera, Tartuca, Drago, Bruco, Giraffa, Aquila, Leocorno, Onda, Civetta e Valdimontone.
La location della corsa è sempre quella di Piazza del Campo che per l'occasione viene allestita con un percorso su cui i cavalli, montati dai fantini a cui sono stati casualmente assegnati, devono correre a perdifiato, affrontando anche due curve. Il tutto dura solo pochi minuti, sufficienti a emozionare gli spettatori e fare inorridire coloro che guardano al benessere degli animali.

"I cavalli sono vittime sotto tutti i punti di vista – dice Richichi – dal punto di vista emozionale perché subiscono un forte stress, fino alla vera e propria tortura fisica perché quando vengono tirati dalla bocca dai fantini possiamo vedere le loro espressioni, la posizione delle orecchie, lo sbarramento degli occhi. La mimica facciale sta raccontando il loro dolore, e questa è una tortura che dovrebbe essere maltrattamento in termini di legge, ma non lo è".
Anche la costruzione del percorso fisico all'interno della piazza gremita gioca un ruolo importante: "Un percorso non è sicuro perché hanno messo dei rinforzi o delle barriere attutive nel caso il cavallo vada a schiantarsi. Ci sono due curve a 90° che causano incidenti catastrofici".
Perché il Palio di Siena non è maltrattamento secondo la legge
La legge italiana punisce il maltrattamento secondo l'articolo 544 ter Codice Penale con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 5.000 a 30.000 euro. A pagare è chi "per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche".
Secondo le maggiori associazioni di tutela animale, in questa descrizione rientrerebbe anche il Palio, ma così in realtà non è, perché le feste e rievocazioni storiche in cui vengono usati gli animali non rientrano nella fattispecie di reato.
"Combattiamo contro una legge molto ipocrita – sottolinea Richichi – la politica da un lato cerca di far avanzare l'etica e la morale per alcune forme di maltrattamento che riguardano gli animali d'affezione, ma si dimentica completamente gli altri animali. L'esclusione di pali e feste storiche dall'applicazione contro il maltrattamento è una vergogna".
Ai cavalli piace correre durante il Palio?
Secondo i sostenitori del Palio di Siena e di altre manifestazioni analoghe, ai cavalli non dispiacerebbe correre, poiché è nella loro natura. Una teoria con la quale non concorda il presidente di HPI che gestisce il primo centro di recupero in Italia per equidi maltrattati.
"I cavalli percorrono grandi distanze ogni giorno, ma lo fanno nell'arco delle 24 ore, al pascolo, sono rarissime le occasioni in cui un cavallo si mette a trottare e ancora più rare le fasi di galoppo e sono riconducibili a due particolari circostanze: il gioco tra individui giovani, ma anche in questo caso non è una corsa che arriva prima, oppure la necessità di fuggire da un pericolo. Tolti questi casi, il cavallo si guarda bene dal correre perché per un animale preda come lui si tratta della principale arma di difesa, tende quindi a conservare le energie quando veramente servono".
Nel suo centro di recupero per cavalli, i volontari di HPI lasciano agli ospiti la possibilità di vivere nel modo il più possibile simile alla loro natura: "Vivono in grandi spazi liberi di esprimersi, ed è rarissimo vedere anche solo una fase di corsa durante la giornata".
Quanti incidenti avvengono durante il Palio di Siena
Secondo l'associazione di tutela animale Lav, "dal 1975 a oggi, almeno 43 cavalli sono morti in conseguenza diretta del Palio. Alcuni uccisi sul campo, altri dopo giorni di agonia. Altri ancora scomparsi nel silenzio. A questi si aggiungono decine di infortuni gravi, come quello di Abbasantesa, cavallo della Giraffa, che nel 2023 si è spezzato l’anteriore destro in diretta televisiva. O come Zentile, che ha subito una deungulazione completa, una delle lesioni più dolorose e invalidanti per un equide".
Prima ancora, nel 2018 c'è stato Raol, cavallo di 8 anni morto a seguito di una rovinosa caduta in pista. Le cadute e gli incidenti non sono così rari, e spesso coinvolgono anche le persone: se un cavallo disarciona il suo fantino, ad esempio, ma arriva comunque al traguardo da solo nel gergo del Palio si parla di scossa.
Nel 2023 il fantino della Contrada dell'Oca, Carlo Sanna, è caduto in curva durante la corsa, e il cavallo Zio Frac ha tagliato il traguardo da solo. Una modalità che è stata celebrata dal Comune senese in una nota come "ennesima dimostrazione della forza e della magia di questa Festa che prende vita da uomini, cavalli, passione e fede. E dove il cavallo è il vero unico protagonista perché può vincere anche senza il suo fantino".
Secondo Richichi però si tratta dell'esempio della strumentalizzazione del cavallo: "Il fatto che avvengano incidenti è uno dei fattori chiave di una manifestazione come questa che punta all'esaltazione popolare. Il rischio è insito nella stessa euforia del palio, un circuito regolare darebbe meno foga ai sostenitori di questa manifestazione".