UN PROGETTO DI
23 Luglio 2025
10:56

Orsa JJ4 trasferita in Germania, ma l’esperto avverte: “La convivenza tra orsi e persone in Trentino è un disastro”

L'orsa JJ4, responsabile della morte di Andrea Papi, è stata trasferita in un santuario in Germania. Abbiamo chiesto a Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav, di descrivere qual è ad oggi la situazione in Trentino relativamente alla convivenza con gli orsi e alla gestione di questi grandi carnivori sul territorio da parte di una giunta che ha sempre applicato il pugno di ferro a colpi di abbattimenti.

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Intervista a Massimo Vitturi
Responsabile animali selvatici Lav
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Nel pomeriggio del 5 aprile del 2023 tra i boschi di Caldes Andrea Papi perse la vita per l'aggressione dell'orsa JJ4. Il Trentino finì di nuovo sotto i riflettori della cronaca e l'animale fu ricercato come uno spietato killer prima da rinchiudere e con l'intenzione di abbatterlo. JJ4 ha passato gli ultimi due anni circa della sua vita chiusa in uno dei recinti del Casteller, un centro per la fauna selvatica che nelle intenzioni di chi lo aveva costruito e per quello che dovrebbe effettivamente essere è un luogo temporaneo per il recupero di animali feriti o in difficoltà. Non certo un posto dove un animale selvatico di quelle dimensioni e con esigenze etologiche peculiari poteva rimanere a lungo ma su cui, comunque, continuava a pendere la condanna a morte della giunta locale.

Qualche giorno fa, però, la notizia: JJ4 è stata trasferita in un santuario in Germania, nella Foresta nera. La fondazione che si occupa della struttura ha assunto tutti gli oneri legati al trasferimento e al mantenimento dell'orsa. Nello stesso luogo ci sono altri due esemplari trentini: Jurka e DJ3.

La Lav sin dal primo momento è stata in prima fila per difendere il diritto alla vita di JJ4, a colpi di pronunce del Tar che è intervenuto diverse volte fermando la richiesta di abbattimento da sempre fortemente voluta da Maurizio Fugatti, governatore del Trentino Alto Adige.

Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lega Anti Vivisezione, ci spiega come stanno ora le cose dal punto di vista dell'associazione animalista, qual è la situazione attuale in Trentino in termini di convivenza tra persone e orsi e quali sono gli scenari futuri.

L’orsa JJ4 è stata trasferita al rifugio Alternative Wolf and Bear Park situato nella foresta nera in Germania. E’ una buona notizia per l’animale?

Sicuramente le condizioni di vita di JJ4 miglioreranno nella nuova destinazione, anche se nessun recinto, per quanto esteso, potrà mai essere considerato simile alla vita in libertà che è stata negata all’orsa.

La storia di questa orsa è legata tragicamente alla morte di una persona. Che cosa rappresenta quanto accaduto dal punto di vista della gestione della convivenza tra selvatici e esseri umani?

Oltre alla tragedia in sé, quanto accaduto ha ulteriormente esacerbato i rapporti tra i cittadini e gli orsi rendendo ancor più difficile l’instaurazione di un rapporto di rispetto nei confronti degli animali. Si tratta quindi di una grave compromissione della realizzazione della convivenza pacifica tra animali selvatici e esseri umani, che peraltro la provincia di Trento non si è mai degnata neppure di tentare di realizzare.

JJ4 era detenuta al Casteller. Che cosa è questa struttura e perché le associazioni animaliste ritengono che non sia un luogo adatto per il benessere degli animali?

Il Casteller è costituito da un recinto con una superficie di quasi un ettaro, suddiviso a sua volta in tre sotto recinti destinati ognuno a un orso diverso. Ogni orso ha quindi a disposizione meno di 3.000 mq, praticamente un’area di sgambamento per cani. È evidente perciò che tale struttura è del tutto inadeguata alla detenzione a lungo termine degli orsi, infatti era stata realizzata esclusivamente per la loro detenzione temporanea in caso di necessità di riabilitazione o cure.

Dal vostro punto di vista, qual è la situazione ad ora relativamente alla popolazione degli orsi in Trentino e la convivenza con le persone?

⁠La popolazione di orsi in Trentino è sicuramente una popolazione che dimostra grande vitalità continuando a espandersi ogni anno. C’è però il problema della consanguineità degli individui che derivano tutti da soli due maschi che sono stati a suo tempo introdotti dalla Slovenia assieme a sette femmine. C’è quindi il rischio che in un prossimo futuro si evidenzino tare correlate alla bassa variabilità genica degli individui. La convivenza è un disastro, nel senso che non è mai stata realizzata perché mai nessuna giunta si è voluta far carico di questa parte fondamentale del progetto di reintroduzione, per cui ora la convivenza viene realizzata solo attraverso i decreti di uccisione degli orsi che hanno l’ardire di fare gli orsi nei pressi di insediamenti umani.

In Trentino da anni c’è una giunta che ha notoriamente applicato il pugno di ferro nei confronti dell’orso. Ci può fare un breve riassunto di quali scelte sono state fatte che ritenete scorrette?

Oltre all’uccisione degli orsi, le scelte più gravi e scorrette sono state quelle non fatte, in particolare la realizzazione di un progetto di convivenza fra orsi e cittadini, fondato sulla educazione e la formazione delle persone ai comportamenti e alle attenzioni da usare in un territorio trasformato a seguito della reintroduzione degli orsi. In sostanza, in Trentino è stato reinserito l’orso fisico ma non è stato reinserito l’orso culturale, quello scomparso in concomitanza con la quasi totale estinzione della popolazione di orsi trentina. A maggio 2021 la LAV aveva presentato alla precedente giunta Fugatti, nella persona dell’assessora Zanotelli, un dettagliato progetto per favorire la convivenza e che interessava tutte le fasce della popolazione coinvolgendo anche le scuole. Ma il progetto non è stato neppure preso in considerazione. Se lo avessero fatto possiamo ipotizzare che qualche interazione uomo-orso si sarebbe potuta evitare? Noi siamo convinti di sì.

Ora si aspetta anche il parere della Corte di Giustizia Europea. Per cosa?

La Corte di Giustizia Europea è stata adita dal TAR di Trento che ha sollevato una questione sull’interpretazione data dal Consiglio di Stato alla Direttiva Habitat, in merito al procedimento avviato dalle associazioni per salvare la vita a JJ4. Il CdS ha infatti affermato che nel caso in cui si voglia “rimuovere” un orso dal territorio, in prima istanza deve essere valutata la cattura per captivazione permanente e solo successivamente, dimostrando che non fosse un’alternativa praticabile, si può passare eventualmente all’uccisione. Il TAR contesta questa interpretazione sostenendo che le due misure sono equivalenti, quindi non esiste alcun assoggettamento di una rispetto all’altra.

I genitori di Papi ancora una volta hanno ribadito che non addebitano all’orso la ”responsabilità” ma sottolineato la cattiva gestione della popolazione animale da parte del governo locale. Qual è l’idea che vi siete fatti della percezione della comunità trentina rispetto alla convivenza con l’orso?

⁠Secondo la famiglia Papi la corretta gestione si sarebbe realizzata uccidendo JJ4 prima che potesse uccidere loro figlio. Ma noi sosteniamo che se non fosse stata JJ4 probabilmente l’avrebbe potuto fare un’altra orsa. Sono infatti i comportamenti umani che stimolano le reazioni, anche violente, degli orsi. Il fatto che i cittadini non sappiano come ci si deve comportare per poter prevenire o gestire eventuali incontri con gli orsi, è la dimostrazione del fallimento della politica trentina che non ha mai sviluppato un serio progetto di convivenza e per questo ora parte dei cittadini vive con insofferenza gli orsi e li vorrebbe eliminare dal territorio. Come purtroppo sta già accadendo, testimoniato dai ritrovamenti di orsi morti per cause antropiche, ovvero per bracconaggio.

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