
Non tutti gli orsi del Trentino che finiscono al Centro Faunistico Casteller sono destinati a restarci per un tempo indefinito, lo dimostra la vicenda dell'orsa F3, una delle più vecchie della regione. F3 era stata investita lo scorso 23 agosto nei pressi di Borzago, nel comune di Spiazzo, e dopo un periodo di osservazione nell'area faunistica è tornata in libertà.
Come è stata investita l'orsa F3
L'orsa F3 con i suoi 17 anni e mezzo può essere definita una vera nonna dei boschi. Gli orsi bruni (Ursus arctos) come lei infatti in natura vivono circa 20 anni e un incidente come lo scontro con un'auto ha buone probabilità di risultare fatale.
Per questo c'era grande apprensione quando lo scorso 23 agosto nei pressi di Borzago, nel comune di Spiazzo, F3 è stata investita. Dopo l'animale è stato portato all'interno dell'area faunistica del Casteller, struttura alle porte di Trento costruita per l'accoglienza provvisoria degli orsi, di proprietà dell'amministrazione provinciale.
Qui, l'orsa è stata sottoposta a un periodo di osservazione da parte del veterinario, e dopo aver mostrato un recupero sufficiente è stata liberata in natura. Riportare un animale alla sua selvaticità è sempre una sfida quando trascorre un periodo di tempo vicino agli esseri umani a causa del rischio di abituarsi alla presenza della nostra specie. Nel caso di F3 però il personale del Corpo forestale del Trentino ha evitato ogni contatto diretto, proprio per rendere possibile la reimmissione sul territorio, cosa che è avvenuta lunedì.
L'orsa F3 è tornata in libertà: monitoraggio e radiocollare
Lunedì 6 ottobre F3 è stata liberata nei suoi boschi, ma prima del rilascio è stata dotata di radiocollare per consentirne il monitoraggio e seguire il processo di reinserimento in natura. Come previsto dalle procedure, l’operazione è avvenuta nello stesso territorio in cui era avvenuto il recupero.
Diverso l’esito per uno sciacallo dorato investito nella mattinata del 29 settembre lungo la SS48, nei pressi di Maso Cela (frazione Carano, nel comune di Ville di Fiemme). Nonostante l’intervento tempestivo del veterinario, le gravi condizioni dell’animale hanno reso necessario il ricorso all’eutanasia.