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26 Maggio 2025
18:00

Non mastica eppure mangia 30.000 insetti al giorno: il segreto del formichiere gigante

Ha un muso a forma di tubo, la coda gigante e soprattutto una lingua lunghissima. Il formichiere è un animale dalle caratteristiche uniche, che lo rendono un cacciatore formidabile. Ma com’è fatta la sua testa e perché la lingua è uno strumento infallibile per catturare formiche e termiti?

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Il bizzarro animale mostrato nel video è un formichiere gigante (Myrmecophaga tridactyla), un grande mammifero endemico del Sud America, appartenente all’ordine Pilosa, lo stesso di tamandua e bradipi. A differenza di questi ultimi, però, il formichiere gigante non è una specie arboricola, ma terrestre e, come si evince dal nome, è il membro più grande attualmente vivente dell’intero ordine: i maschi di formichiere gigante possono infatti misurare oltre i 2 metri di lunghezza e pesare anche 50 kg. Questi animali e le specie a loro affini non sono presenti in Italia, fatta eccezione per gli esemplari tenuti in cattività.

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La caratteristica per cui il formichiere è immediatamente riconoscibile è certamente la forma del suo muso allungato, utile per catturare le piccole prede di cui si nutre come termiti e formiche. Il formichiere è infatti un animale insettivoro e la sua anatomia così fuori dal comune è dovuta proprio alla sua dieta.

Una lingua lunga come un bambino di sei anni

Uno degli adattamenti più spettacolari di questo animale è la lingua, che può superare i 60 centimetri. Per capirci: è più lunga di quella di una giraffa e misura quanto l’altezza di un bambino piccolo.

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E non serve solo a colpire lontano: la lingua del formichiere gigante è un vero e proprio strumento di precisione. Può guizzare fuori dalla bocca più di due volte al secondo, entrando in ogni anfratto dei nidi e raccogliendo centinaia di insetti in pochi attimi. Questo grazie a uno strato di saliva appiccicosissima che rende impossibile la fuga.

Nessun dente, niente masticazione: un sistema digestivo unico

Il formichiere non ha denti. E non mastica. La sua bocca è un piccolo foro alla fine del muso, pensato solo per far passare la lingua. Tutta la fase digestiva avviene dopo l’ingestione. Lo stomaco funziona in modo simile al ventriglio degli uccelli: grazie a pieghe interne robuste, riesce a triturare gli insetti ingeriti. E per digerire? Qui entra in gioco un ingrediente davvero particolare: l’acido formico, prodotto dalle stesse formiche come difesa e sfruttato dal formichiere come “succo gastrico naturale”.

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La forma “a imbuto” del muso serve ad alloggiare quella lingua "fuori misura", che tra l’altro ha una particolarità unica tra i mammiferi: non è ancorata al cranio, come avviene nella maggior parte dei mammiferi, ma allo sterno, più precisamente alla parte posteriore dell’osso chiamato manubrio sternale. Questo tipo di ancoraggio permette una maggiore escursione della lingua: l’intero apparato muscolare coinvolto nella protrusione (in particolare il muscolo sternoglossale) può contrarsi con forza e velocità, spingendo la lingua fuori dalla bocca con un’azione a frusta, estremamente rapida e controllata.

Il risultato è una lingua lunga, cilindrica, sottile e flessibile, che può muoversi avanti e indietro oltre due volte al secondo, esplorando gallerie strette, cunicoli e camere profonde all’interno dei nidi di formiche e termiti. La superficie della lingua è ricoperta da papille cornee e saliva viscosa, una combinazione perfetta per intrappolare migliaia di piccoli insetti come una carta moschicida.

Un equilibrio delicato: la sua dieta è la sua forza (e la sua debolezza)

Una delle cose più sorprendenti è il modo in cui si nutre. Non distrugge completamente i formicai: li attacca per pochi minuti, consuma qualche centinaio di insetti, poi passa oltre. In media, ne visita oltre 200 al giorno, per un totale che può superare i 30.000 insetti quotidiani, però non li devasta per due motivi fondamentali:

– evitare l’attacco delle formiche soldato, che potrebbero danneggiare la sua preziosa lingua;
– permettere alle colonie di riprendersi, garantendosi una fonte di cibo futura.

In questo modo, il formichiere svolge anche un ruolo ecologico fondamentale, mantenendo l’equilibrio tra le popolazioni di insetti.

Metabolismo lento e temperatura bassa: la sopravvivenza passa dall'efficienza

Una dieta a basso contenuto calorico ha un impatto su tutto il corpo. La temperatura corporea del formichiere si aggira intorno ai 32°C, tra le più basse tra i mammiferi. Il suo metabolismo lento lo rende un animale energeticamente parsimonioso, ma lo espone anche al rischio di ipotermia. Si difende con comportamenti semplici ma efficaci: cerca l’ombra nelle ore più calde e usa la coda pelosa come coperta nelle notti più fredde. Una strategia tanto semplice quanto funzionale.

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Sembra pacifico, ma non è indifeso

Nonostante l’aspetto tranquillo, il formichiere gigante sa difendersi. Gli artigli anteriori, usati per aprire i nidi, possono diventare armi letali. Se minacciato da un giaguaro o da un puma, può mettersi sulle zampe posteriori, bilanciandosi con la coda, e colpire con forza. Sono documentati attacchi mortali anche contro grandi predatori.

Una madre “con lo zaino”

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Il formichiere è un animale solitario, e gli unici momenti di socialità coincidono con la riproduzione. Dopo la nascita, il piccolo resta aggrappato al dorso della madre per circa un anno, mimetizzandosi perfettamente nel suo mantello. Un’ulteriore forma di protezione evolutiva, tanto semplice quanto geniale.

A rischio per colpa nostra

Oggi il formichiere gigante è classificato come Vulnerabile dall’IUCN. Il suo habitat viene eroso costantemente dalla deforestazione e dall’espansione urbana. Più il suo ambiente si frammenta, meno possibilità ha di trovare cibo o riprodursi. Inoltre, è spesso vittima di incidenti stradali o di bracconaggio, fenomeni che aggravano ulteriormente la sua condizione.

Un equilibrio perfetto, oggi in pericolo

Il formichiere gigante è molto più di una curiosità biologica: è il simbolo di quanto la natura possa spingersi lontano nell’adattamento e nella specializzazione. Ma è anche un campanello d’allarme: un animale così perfettamente adattato a un ambiente specifico diventa estremamente vulnerabile se quell’ambiente viene alterato. Studiare il formichiere significa capire meglio come funziona un ecosistema e quanto sia fragile la rete che lo sostiene. Proteggerlo significa proteggere anche tutto ciò che sta intorno a lui.

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