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15 Ottobre 2025
13:16

“Maltratta il cane ogni giorno legandolo alla finestra”: la verità dietro il video che sta facendo discutere a Napoli

Le immagini di un Volpino sottoposto a un trattamento di cura sul davanzale di una finestra a Napoli stanno scatenando non solo polemiche online ma anche atteggiamenti minacciosi nei confronti della signora con cui vive. La Asl: "Cani in buone condizioni, daremo supporto per le terapie". La presidente di Animal day, associazione che segue il caso, spiega: "Il cane ha un'otite cronica che provoca un dolore acuto e non si lascia manipolare. I maltrattamenti sono altri e non casi come questi che vengono denunciati a colpi di video sui social"

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Immagine
Volpino (foto d’archivio)

Ci sono immagini che disturbano, arrivano diritte alla pancia e fanno male. Se si tratta di animali, poi, è facile che si scateni un putiferio dove la verità non si sa più quale sia o, comunque, pure andando a cercarla non è accettata né in ogni caso condivisibile da chi si sta scatenando astio a colpi non solo di clic e post sul Web ma anche con minacce sotto casa e eventuali risposte a colpi di denunce.

Questa volta il video che sta scuotendo molte anime arriva da Napoli e si vede una signora che tiene legato alla finestra un Volpino, a cui ha stretto il muso con un nastro, che viene sottoposto a un trattamento di cura molto invasivo. Queste immagini, in realtà, non è la prima volta che sono emerse ma ora sono state diffuse dal Parlamentare Francesco Emilio Borrelli e hanno ottenuto molta più visibilità.

Lì dove è bene subito precisare che la signora ha già ricevuto la visita dei veterinari della Asl e anche di diverse volontarie che hanno spiegato come stanno le cose, il punto chiave per analizzare questa situazione sta solo nel ragionare su quello che sta accadendo senza agire di pancia, come purtroppo accade quando viene accesa la miccia online e lasciato il tutto alla libera interpretazione.

Cosa sappiamo sul presunto maltrattamento del Volpino a Napoli: "Cane malato e difficile da gestire"

Cosa sta accadendo in quella casa e a quel cagnolino, e perché la signora lo sottopone alla vista di tutti a quella che sembra una tortura, lo  chiariscono a Kodami diverse persone che hanno incontrato la donna e che a vario titolo fanno parte del mondo dell'animalismo e agiscono in funzione della tutela degli animali.

In particolare se ne è occupata in prima persona Stella Cervasio, ex garante dei diritti degli animali del Comune di Napoli e presidente dell'associazione Animal Day, che si è accertata di come sta il Volpino e anche gli altri due Barboncini che vivono con la donna. "Il cane ha un'otite cronica che provoca un dolore acuto e non si lascia manipolare – spiega Cervasio – E' seguito dai veterinari e la signora si impegna per la sua salute, compatibilmente con la difficoltà che deve affrontare tanto economiche quanto pratiche con un soggetto davvero complicato da gestire a causa del dolore che ha. Si sta facendo aiutare da una volontaria della nostra associazione e ci sono delle difficoltà oggettive, ma giudicarla in base alle apparenze per cercare il maltrattatore ad ogni costo per perseguitarlo non è giusto. Bisognerebbe solo smetterla di non parlarsi direttamente, di rivolgersi ai cosiddetti "influencer degli animali" (Enrico Rizzi, noto "animalista" che usa molto i social per farsi conoscere, ha detto che seguirà il caso di persona ndr). Non hanno fatto una sola cosa che potesse avere una conseguenza fattiva, del resto, per far venire meno i maltrattamenti che hanno denunciato attraverso i social. Bisogna ricordarsi che questi atteggiamenti sommari aiutano a diffondere l'odio e danneggiano persone e soprattutto animali. Se insistete col chiedere di portarli via, i cani andranno in un canile lager. Dove credete che vadano i cani che le Asl (raramente) o le forze dell'ordine tolgono a quelli che accusate senza sapere come stanno davvero le cose?".

Cervasio fa riferimento al fatto che da quando gira il video sotto casa della signora si sono presentate diverse persone a minacciarla, al caos che si è creato in Rete in cui si affollano i commenti giudicanti da parte di chi si è limitato solo a guardare il video e della mancanza, comunque, di cercare di comunicare con la donna in modo concreto – e non a botte di insulti sotto casa e non solo sul Web – per capire davvero cosa sta accadendo e aiutare lei e il cane a trovare una soluzione più consona per riuscire a far sì che la cura vada avanti. "E' evidente che non sia quello il modo giusto per affrontare la malattia del cane ma è proprio questo il punto: se si rimane solo all'apparenza e non si entra nella vita delle persone per capire davvero quando si è di fronte a maltrattamento e quando no, allora si crea solo un clima di odio e intolleranza".

Il senso di quanto sottolinea Cervasio sta nel mettere in evidenza che sicuramente vedere quelle immagini non fa bene a nessuno e che non sia quella l'unica soluzione per risolvere il problema dell'otite ma "da quando sta andando una volontaria della nostra associazione abbiamo il quadro chiaro e non si può configurare una situazione di maltrattamento in questo caso. Bisogna considerare il rapporto tra il cane e la persona e le difficoltà di quest'ultima nel riuscire ad aiutare l'animale, lì dove anche i veterinari hanno accertato che la cura è necessaria e di certo il cane non può essere sottoposto ogni volta ad anestesia", conclude Stella Cervasio.

Anche Luigi Carrozzo, volto storico dell'animalismo in Campania e fondatore del rifugio "L'emozione non ha voce", spiega: "Ho ricevuto non so quante chiamate per questa storia. Mi sono accertato personalmente e non possiamo definirlo maltrattamento. Si tratta di una situazione sicuramente delicata e di certo non è un metodo ortodosso quello della signora per curare il cane, ma proprio per questo ha bisogno di sostegno e aiuto che oltretutto le viene già dato da persone che al posto di parlare sui social o minacciare si sono date fattivamente da fare. La gente non si rende conto di cosa si fa anche negli ambulatori veterinari pur di curare i cani e non è possibile sedarli in certi casi. Smettiamola di fare campagne d'odio e concentriamo le forze per mettere in evidenza invece le falle di un sistema che non tutela chi ha un'animale d'affezione e non ha gli strumenti, etologici e anche economici, per consentire al cane o al gatto le cure necessarie o anche il sostegno adeguato come in casi come questi in cui la signora vive da sola e fa quel che può per curare il suo cane. Quello che si dovrebbe fare, al posto di scandalizzarci online, è andare nei canili dove ci sono box a norma di legge di soli due metri quadri: quello sì che è maltrattamento ma lì poi nessuno dice niente".

In un lungo video postato su Facebook, Ilaria Fagotto, Presidente L.A.I. Lega Antispecista Italiana Guardia Nazionale Odv, ha riportato quanto ha appreso, appunto parlando direttamente con la donna coinvolta: "Ho visto i cani che ha la signora, sono tre: due Barboncini e un Volpino tenuti molto bene. Il Volpino periodicamente soffre di una forma di otite purulenta che può degenerare in setticemia. E' un cane difficile da gestire anche con la museruola da parte dei veterinari e l'unico modo per bloccarlo durante la cura è il laccio che gli ha messo e non può subire anestesie continue, cosa che avverrebbe se si recasse dal medico. E' una donna che vive da sola, di una certa età, ed ogni volta è costretta a fare questo rituale alla finestra per avere maggiore luce e individuare il condotto uditivo per far scendere le gocce che generano poi l'uscita del sangue a causa delle condizioni dell'otite e il farmaco è anche di quel colore".

L'Asl sul posto: "Non c'è maltrattamento, aiuteremo la signora per le cure"

"Il cane oggetto delle segnalazioni viene gestito dalla signora in maniera adeguata non presentando segni riferibili a situazioni di maltrattamento o di gestione non conforme". Inizia così la nota dell'Asl 1 che è intervenuta per la seconda volta a verificare lo stato di salute psicofisica del Volpino e anche degli altri due cani che vivono con la signora. "Da informazioni raccolte il cane è stato oggetto di diagnosi di otite alla quale è seguita la relativa terapia e la remissione della sintomatologia acuta – continua la Asl – Ad oggi il cane necessita di essere trattato con procedimento di detersione e igiene delle orecchie al fine di prevenire la riacutizzazione della patologia".

I veterinari sono entrati nell'abitazione e hanno dunque constatato che "i cani sono liberi di circolare in tutta l’abitazione le cui condizioni igieniche risultano buone. I cani si presentano in buone condizioni generali di salute con acqua limpida e cibo a disposizione, manifestando, inoltre, una buona interazione interspecifica e intraspecifica, esibendo un comportamento particolarmente affettuoso con la proprietaria. Quest’ultima ha dichiarato che al fine di poter praticare l’igiene auricolare indispensabile allo scopo di prevenire riacutizzazione della patologia sopra richiamata, con cadenza mensile, tenuto conto che abita da sola senza la disponibilità di assistenza, procede a contenere con l’ausilio di un laccetto, e per un tempo limitato, il cane oggetto della pratica igienica al fine della realizzazione della stessa in condizioni di sicurezza. Il personale medico veterinario intervenuto ha dato piena disponibilità, in accordo con la Direzione di Area, a fornire l’ausilio necessario a facilitare le operazioni di terapia sopra descritte".

La gogna mediatica e gli interventi necessari: il labile confine che spesso viene superato

Ciò che emerge da questa storia che ancora sta girando e scatenando la furia di tanti è che in realtà tutti noi che ci dicamo "amanti degli animali" dovremmo mettere al centro ogni volta e in primis la relazione che c'è tra un cane e una persona. A volte è malsana e sfocia sicuramente anche nel maltrattamento non solo fisico ma anche psicologico nei confronti degli animali. Ma per questo bisogna "lavorare" su diversi aspetti prima di mobilitare le folle e non informarle correttamente, proprio perché si deve pensare al bene dell'animale e non mettere sulla gogna chiunque, indipendentemente da come stanno realmente le cose.

Sia chiaro: nessuno sta dicendo che quel cane sta bene in una situazione del genere ma c'è chi sta aiutando lui e la sua umana di riferimento. In ogni caso la Asl è intervenuta di nuovo e di nuovo ci sono stati dei veterinari a verificare l'operato della donna e offrendo una soluzione concreta, il supporto per la terapia, che non deve essere necessariamente l'immediato allontanamento del cane. E' sicuramente necessaria, invece, una seria valutazione che può essere fatta anche con una "semplice" soluzione che pare non venga mai in mente a nessuno: l'affiancamento di un esperto del settore, un istruttore cinofilo che possa realmente agire sul sistema famiglia nella sua interezza e valutare il profilo comportamentale del cane, dando strumenti diversi alla signora quando deve sottoporlo allo strazio, perché tale è e nessuno lo nega, della cura delle orecchie.

Ciò che è certo, comunque, è che fuori da quelle mura ci sono abusi sugli animali che di certo non sono esposti alle finestre, dove tutti possono vedere quel che accade: quotidianamente vengono inflitti agli animali violenze di ogni genere su cui tante anime del volontariato serio e responsabile, per fortuna e nonostante la costante assenza delle istituzioni, intervengono fin troppo silenziosamente.

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