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Le piccole isole del sud Italia sono tra gli hotspot più importanti per un gran numero di uccelli migratori che ogni anno sorvolano le nostre coste. Tra i siti più importanti c'è anche la piccola isola vulcanica Vivara, nel golfo di Napoli.
È qui che diverse specie di uccelli si fermano per qualche ora, il tempo utile per rifocillarsi e ritrovare le forze, prima di riprendere il lungo viaggio verso i siti di nidificazione. Per questo l'Università Federico II di Napoli ha deciso di iniziare un progetto di inanellamento a scopo scientifico.
La riserva di Vivara: tappa fondamentale per i lunghi viaggi
Per monitorare gli uccelli che scelgono la piccola Vivara come tappa intermedia delle migrazioni sono riprese in questi giorni, con il cosiddetto passo primaverile, le attività di inanellamento dell’avifauna. Il progetto è frutto di un accordo di collaborazione tra il Dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli Federico II e la Riserva Naturale dello Stato Isola di Vivara, con l’obiettivo di realizzare uno studio sulla fauna selvatica di interesse per la conservazione della biodiversità nell’isola.
Tra le attività previste, l’inanellamento degli uccelli, coordinato da Alessio Usai e Federica di Lauro: catturati con l’ausilio di una rete, senza alcun effetto sulla loro salute, e poi rilasciati con un anello identificativo, gli esemplari restituiscono ai ricercatori informazioni preziose e consentiranno, nel caso di nuove ricatture, di stabilire con ancora maggiore precisione le rotte migratorie.

Nuove sessioni di inanellamento sono in programma per tutto il mese di maggio: le attività diventano parte integrante della visita guidata ambientale, offrendo ai fruitori del percorso un focus aggiuntivo sull’avifauna.
L'esperto: "Momento storico per chi studia le migrazioni dell'avifauna"

"Si tratta di un momento storico, le attività di studio delle migrazioni dell’avifauna, da parte dell’Ateneo, erano ferme da oltre trent’anni e nei primi giorni di attività abbiamo catturato e marcato uccelli stanziali, come occhiocotti e merli, e diversi migratori, dall’averla capirossa al culbianco, dalla balia alla sterpazzola, fino a un bellissimo assiolo, a conferma dell’elevato valore che Vivara continua a rivestire da un punto di vista ecologico per l’avifauna", spiega Domenico Fulgione, che ha coordinato le attività di un progetto la cui responsabile scientifica è Maria Buglione.
Lo scopo è anche quello di comprendere meglio la biodiversità di Vivara, che come tutte le altre piccole isole ha un ecosistema fragile, e per questo ancora più meritevole di attenzione e tutela, come sottolinea Nicola Scotto Di Carlo, coordinatore del comitato di gestione della Riserva: "Le attività di approfondimento dell’avifauna di Vivara rientrano nella piattaforma disciplinare di studio, monitoraggio, tutela e di valorizzazione dell’intero ecosistema Vivara, per le quali il comitato di gestione, d’intesa con la proprietà dell’isola, ha coinvolto direttamente enti di Ricerca e di dipartimenti universitari campani. Tutti i dati prodotti saranno ‘open’, ovvero liberamente disponibili alla comunità scientifica e agli enti pubblici".