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Se nella foto qui sopra vedi una foglia arricciata, allora sei caduto anche tu nell'inganno ottico ordito da una piccola falena. Ma non preoccuparti, sei in buona compagnia: anche l'Intelligenza artificiale non riesce a vedere l'insetto.
Questa immagine prova due cose: la prima è la straordinaria capacità di mimetismo degli animali; l'altra è che l'AI è vittima dei nostri stessi bias.
Perché la foto di una falena ha ingannato l'Intelligenza artificiale
La foto ritrae una falena Eudocima salaminia, un insetto amante degli agrumi che per questo è conosciuto come "falena verde che perfora la frutta". Usa questo stratagemma per nascondersi dai predatori e la sua capacità di mimetizzarsi ha tratto in inganno anche l'Intelligenza artificiale, come emerge da uno studio pubblicato sul Journal of the Royal Society Interface.
Alcuni animali, tra i quali la falena Eudocima salaminia, usano la colorazione del loro corpo per produrre una falsa impressione di profondità allo scopo di migliorare il loro mimetismo, e per gli scienziati proprio in questo meccanismo sta la fallacia dell'Intelligenza artificiale.
I ricercatori hanno chiesto a un'Intelligenza artificiale in grado di riconoscere pattern visivi, di generare immagini 3D di sei specie di falene, tra cui la falena verde che perfora la frutta, basandosi su foto 2D dei loro pattern mimetici. Invece di riprodurre insetti riconoscibili, però, i programmi generano immagini simili a foglie arricciate o corteccia d'albero, dimostrando di essere caduti nella trappola di questi piccoli insettu.
Gli animali utilizzano una falsa colorazione del corpo per produrre un'impressione di profondità che in realtà non c'è. Assolve questa funzione anche la il mix di "colorazione-ombreggiatura", una forma comune di pattern in cui gli animali sono più scuri sulla superficie che riceve più luce. La combinazione di illuminazione dall'alto e ombreggiatura ha l'effetto di ridurre drasticamente il contrasto sul corpo e migliorare la confusione con lo sfondo.
Questa strategia migliora il mimetismo facilitando la corrispondenza dello sfondo. Questo sistema è amplificato attraverso l'imitazione di oggetti di scarso interesse per i predatori, come ad esempio le foglie. E la falena sfrutta proprio questo meccanismo.
I ricercatori: "Questi risultati possono cambiare gli studi sugli animali"
Gli scienziati sperano di testare ulteriormente questa tecnica con diverse luci e sfondi per verificare se la natura è in grado di ingannare l'IA. A questo scopo vogliono includere nella ricerca più specie animali che usano il mimetismo per scopi diversi dall'ingannare i predatori, come la comunicazione di segnali di avvertimento o il corteggiamento con i propri simili.
I risultati possono offrire informazioni anche sul comportamento dei predatori, facili da ingannare quanto il computer. "Come per gli osservatori umani – spiegano i ricercatori – gli algoritmi di stima della profondità monoculare possono essere ingannati da indizi di profondità illusori. Sebbene questi approcci non possano sostituire gli studi comportamentali sugli animali, questa nuova applicazione della visione artificiale al mimetismo animale potrebbe ispirare future ricerche che indaghino su come gli animali elaborano le informazioni visive tridimensionali".