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Svelati vincitori del premio di fotografia naturalistica 2025 della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, il Prix du Photographe Environnemental 2025. Il premio è stato assegnato al fotografo Angel Fitor per lo scatto "Unseen Unsung Heroes", che ha vinto anche nella categoria "Mondi marini".
Il Premio della Fondazione Principe Alberto II di Monaco è stato creato nel 2021, cin il duplice obiettivo di celebrare la bellezza del Pianeta e di evidenziare le sfide ambientali che l'umanità è chiamata affrontare per conservarle. Il Premio si compone di cinque categorie: Meraviglie polari, Nel cuore della foresta, Mondi marini, L'umanità contro la natura, Attori del cambiamento, Portatori di speranza.
Tra le immagini più iconiche del 2025 c'è lo scatto della tigre di Sumatra affamata [foto in copertina] realizzata dalla guardia forestale Bambang Wirawan che si è aggiudicata il premio per gli studenti delle scuole superiori e una borsa di studio del valore di 500 euro. Non è però l'unico scatto incredibile di questa edizione, vediamo i vincitori delle diverse categorie.
I vermi del mare vincono il primo premio

Il premio Environmental Photographer Award 2025 è stato assegnato al fotografo Angel Fitor per "Unseen Unsung Heroes" che ha vinto anche nella categoria Mondi marini. Formatosi in fotografia e biologia marina, lo spagnolo Fitor dedica la sua vita a dare voce agli ecosistemi acquatici. Il suo lavoro è stato riconosciuto nei concorsi fotografici più influenti, tra cui World Press Photo e Wildlife Photographer of the Year.
"Noi fotografi ambientalisti abbiamo un compito semplice ma colossale: tradurre il linguaggio della natura – ha detto Fitor – Il mondo naturale è naturalmente una fonte inesauribile di bellezza e fascino, ma la missione della narrazione visiva va oltre, svelando i fili nascosti che intrecciano le complesse e fragili relazioni che legano la nostra esistenza a quella del pianeta". E sullo scatto vincitore ha dichiarato: "Questa fotografia ritrae l'azione silenziosa di umili creature che, tuttavia, esercitano un'influenza decisiva sull'intero ecosistema marino del Mediterraneo, da cui a nostra volta dipendiamo".
Alla scoperta dell'Artico con le meduse

Nella sezione Meraviglie Polari ha vinto la foto "Meduse e Iceberg" di Galice Hoarau che racconta l'incredibile capacità adattativa della medusa criniera di leone (Cyanea capillata), una delle specie di meduse più grandi conosciute, e il suo areale arriva fino alle fredde acque boreali dell'Artico e dell'Atlantico.
"Durante un'immersione nei pressi di Tasiilaq (Groenlandia orientale), abbiamo avuto la fortuna di scoprire un enorme iceberg incagliato appena fuori dalla costa, che ci ha offerto la rara opportunità di esplorare i suoi dintorni in tutta sicurezza – ha raccontato Hoarau – Il netto contrasto tra il blu intenso dell'acqua e il bianco scintillante del ghiaccio crea uno sfondo ipnotico per la fotografia subacquea. L'autunno nei fiordi della Groenlandia orientale è ricco di vita, in particolare di specie planctoniche che vanno dai minuscoli copepodi alle grandi meduse, come questa medusa criniera di leone con i suoi lunghi tentacoli urticanti che galleggiano elegantemente nell'acqua. Le acque gelide, combinate con la vivace vita marina, hanno creato un'atmosfera magica per le immersioni, rendendo questa esperienza indimenticabile".
Lo scontro tra re del cervo volante

Durante la stagione degli amori, i maschi di cervo volante (Lucanus cervus) ingaggiano combattimenti spettacolari in cui solitamente i più grandi hanno la meglio su quelli più piccoli grazie alle loro imponenti mandibole. proprio questo "Scontro tra re" è valso il primo posto all'italiano Iacopo Nerozzi nella categoria "Cuore della foresta".
"Una vita larvale più lunga e particolari caratteristiche genetiche possono aumentare le dimensioni di alcuni individui, ma tutti i coleotteri saproxilofagi sono minacciati da una cattiva gestione forestale, dall'abbattimento degli alberi e dalla rimozione del legno morto per ‘ripulire' la foresta – fa sapere Nerozzi – Molte specie minacciate, come questa, sono nelle liste rosse delle organizzazioni di conservazione italiane. I due maschi fotografati in un bosco del fiorentino si sono sfidati in un breve duello su un ramo di quercia. Poiché il picco di attività del cervo volante dura solo pochi giorni all'anno, ho dovuto aspettare il momento giusto e dedicarmi all'osservazione per una decina di giorni per catturare questo momento".
Ridurre una tigre a macchina da riproduzione

Un'anziana tigre indocinese (Panthera tigris corbetti) appoggia il suo fragile corpo al muro di cemento del suo recinto in un allevamento di tigri nel nord della Thailandia. Ha vissuto così per più di vent'anni e la sua storia è raccontata dalla foto "Breeding Machine" di Amy Jones che non poteva non aggiudicarsi il primo posto nella categoria "Umanità contro natura".
"Per più di vent'anni è stata rinchiusa in questa gabbia e utilizzata come macchina da riproduzione, dando alla luce cuccioli destinati a varie industrie, dallo sfruttamento turistico delle tigri al commercio illegale di pelli, denti, ossa, artigli e carne – ha spiegato Jones – La tigre, in seguito chiamata Salamas, è stata liberata dall'allevamento insieme ad altri quattordici grandi felini dall'ONG Wildlife Friends Foundation Thailand (WFFT). Nonostante fosse fragile e magra, Salamas è sopravvissuta al viaggio di dodici ore verso la foresta santuario per tigri di sette ettari della Fondazione, dove, per la prima volta in due decenni, ha potuto vagare liberamente e sentire l'erba sotto le zampe e il calore del sole sulla sua pelliccia. Ma Salamas è morta nove mesi dopo essere stata salvata. Si stima che in Thailandia la domanda dell'industria turistica di esperienze con le tigri e di prodotti realizzati con questi animali abbia portato al confinamento di circa 1.700 felini in veri e propri allevamenti. Nel Paese sono rimaste meno di 223 tigri in libertà".
La speranza dopo le fiamme

Questo tapiro (Tapirus terrestris) si chiama Valente, che in portoghese significa "coraggioso". È stato salvato nella regione del Pantanal, in Brasile, con gravi ustioni alle quattro zampe e alle orecchie, incapace di muoversi. Dopo le cure però è tornato a camminare. Lo scatto "After the Flames, Hope" è valso al fotografo Fernando Faciole il Premio del Pubblico.
"È stato salvato dall'équipe del progetto Onçafari che lavora nel Rifugio ecologico del Caiman – spiega Faciole – Dopo aver ricevuto un trattamento intensivo per le sue ferite, l'obiettivo era di rilasciarlo nuovamente in natura. Valente è sopravvissuto a uno dei peggiori incendi mai registrati nel bioma del Pantanal. Nel 2024 erano bruciati più di 2,6 milioni di ettari, pari al 17% del bioma. Secondo uno studio condotto da ArcPlan e sostenuto dal WWF-Brasile, la regione sta subendo una drastica riduzione della sua superficie d'acqua, con immagini satellitari che mostrano una diminuzione dell'82% delle aree che rimangono allagate per sei mesi o più dal 1985.