
Trattenuti per 9 ore sotto al sole senza cibo né acqua dalle Forze dell'Ordine. È la denuncia delle attiviste e degli attivisti del gruppo animalista Galline in Fuga che sabato 28 giugno era in presidio pacifico ad Aborio, nel Vercellese, davanti al cantiere del nuovo maxi allevamento di galline in Pianura Padana.
Per chiedere chiarezza su quanto avvenuto la deputata del Partito Democratico Eleonora Evi vicnda ha presentato un'interrogazione parlamentare, e a Fanpage.it spiega: "È un trattamento degradante su cui deve fare chiarezza il ministro Piantedosi, a capo del Ministro dell'Interno e delle Forze di Polizia. Dobbiamo capire se questo è quello che ci dobbiamo aspettare dall'applicazione del nuovo Decreto Sicurezza".
Cosa è successo agli attivisti in presidio al maxi allevamento di Arborio
Dalle ore 10 di sabato 28 giugno scorso è iniziato il presidio pacifico da parte di 20 attivisti di Galline in Fuga, gruppo antispecista che promuove la parità di trattamento tra tutte le specie animali. Il presidio si è tenuto ad Aborio, nel Vercellese, dove è in costruzione un nuovo maxi allevamento di 275.000 galline ovaiole.
Secondo il racconto fatto dai manifestanti, le Forze dell’ordine sarebbero arrivate sul posto dopo pochi minuti per ritirare i documenti e trattenerli tutti per 9 ore. Gli agenti avrebbero sequestrato anche gli ombrelloni e l’acqua, lasciando gli attivisti senza viveri sotto il sole di una giornata di fine giugno con 35°C. "Una condotta che ha portato una delle attiviste presenti a essere portata in ospedale con l’ambulanza", fanno sapere dal gruppo Galline in Fuga.
Per il resto della giornata le Forze dell'ordine avrebbero minacciato lo sgombero, "bloccando le persone passanti che giungevano per dare acqua e cibo in solidarietà", si legge ancora nel comunicato degli attivisti. Il blocco sarebbe proseguito anche il giorno successivo, nella mattina di domenica 29 giugno: "Hanno presidiato la via di accesso al cantiere, minacciando di sequestro dell'auto chiunque si fosse avvicinato per portare viveri in gesto di solidarietà".
Le manifestanti hanno quindi iniziato uno sciopero della fame, richiedendo agli agenti che fosse chiamato il 118 per la condizione di disidratazione e il caldo che stavano subendo. Nel frattempo hanno anche ripreso alcune delle interazioni con gli agenti presenti sul posto, video che sono stati poi diffusi online. "Dopo aver strappato il telefono dalle mani delle due attiviste rimaste, lasciandole quindi senza possibilità di testimoniare per tutelarsi dai soprusi che comunque stavano avvenendo, hanno ammanettato violentemente le manifestanti per portarle in questura, ferendole. Un’attivista, in forte stato di malessere, è stata lasciata salire in ambulanza solo dopo l’identificazione forzata".
Secondo Galline in Fuga, nei vari atti notificati non ci sarebbe traccia della privazione di viveri, acqua, e ripari dal sole cocente che avevano con loro. Tutte le persone partecipanti a questi due giorni di presidio pacifico davanti al cantiere del maxi-allevamento ora sono libere, ma è stato loro notificato un foglio di via immediato da Vercelli e Arborio della durata di tre anni.
"È vergognoso il dispiegamento di forze che si sta adoperando per impedire a delle attiviste di esporre l’operato dell’azienda Bruzzese e per difendere il nome di un colosso dell’allevamento intensivo", conclude il comunicato.
La vicenda è arrivata all'attenzione della deputata del Partito Democratico Eleonora Evi, la quale si è rivolta con un'interrogazione al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
La deputata Evi: "Trattamento disumano e degradante effetto del Decreto Sicurezza"
L'interrogazione parlamentare depositata da Evi riguarda l'operato degli agenti nei confronti dei manifestanti ad Arborio, come spiega lei stessa: "Se siamo ancora un paese civile e non siamo ormai inesorabilmente trasformati in un regime, perché alle Forze dell'Ordine viene ordinato di lasciare senza cibo, acqua e riparo dal sole degli attivisti che manifestano in maniera pacifica?".
Secondo l'esponente del Pd, il trattamento riservato al gruppo di manifestanti sarebbe stato "disumano e degradante" e per questo chiede di fare chiarezza sulle responsabilità: "Mi auguro si sia trattato solo di una gestione vergognosa e spero si tratti di un caso isolato, altrimenti c'è veramente da preoccuparsi. Nel seppur drammatico e osceno Decreto Sicurezza non abbiamo letto queste ulteriori disposizioni, ma se c'erano sarebbe bene che questo Governo lo chiarisse subito".
Il Decreto Sicurezza, recentemente bocciato in Cassazione, introduce diversi nuovi reati e rende più dure le pene per altri, molte novità riguardano i partecipanti a manifestazioni e proteste, anche pacifiche.
"Il senso del testo è andare a colpire in particolar modo ambientalisti e animalisti – sottolinea Evi – Si sta davvero rivolgendo moltissima attenzione in negativo nei confronti di chi osa criticare il modello industriale dominante: quello energetico, fossile, ma anche quello legato a una agricoltura industriale intensiva. Si cerca l'ennesimo capo dicendo che i manifestanti sono estremisti, violenti e arrivando a descriverli come pericolosissimi eco terroristi, cosa che è ben lontana dalla realtà".