
La tartaruga verde (Chelonia mydas) non è più in pericolo di estinzione. Il suo stato di conservazione è stato riclassificato come “least concern”, cioè "rischio minimo" dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
La modifica di status è stata resa pubblica durante il IUCN World Conservation Congress 2025 in corso Abu Dhabi e segna una nuova pagina per la conservazione di questa specie dei mari tropicali e rara in Italia.
Perché la tartaruga verde non è più in pericolo di estinzione
La tartaruga verde è stata classificata come "a rischio minimo" di estinzione, e non più in pericolo critico, non è quindi più inserita nella Lista Rossa della IUCN, l'ente internazionale che si occupa del monitoraggio delle specie selvatiche.
Questo rettile è presente nelle acque tropicali e subtropicali di tutto il mondo, e occasionalmente è stata avvistata anche in Italia, dove però non è presente in maniera stabile. La sua presenza è aumentata di circa il 28% dagli anni 70, nonostante le persistenti minacce che continuano a colpire alcune sottopopolazioni.
Tra le prime popolazioni a essere state segnalate come a rischio minimo e non più grave c'è stata quella hawaiana, successivamente lo IUCN ha rivisto la valutazione globale della specie dando nuova speranza per la sua conservazione.
Il WWF: "Grande vittoria, ma non abbassiamo la guardia"
In risposta alla riclassificazione delle tartarughe, Christine Madden, responsabile globale della conservazione delle tartarughe marine del WWF, ha dichiarato: "Questa è una grande vittoria per la conservazione delle tartarughe e la prova che un'azione coordinata può invertire la tendenza delle popolazioni a rischio di estinzione. La comunità per la conservazione delle tartarughe e il WWF collaborano da decenni con le attività di pesca per ridurre le catture accidentali di tartarughe adottando pratiche di pesca rispettose delle tartarughe e con le comunità che proteggono e ripristinano le spiagge di nidificazione critiche".
"Si tratta di un traguardo importante a livello globale, ma non è il momento di abbassare la guardia – sottolinea Madden – Gli sforzi di conservazione devono proseguire affinché le popolazioni di tartarughe verdi continuino a prosperare e a riprendersi nelle aree in cui rimangono minacciate dalla cattura accidentale negli attrezzi da pesca, dalla pesca eccessiva e dalla perdita di habitat" .
Chi è la tartaruga verde Chelonia mydas
La tartaruga verde deve il nome non alla colorazione del guscio, ma al grasso interno del corpo che, per via della dieta, assume una tonalità verdognola. Nel corso della sua vita Chelonia mydas compie migrazioni impressionanti, spostandosi tra zone di alimentazione e aree di nidificazione che possono essere distanti migliaia di chilometri. Proprio in queste fasi è stata avvistata anche in Italia, e nel 2024 una provò anche a nidificare sulla costa calabrese.
Come per le Caretta caretta, anche la tartaruga verde depone le uova di notte, dopo aver scavato la sabbia con le pinne posteriori. Da ogni nido emergono decine di piccoli che poi si dirigono verso il mare. Il sesso degli individui è determinato dalla temperatura di incubazione delle uova: condizioni più calde tendono a produrre femmine, condizioni più fresche maschi. E a causa del riscaldamento globale stanno nascendo molte più femmine.