UN PROGETTO DI
9 Luglio 2025
15:18

La proposta di legge: congedo di 3 giorni dal lavoro per la morte del cane o del gatto. “Una norma di civiltà”

Una proposta di legge del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Devis Dori, per venire incontro a chi ha bisogno di seguire le cure del proprio cane e gatto o affrontare il dolore della perdita ma non ha alcun sostegno dal punto di vista lavorativo. "Assentarsi è ad oggi l'unica possibilità che le persone hanno ma si vedono costrette ad utilizzare altre tipologie di permessi anche non retribuiti e ciò non è giusto in un Paese in cui cani e gatti sono considerati membri della famiglia"

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Intervista a Devis Dori
Deputato di Alleanza Verdi e Sinistra
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Dare la possibilità alle persone che lavorano e che vivono con un cane o un gatto di usufruire di 8 ore di permesso retribuito per curare l'animale di famiglia. E, nel caso di morte, il lavoratore può anche prendere un congedo di tre giorni per lutto, come accade quando viene a mancare un membro umano della famiglia.

E' la proposta di legge avanzata dall'onorevole Devis Dori, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, che spesso si occupa di tematiche legate alla relazione tra le persone e gli altri animali.

L'Italia, qualora davvero questa legge passasse con l'appoggio trasversale delle forze politiche che siedono in Parlamento, farebbe da apripista in Europa ma anche nel mondo, considerando che negli ultimi tempi solo Cile e Colombia hanno visto promuovere la stessa tipologia di approccio al problema. In Europa, Italia inclusa, sono solo alcune aziende ad avere concesso ai dipendenti la possibilità di usufruire di permessi e congedo in situazioni in cui la salute del gatto o del cane è a rischio ma i numeri non mentono e in un Paese in cui il 56% degli italiani ha almeno un animale d’affezione nel proprio nucleo famigliare è tempo che il legislatore provveda a sopperire a quella che è una necessità vera e propria.

Onorevole in cosa consiste la proposta di legge che ha presentato?

La proposta di legge ha la finalità di istituire un congedo di tre giorni per chi vive con un cane e con un gatto e deve affrontarne la perdita e fino a 8 ore di permesso retribuito per curare l'animale, innestandosi nella legge 53 del 2000 che già prevede tutta una serie di permessi per varie motivazioni non solo di salute ma anche di formazione, studio e che non riguardano solo la propria persona ma anche molto spesso appunto il nucleo familiare.

Da cosa scaturisce la necessità di proporre una legge che regoli questa fattispecie?

Chi possiede un cane o un gatto chiaramente sa benissimo la sofferenza che si prova non solo in occasione di malattie ma in particolare anche di decesso del proprio animale che è da considerarsi a tutti gli effetti appunto un membro della famiglia: quando un animale domestico viene a mancare il dolore percepito non è infatti diverso da quello della perdita di una persona cara. Partendo dunque da questa considerazione lo spunto mi è arrivato proprio da coloro che vivono nel contesto familiare con i loro animali. Ho avuto poi il supporto legislativo e tecnico della LAV nella stesura e elaborazione del testo.

Che difficoltà incontra attualmente chi si trova in questa situazione? 

Più volte sono stato sollecitato rispetto al fatto che, soprattutto nel caso dei lavoratori dipendenti, non c'è tanta sensibilità da parte dei datori di lavoro rispetto a ciò che purtroppo spesso si verifica. Assentarsi da una giornata di lavoro è ad oggi l'unica possibilità che le persone hanno ma si vedono costretti ad utilizzare altre tipologie di permessi anche non retribuiti. Ci sono però anche alcune aziende che nella contrattazione aziendale prevedono questa tipologia di permessi e questo ci fa capire che una certa attenzione dunque già c'è in Italia. Importante è che non vi sia alcuna contrapposizione tra lavoratore e datore: è lo Stato che deve intervenire e mediare, non facendo pesare a nessuno qualcosa di così delicato e necessario. Attuare questa legge è una norma di civiltà e non solo una questione giuridica, facendoci anche allineare con le normative di altri paesi ma anche a livello culturale perché davvero è un salto in avanti rispetto alla consapevolezza dell'importanza degli animali d'affezione nel contesto familiare per tutti i membri che ne fanno parte.

La proposta riguarda solo cani e gatti?

Sì, per ora abbiamo pensato a cani e gatti che sono, secondo la legge, gli "animali d'affezione" ed è destinata solo a persone che li hanno microchippati e registrati nella Banca Dati Nazionale (SINAC). Ciò non toglie che in prospettiva si possa anche ampliare ad altri animali che vivono nel contesto familiare.

Molto spesso le proposte rimangono tali, non solo quelle legate al mondo degli animali. Che prospettive ci sono davvero perché si tramuti in legge?

Da un punto di vista politico, come Alleanza Verdi e Sinistra, ci sembra una norma importantissima e qualora non si riesca a calendarizzarla – considerato che siamo nella seconda parte della legislatura – il nostro impegno è di inserirla nella prossima Legge di bilancio perché devono essere previste delle coperture finanziare per andare a coprire i maggiori esborsi dell'ente previdenziale.

Ritiene che una proposta così trovi consenso anche nella maggioranza?

Avendo puntato in prima battuta sugli animali d'affezione non c'è alcun motivo per cui non dovrebbe essere sostenuta da parte del Centrodestra. I colleghi dovrebbero però smetterla di pensare agli "animali di serie a" e quelli di "serie b", ovvero i selvatici: penso ai provvedimenti governativi che si stanno prendendo con il grande accanimento nei confronti ad esempio di lupi, orsi e cinghiali. Io credo che gli animali vanno rispettati tutti come esseri senzienti. La scelta degli animali d'affezione come primi a cui destinare attenzione in questo senso, però, l'ho fatta anche proprio per trovare consenso trasversale e poter arrivare velocemente all'approvazione.

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