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La plastica è ormai ovunque ed è un grosso problema per gli animali selvatici: tartarughe impigliate nelle reti, uccelli marini con lo stomaco pieno di microplastiche, cetacei spiaggiati con chilogrammi di rifiuti nello stomaco. Ma anche sulla terraferma, il problema è molto più serio di quanto si creda. Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Ecological Indicators svela infatti come i materiali plastici stiano trasformando i nidi di molte specie di uccelli in vere e proprie trappole mortali.
A dimostrarlo sono i ricercatori dell'Università di East Anglia (UEA), che hanno analizzato per quattro anni 568 nidi di cicogna bianca (Ciconia ciconia) in Portogallo, scoprendo che ben il 91% di questi conteneva plastica o altri materiali sintetici. I più diffusi erano i sacchetti di plastica e le corde artificiali, come lo spago agricolo in polipropilene, che da solo è responsabile del 63% degli intrappolamenti registrati. Perché sì, la plastica nei nidi intrappola sia gli adulti che i piccoli appena nati.

Nel solo 2023, durante un monitoraggio settimanale di 93 nidi, 35 pulli di cicogna sono rimasti impigliati in corde e materiali plastici simili. Per molti di loro non c'è stato scampo e la crescita corporea fa sì che le corde si stringano lentamente e inesorabilmente attorno agli arti, causando lesioni gravi, necrosi e spesso la morte. La cicogna è una specie in crescita e presente in molte aree agricole europee, dove nidifica volentieri su tetti, pali e alberi, spesso molto vicino a centri abitati e alle attività umane.
La vicinanza a discariche e campi coltivati fa sì che i rifiuti in plastica siano facilmente disponibili e vengano usati al posto di materiali naturali come rami e fieno per costruire il nido. Non è sempre chiaro se gli uccelli scelgano questi materiali per convenienza, per errore o per altri motivi, ma il risultato è sempre lo stesso: nidi costruiti con l'immondizia mettono in pericolo la vita dei piccoli. E non riguarda solo le cicogne: ad Amsterdam, per esempio, ci sono nidi di uccelli acquatici fatti con rifiuti risalenti ormai agli anni 90.

Secondo gli autori, questo problema riguarda ormai moltissime specie terrestri che costruiscono i nidi con materiali artificiali facilmente reperibili in giro. In alcuni casi, sono stati persino trovati fili colorati di droni militari o cavi ottici, segno di un problema molto diffuso e pesantemente sottovalutato. Questo studio è il primo ad aver monitorato sistematicamente l'intero ciclo di nidificazione, dall'uovo all'involo dei giovani, per valutare e quantificare in modo preciso quanto e quando avvengano gli intrappolamenti.
I dati raccolti sono allarmanti e pongono una sfida più che mai urgente, ovvero ripensare l'utilizzo e la gestione dei materiali sintetici in agricoltura e nei rifiuti, e sensibilizzare sul loro impatto anche nei contesti meno visibili, come i nidi degli uccelli che vivono nelle nostre campagne. Perché se è vero che la plastica è ormai ovunque, è altrettanto vero che non possiamo più fare finta di niente continuando a inquinare oceani, prati e campagne.