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La nascita di un cucciolo di Rinoceronte bianco meridionale che dà speranza alla continuità della specie

Il piccolo rinoceronte bianco meridionale nato al Bioparco di Valencia è simbolo dell'impegno di chi lavora per la tutela di una specie definita dalla IUCN come "prossima alla minaccia". In natura rimangono meno di 20 mila esemplari, mentre l'altra sottospecie, il rinoceronte bianco settentrionale, è considerata funzionalmente estinta.

11 Novembre 2025
11:40
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La nascita di un cucciolo in cattività può essere salutata con entusiasmo solo e soltanto quando questo evento rappresenta un passo importante per la tutela di una specie. Ed è esattamente quello che è accaduto al Bioparco di Valencia, in Spagna, con l'annuncio dell'arrivo di un esemplare del grande gigante della Savana che è a rischio estinzione in natura: il rinoceronte bianco meridionale che è nella red list della UCN, l'Unione Internazionale per la conservazione della natura.

Il cucciolo di rinoceronte bianco nato a Valencia: come sta

Il parto è avvenuto il 10 novembre e la madre si chiama Kwanza, una femmina che fa parte del programma di conservazione su cui lavorano gli esperti della struttura spagnola. I veterinari hanno monitorato tutte le fasi della gravidanza che è stata portata a termine senza complicazioni tanto per la mamma che per il cucciolo.

Dopo 18 anni di lavoro, la perseveranza e il consolidamento di un gruppo riproduttivo scientificamente controllato composto dal maschio Martin e dalle femmine Nombula, Ami e Kwanza ha così dato i suoi frutti, e il piccolo rappresenta ora una speranza per il rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum), una delle due sottospecie di questo animale.

Gli esperti hanno riferito anche che la sorveglianza è fatta "a distanza", in modo non invasivo, così da poter monitorare le fasi di allattamento e l'accesso all'area avviene solo per fornire a mamma e figlio le cure necessarie soprattutto in termini di confort, come l'accumulo di paglia. "Le prime giornate sono cruciali e devono essere caratterizzate da serenità e massima cautela – hanno aggiunto gli esperti – mantenendo costantemente la guardia e i protocolli di monitoraggio dell'evoluzione della madre e del cucciolo. Per il momento rimarranno nei loro abitacoli, in attesa dell'integrazione con gli altri rinoceronti".

La gravidanza di un rinoceronte va avanti per circa 16 mesi, quella di Kwanza è durata 491 giorni, e e se tutto va bene il risultato è la nascita di un solo animale in un arco di tempo che varia dai due ai tre anni. Questi tempi così lunghi e il fatto che solo un individuo alla volta vedrà la luce già fanno comprendere quanto sia importante il caso avvenuto a Valencia per una specie che è a rischio di estinzione.

A distanza di una settimana, i veterinari hanno pubblicato un bollettino sulla salute di entrambi gli animali sull'account ufficiale della struttura valenciana: "Il ‘piccolo rinoceronte' è maschio e continua uno sviluppo ottimale sotto le cure materne. Dopo una settimana dalla nascita del primo rinoceronte bianco, la madre si riprende perfettamente e il vivace cucciolo corre agile con i movimenti tipici di un ‘bambino' offrendo immagini emozionanti. Lo staff tecnico ha dimostrato che è maschio e che alimentazione e comportamento sono eccellenti, per cui hanno già dato accesso all'ampio cortile esterno per favorirne la crescita e il benessere".

Chi sono i rinoceronti bianchi: due sottospecie a rischio

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E' il più grande dei cinque rinoceronti che esistono sul Pianeta, il suo nome scientifico è Ceratotherium simum e sebbene la sua pelle non sia bianca ma tendente al grigio o anche al beige, è noto come rinoceronte bianco. Il motivo di questa denominazione è a causa di una traduzione sbagliata dall'afrikaans, una delle lingue parlate in Sudafrica, della parola "weit" che in realtà significa "largo" e riguarda la forma del suo muso.

A questo enorme mammifero appartengono due sottospecie: quella meridionale (Ceratotherium simum simum), di cui il cucciolo nato a Valencia fa parte, e quella settentrionale (Ceratotherium simum cottoni).

Proprio la caratteristica del volto allargato rende facilmente distinguibile il rinoceronte bianco dal rinoceronte nero che ha un muso lungo che gli serve per recuperare più facilmente le foglie di cui si ciba dai rami degli albero. I rinoceronti bianchi,  invece, si nutrono di erba bassa e sono considerati dei veri e propri pascolatori che servono a mantenere l'equilibrio dell'ecosistema in cui vivono, favorendo il mantenimento delle grandi aree erbose e così creando l'ambiente ideale per altre specie che vivono nello stesso habitat.

Si tratta di un animale imponente che può arrivare anche oltre i 2000 chili di stazza e che ha una vita relativamente lunga in natura, arrivando anche al compimento dei 40 anni di età. I rinoceronti in generale hanno un comportamento molto riflessivo e calmo e sono particolarmente territoriali. In linea di massima sono animali che non cercano lo scontro con le altre specie, uomo compreso, ma il loro essere pacifici non significa che non abbiano la capacità di difendersi e la loro mole li rende praticamente quasi del tutto immuni rispetto ai predatori.

Le due specie di rinoceronte bianco separate anche da destini opposti

Il rinoceronte bianco meridionale ha come aereale le grandi praterie dell'Africa australe e alla fine dell'Ottocento era praticamente scomparso a causa principalmente del bracconaggio. Ad oggi, dopo un lungo e imponente impegno per riuscire a preservare la specie, se ne contano in natura meno di 16 mila individui, contro i 500 mila dell'inizio del XX secolo. Questa sottospecie è definita dalla IUCN come "prossima alla minaccia" e gli esemplari in libertà vivono in Namibia, Sudafrica, Zimbabwe e Botswana.

Praticamente estinto in natura, invece, è il rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni). La specie viveva in diversi paesi africani come il Sudan, l'Uganda e la Repubblica Democratica del Congo ma ad oggi al mondo sono rimaste solo due femmine, motivo per cui la sottospecie è considerata funzionalmente estinta.

Najin e Fatu, le uniche due rappresentanti della sottospecie, vivono nella riserva di Ol Pejeta, in Kenya. La morte dell’ultimo maschio, Sudan, avvenuta nel 2018, ha segnato un momento molto importante sia per il dolore della perdita che, però, per l'inizio di un progetto finalizzato alla "rinascita" di questi animali. E' da quell'anno infatti che un team di ricercatori internazionali, riuniti nel consorzio Biorescue, sta lavorando sulla fecondazione in vitro per impiantare embrioni di Ceratotherium simum cottoni su madri surrogate che appartengono all'altra sottospecie.

I primi risultati positivi sono stati ottenuti nel gennaio del 2024 quando è avvenuta l'inseminazione artificiale di Curra che ha portato ad una gravidanza durata 70 giorni e ad un feto maschio di 6 cm e mezzo. Poi nel 2025 sono stati creati tre nuovi embrioni e sono avvenuti altri trasferimenti embrionali. Ad oggi, sfortunatamente, nessuno di questi tentativi ha portato a una gravidanza duratura ma gli esperti continuano la loro missione e sempre sotto l'egida dell'Università di Padova che valuta tutte le procedure eseguite dal team BioRescue dal punto di vista etico e che ha sempre accertato che le procedure eseguite non hanno avuto effetti negativi sulla salute delle madri surrogate bianche del sud.

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