;)
Da sempre il Serengeti è stato raccontato come il teatro della più grande migrazione terrestre del pianeta. Ogni anno, infatti, milioni di gnu attraversano pianure, fiumi e savane, seguiti da zebre, gazzelle e, inevitabilmente, dai loro predatori. Oggi, tuttavia, un nuovo studio sta mettendo pesantemente in dubbio questa certezza: il numero degli gnu che ogni anno migrano tra le pianure africane potrebbe essere molto più basso di quanto stimato in passato.
Secondo i dati dell'ultimo censimento pubblicato sulla rivista PNAS Nexus e condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Oxford, gli gnu che percorrono il Serengeti-Mara non sarebbero 1,3 milioni, come si credeva già dagli anni Settanta, ma addirittura meno della metà. Le nuove stime parlano infatti di un numero compreso tra 500.000 e 600.000 individui. Un calo improvviso, apparentemente inspiegabile e ancora tutto da interpretare.
Le nuove stime effettuate grazie ai satelliti e all'AI
A generare questo scarto sorprendente non è stato un conteggio tradizionale, fatto con voli aerei e fotografie dall'alto, ma un metodo di censimento nuovo. Gli scienziati hanno infatti utilizzato immagini satellitari ad altissima risoluzione analizzate da modelli di intelligenza artificiale (AI). Gli algoritmi, addestrati con oltre 70.000 foto di gnu, hanno contato uno per uno gli animali visibili nelle praterie del Masai Mara e del Serengeti, tra il 2022 e il 2023. Il risultato ha quindi prodotto cifre molto più basse rispetto a quelle tramandate per mezzo secolo.
La domanda, ora, è inevitabile: dove sono finiti gli gnu "scomparsi"? Gli autori dello studio escludono che centinaia di migliaia di animali possano essere rimasti nascosti da qualche parte o esclusi dal censimento. È molto più probabile, spiegano, che i branchi abbiano modificato le rotte migratorie, modificate dall'espansione agricola, dalle infrastrutture e dai recinti che frammentano gli habitat. A questo si aggiunge la variabilità del clima, con le piogge, sempre più irregolari, che influenzano la grande migrazione e i movimenti degli animali.
I ricercatori invitano alla cautela

Nonostante l'allarme, i ricercatori invitano comunque alla cautela. Il nuovo metodo potrebbe aver semplicemente rivelato che i numeri precedenti erano "semplicemente" sovrastimati e che non necessariamente stiamo assistendo a un tracollo reale della popolazione. Tuttavia, resta il fatto che capire quanti gnu vivono davvero nel Serengeti non è un dettaglio ed è il punto di partenza fondamentale sia per studiare la migrazione che per capire se e come proteggere meglio la specie.
Come ha infatti spiegato David Macdonald, fondatore del Wildlife Conservation Research Unit dell'Università di Oxford, "Il dato più importante per tutelare una specie è sapere quanti individui ci sono. E grazie all'intelligenza artificiale e alle immagini satellitari possiamo finalmente rispondere a questa domanda in modo più preciso". Il Serengeti rimane però un habitat fragile, dove gli animali si muovo seguendo i ritmi delle piogge delle stagioni. Capire se davvero metà degli gnu è "scomparsa" significa misurare il suo stato di salute e scoprire se e come questo ecosistema potrà resistere alle pressioni delle attività umane e ai cambiamenti del clima.