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20 Ottobre 2025
17:53

Il WWF boccia le politiche ambientali del Governo Meloni: “Solo battute d’arresto e passi indietro”

Il WWF Italia boccia le politiche ambientali del Governo Meloni nei suoi primi tre anni: su dieci "materie" solo per due ottiene la sufficienza. Pesanti critiche su clima, biodiversità, caccia e mare. Secondo Dante Caserta, autore delle pagelle e del dossier che le accompagna, "il Governo sembra agire sotto dettatura delle frange più estreme del mondo venatorio"

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Intervista a Dante Caserta
Responsabile relazioni istituzionali Wwf Italia e autore delle pagelle sulle politiche ambientali del Governo
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Il WWF Italia ha bocciato le politiche ambientali condotte dal Governo italiano nei suoi primi tre anni. In un lungo dossier diffuso oggi, 20 ottobre, l'associazione ambientalista ha consegnato la propria pagella con voti su una scala da Ottimo a Insufficiente su dieci diverse "materie".

Il Governo Meloni però è stato severamente bocciato: ha ottenuto voto Sufficiente solo per Economia circolare e Aree naturali ed economia (qui con riserva); Scarso per quanto riguarda Clima, Mare e Piano nazionale di ripresa e resilienza; e Insufficiente quanto riguarda Agricoltura, Biodiversità, Caccia e contrasto al bracconaggio, Energia, Gestione del territorio.

Una bocciatura senza mezzi termini come conferma a Fanpage.it Dante Caserta, responsabile relazioni istituzionali Wwf Italia e autore del dossier: "Il giudizio sulle politiche ambientali del Governo Meloni e della maggioranza che lo sostiene non poteva che essere negativo. Non vi è un settore in cui non si registrano battute di arresto o passi indietro".

WWF: "Governo agisce sotto dettatura delle frange più estreme del mondo venatorio"

Bocciatura cocente per tutto ciò che riguarda la caccia e il contrasto alle attività di bracconaggio. Non una sorpresa alla luce dei discussi disegni di legge presentati nel corso di questi anni, come sottolinea Caserta: "Il Governo sembra agire sotto dettatura delle frange più estreme del mondo venatorio, come dimostra la proposta in discussione al Senato che aumenta specie cacciabili, periodi e territori di caccia. È necessaria una vera e propria inversione di tendenza, anche se, dopo aver visto questi primi tre anni, è difficile pensare che possa verificarsi".

Anche nel dossier si sottolinea la ricorsività delle politiche filo-venatorie del Governo: "Non si tratta di un caso isolato: fin dall’inizio della legislatura sono state approvate norme che hanno indebolito gravemente i presìdi di tutela e hanno portato all’apertura di procedure di infrazione da parte della Commissione europea. Dal mancato rispetto del divieto di munizioni al piombo, dannoso per salute ed ecosistemi, alla possibilità per i cacciatori di operare persino nelle aree protette e in periodi vietati, fino al depotenziamento di ISPRA e all’attacco alle associazioni ambientaliste: un disegno che mette in secondo piano la biodiversità, la sicurezza e i diritti dei cittadini, violando così la Costituzione".

Per rimediare, secondo il WWF Italia, il primo passo sarebbe quello di " fermare il disegno di riforma della legge sulla caccia presentato al Senato, invertendo la rotta che dipinge la caccia come patrimonio da tutelare, quando in realtà rappresenta una pressione ulteriore su ecosistemi già fragili".

Va quindi ripristinato il ruolo della scienza come bussola nelle decisioni pubbliche tenendola al riparo dalle pressioni politiche, come chiesto a più riprese anche dalla comunità scientifica. "La tutela della biodiversità deve tornare a essere una priorità nazionale, in linea con gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale. Va garantito il diritto di tutti i cittadini a fruire in sicurezza delle aree naturali. Servono regole certe, controlli stringenti nonché la partecipazione attiva delle comunità scientifiche e ambientaliste nei processi decisionali".

Insufficiente l'impegno per la biodiversità: "Vincolata da interessi economici"

Alla luce del risultato ottenuto in tema caccia, l'insufficienza non poteva che esserci anche per quanto riguarda la biodiversità. "Si è assistito ad una sistematica derubricazione della tutela ambientale in favore di interessi economici e di specifici settori produttivi – spiega il WWF Italia – L’Italia ha votato contro l’approvazione del Regolamento sul Ripristino della Natura (NRL), nel tentativo di ostacolare un provvedimento fondamentale per arrestare la perdita di biodiversità. Ad un anno dalla presentazione della prima bozza del Piano Nazionale di Ripristino non è stato ancora attivato alcun percorso di consultazione pubblica e non sono stati allocati i fondi necessari a garantire una piena ed efficace attuazione del Regolamento".

Anche in Europa, l'Italia ha scelto un approccio non a favore della conservazione: "Il Governo ha sostenuto la proposta della Commissione europea di declassare lo stato di protezione del lupo, peraltro senza nessuna valutazione tecnica, ma solo sulla base di motivazioni politiche. Il Governo si è anche schierato per posticipare di 12 mesi l’applicazione del Regolamento europeo contro la deforestazione. L’Italia, pur presentandosi agli appuntamenti relativi alla Convenzione Internazionale sulla Biodiversità in modo dialogante, ha lasciato la Strategia Nazionale sulla Biodiversità senza risorse e una calendarizzazione certa, impantanata in un confronto con le Regioni e vincolata da interessi economici (specie del settore agricolo)".

Scarso impegno sul Mare: "Pesca illegale resta piaga non adeguatamente contrastata"

Voto "Scarso" sul Mare grazie al Piano nazionale del mare, ma secondo l'associazione gli impegni presi restano sulla carta: "Il Piano è privo di obiettivi operativi; la rete delle aree marine protette resta molto lontana dal target 30×30 e quelle esistenti soffrono di carenze finanziarie e gestionali; i piani dello spazio marittimo, sviluppati con scarsa partecipazione e pubblicati con due anni di ritardo, non indicano aree dedicate al 30×30 e alle energie rinnovabili".

Anche per quanto riguarda il rapporto tra pesca e sostenibilità delle risorse marittime "l’Italia è in forte ritardo", così come nel "garantire la giusta transizione al settore, con ritardi nell’uso dei fondi europei, specie per la piccola pesca. La pesca illegale resta una piaga non adeguatamente contrastata. Gravissima, anche per il mare, l’opposizione dell’Italia al Regolamento per il Ripristino della Natura (NRL). Per non dire della tanto agognata ‘legge Salvamare' da troppo tempo ferma in attesa dei decreti attuativi".

"Non esiste politica coerente sul Clima"

Per quanto riguarda il Clima la linea del Governo non è stata apprezzata dal WWF: "Il giudizio è negativo perché non esiste una politica coerente sul clima: anzi, nella revisione del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) si dà per scontato che non si raggiungeranno gli obiettivi previsti e la riduzione delle emissioni climalteranti si attesta solo al 44,3%, ben lontani dall’obiettivo europeo del 55%".

Intanto però le emissioni continuano ad aumentare: "Nel primo semestre 2025 le emissioni di CO₂ in Italia sono tornate a salire (+1,3%), nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti sostanzialmente stabili (fonte ENEA). Inoltre, l’Italia sta spostando il tiro degli investimenti del PNRR nei settori ad alte emissioni climalteranti, non sottoponendo gli incentivi a questi settori al principio europeo DNSH (Do No Significant Harm: non recare danni significativi all’ambiente). A livello internazionale i segnali sono stati misti e contrastanti, riflettendo la politica di ponte tra Europa e Casa Bianca, che però va a danno principalmente dell’Unione europea e del suo ruolo".

WWF Italia: "Governo contro la tutela ambientale anche in Europa"

Il ruolo dell'Italia in Europa è di appoggio alle politiche dell'Unione solo quando si tratta del declassamento del lupo, per tutto il resto il WWF registra un netto contrasto. Una circostanza verificabile guardando alle procedure di infrazione aperte contro il nostro paese a giugno 2025: ben 64, di cui 51 per violazione del diritto dell’Unione e 13 per mancato recepimento di direttive, e tra queste quelle in materia ambientale rappresentano di gran lunga il gruppo maggiore con ben 23 procedure.

"A livello europeo il Governo si è sempre schierato contro le nuove normative di tutela ambientale come la Nature Restoration Law o il Regolamento contro l’abuso dei pesticidi – ricorda Caserta a Fanpage.it – A livello nazionale nessun miglioramento sul contrasto al consumo del suolo, gravi ritardi sulla transizione ecologica in un settore importante come l’agricoltura, ostacoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili e ritardi nell’uscita da quelle fossili, l’ennesimo ritorno ad un fantomatico nucleare di nuova generazione che non esiste".

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