;)
Ogni anno, tra luglio e agosto, lungo le sponde del fiume Guaporé – al confine tra Brasile e Bolivia – va in scena uno degli spettacoli più straordinari e poco conosciuti del pianeta: migliaia di tartarughe giganti di fiume o Arrau (Podocnemis expansa) si radunano in massa per deporre le loro uova. È un evento antico, che va avanti da migliaia di anni, ma da oggi, grazie ai droni e alla tecnologia, possiamo finalmente osservarlo in tutta la sua portata.
Secondo infatti un nuovo studio pubblicato di recente sul Journal of Applied Ecology, quello sul Guaporé è il più grande sito di nidificazione per tartarughe d'acqua dolce mai documentato finora: si stima che in appena 12 giorni si siano radunate oltre 41.000 femmine pronte a scavare buche nella sabbia e affidare al fiume la prossima generazione. E le immagini spettacolari riprese dal drone mostrano tutta la potenza di questa spettacolare nidificazione di massa.
I droni per studiare le tartarughe di fiume

Contare le tartarughe, e in generale gli animali, è una delle attività di base negli studi zoologici. Tuttavia, farlo con precisione non è affatto semplice. Non stanno infatti mai ferme, alcune nidificano di giorno, altre di notte, molte si immergono in acqua e poi riemergono, e c'è il rischio concreto di contarle più volte e di effettuare stime poco accurate. Ecco perché un gruppo di ricercatori ha deciso di sfruttare i droni e l'elaborazione digitale delle immagini per ottenere una stima più accurata possibile.
Il metodo è tanto innovativo quanto affascinante: i droni hanno sorvolato le sponde sabbiose del Guaporé più volte al giorno, scattando migliaia di immagini. Da queste fotografie sono stati creati degli degli ortomosaici o ortofoto, immagini ad alta risoluzione composte da più fotogrammi che permettono di osservare l'intera area dall'alto, con grande dettaglio. Ma questo non bastava a contare con precisione gli animali.
Un nuovo metodo per contare gli animale

Per distinguere le tartarughe e comprendere quanti individui unici fossero presenti, i ricercatori hanno verniciato con un piccolo segno bianco oltre 1.000 tartarughe su una delle spiagge monitorate. Analizzando i movimenti di questi rettili durante le 12 giornate di osservazione, è stato così possibile creare un modello matematico in grado di correggere il rischio di contare più volte gli stessi animali e stimare la popolazione complessiva.
"I numeri ottenuti solo dalle immagini o dai conteggi a terra erano estremamente variabili", ha infatti spiegato Ismael Brack, ricercatore dell'Università della Florida. "Questo rende difficile capire se una popolazione è in aumento o in declino, e quindi valutare l'efficacia delle misure di conservazione". Grazie al metodo misto – visivo, fotografico e modellistico – il team è così riuscito a superare questo ostacolo, fornendo per la prima volta una cifra più attendibile.
Le immagini del drone sono una buona notizia

Lo studio, oltre a stabilire un record, lancia anche un messaggio di speranza. Le nidificazioni di massa di Podocnemis expansa un tempo erano frequenti, ma lo sfruttamento per carne e uova ne aveva drasticamente ridotto i numeri. Vederne di nuovo decine di migliaia insieme suggerisce che gli sforzi di conservazione stanno finalmente dando i frutti sperati. E il metodo sviluppato potrebbe ora essere applicato anche ad altre specie che nidificano in gruppo o si muovono in grandi aggregazioni.
Oltre a essere una buona notizia per le tartarughe Arrau, questo nuovo metodo di conteggio offre ai ricercatori uno strumento molto prezioso per monitorare fauna selvatica in modo non invasivo, preciso e rapido. E le immagini dall'alto, oltre al dato scientifico, ci restituiscono anche tutta la bellezza di questo incredibile evento naturale: un mosaico di carapaci scuri punteggiati sulla sabbia, in un ciclo naturale che si ripete da migliaia di anno e che grazie a un drone riceve finalmente l'attenzione e il palcoscenico che merita.