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Le volte in cui mi arrabbio con Frisk si contano sulla punta delle dita, ma quando accade c'è una sorta di patto di non belligeranza tra di noi, nella consapevolezza da parte del mio cane che ci sono cose che lui non può fare a meno di mettere in atto nonostante possano provocare una mia reazione infastidita, e da parte mia di smontarmi in un attimo grazie alla sua capacità di leggere le mie emozioni.
Tutti i cani, di certo non solo Frisk, sanno benissimo quando siamo arrabbiati e sanno anche se dipende da un loro comportamento o meno. A dirlo non è solo questa mia testimonianza diretta o quella di tante persone che vivono con un cane e hanno una marea di aneddoti in cui possono facilmente descrivere come cambia la postura e lo sguardo di un cane quando noi ce ci inalberiamo. E' anche la scienza ad averlo chiarito e dimostrato: si sono succedute nel tempo sempre più ricerche che hanno infatti accertato che i cani sono esseri senzienti non solo dotati di emozioni primarie e secondarie e di una cognizione ma che vivono con l'essere umano quella che viene definita "osmosi emozionale", ovvero un contagio emotivo che fa sì che sia percepito e compreso chiaramente lo stato emotivo dell'uno e dell'altro.
Per secoli si è pensato che i cani non fossero in grado di comprendere davvero le emozioni umane, ma che si limitassero ad associare azioni e reazioni, secondo una teoria meccanicistica che vede l'animale come un oggetto, sostanzialmente . Si parlava infatti di mero "apprendimento meccanico" in cui non vi era proprio alcun dubbio che non vi fosse una sfera cognitiva ed emozionale. Negli ultimi 20, 30 anni la scienza ha indirizzato finalmente il suo interesse nei confronti del "miglior amico del cane" che ha pagato proprio lo scotto di essersi co evoluto accanto a noi e dunque quasi non sembrare interessante agli occhi dei ricercatori per la sua prossimità. Del cane si pensava di sapere tutto relegandolo a un ruolo di comprimario ma oggi, invece, la ricerca ha definitivamente scalfito una visione riduttiva di Fido, dimostrando che i cani non solo riconoscono le emozioni, ma riescono anche a prevedere le nostre intenzioni e a regolarsi in base a ciò che provano.
Il cane percepisce la rabbia, anche quella nei suoi confronti
Quando ci si arrabbia, semplicemente, non ci si nasconde. Si tratta dell'emozione più potente almeno nell'esprimerla: difficilmente quando siamo arrabbiati abbiamo, del resto, un comportamento "freddo e distante". La rabbia ci porta ad alzare la, cambiare la postura e produciamo anche, cosa non da poco per un cane, un odore diverso. La comunicazione con Fido passa proprio attraverso messaggi verbali, paraverbali e posturali e il nostro cane sa leggere tutto di noi e lo sa fare molto bene anche nei confronti degli esseri umani in generale.
La reazione di Fido, però, può differire in base all'individualità di ogni soggetto. In uUno studio del 2022, ad esempio, i ricercatori hanno proprio indagato la capacità dei cani di riuscire a prendere informazioni sul nostro stato emotivo osservando le nostre espressioni del volto e poi hanno anche analizzato quali sono le reazioni. A seconda dei cani studiati è stato dimostrato che ognuno ha avuto una reazione rispetto al sentire l'essere umano ad esempio triste o anche arrabbiato e c'è chi ha cercato di consolare e chi invece ha deciso di tenersi a distanza.
Il senso di studi come questi è certificare che la lettura dello stato d'animo della specie a cui sono più legati è parte del DNA canino e allo stesso tempo frutto della relazione che si instaura in ogni singola relazione, nonché della personalità del cane di famiglia. Capire dunque come gestire la propria rabbia è molto importante ma lo si deve fare sentendo anche noi che conseguenze ha sul nostro amico a quattro zampe. In poche parole, i cani provano empatia e noi anche dobbiamo metterla in campo per evitare che un momento di "black out" possa rendere invalidante il fondamentale rapporto di fiducia che si crea tra Fido e la sua persona di riferimento.
Come si comporta il cane quando siamo arrabbiati con lui
La risposta più corretta dovrebbe essere un "dipende", proprio perché abbiamo precisato che ogni cane è un individuo a sé e soprattutto ognuno di noi esprime la rabbia con più o meno intensità. Il contesto e la relazione sono infatti le due variabili di cui tenere sempre conto quando si parla di etologia canina all'interno della dimensione familiare in cui un animale è calato. Detto ciò, ci sono degli atteggiamenti tipici che possono essere riscontrati e che riguardano tendenzialmente sempre lo sguardo, o meglio l'intera mimica facciale di Fido, e la postura.
Dal punto di vista fisico, dunque, per riconoscere lo stato d'animo del cane nel momento in cui siamo arrabbiati, tendenzialmente vedremo il nostro compagno a quattro zampe portare le orecchie indietro, evitare lo sguardo diretto e mantenere una postura bassa. Attenzione: la vecchia scuola di pensiero tende ancora a definire questo come un atteggiamento di sudditanza ma oggi è bene capire che si tratta di una comunicazione che il cane mette in atto proprio per calmarci. Fido vuole evitare il conflitto, a nostra differenza non ha alcun interesse a scatenare una rissa o a mettersi al nostro livello di arrabbiatura: i suoi sono segnali pacificatori.
Alcuni cani cercano il contatto, anche se dipende dal tipo di relazione e di individuo. Altri, la maggioranza, si allontanano e preferiscono proprio aumentare la distanza fin quando non ci calmeremo. Nel frattempo non pensiate che non facciano nulla o che per loro sia tutto ok: sono lì che ci osservano sempre, in media. Fuggire da una situazione così stressante, ovvero quella in cui la persona a cui tengono di più ce l'ha con loro, è una vera e propria necessità emotiva, per farla breve.
Uno studio pubblicato su Plosone nel 2023, a cura di alcuni ricercatori dell'Università di Belfast, ha fatto sì che si scoprisse che i cani esposti all'odore dello stress umano vanno più piano, ovvero rallentano le funzioni motorie e evitano di esplorare l'ambiente. Come accennavamo, però, nel frattempo si pongono in uno stato maggiormente attentivo, ovvero si concentrano su di noi e su ciò che andrebbe fatto per far sì che tutto ritorni sereno. Nella ricerca si fa un paragone per far capire meglio lo stato emotivo del cane: è come quando un essere umano prova ansia sociale.