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14 Maggio 2025
12:54

Il Tar salva i cervi d’Abruzzo: la stagione di caccia è finita

Il Tar Abruzzo ha dichiarato cessata la materia del contendere sul piano di abbattimento di 469 cervi autorizzato dalla Regione. La caccia non si è svolta grazie ai ricorsi delle associazioni animaliste. Il futuro resta incerto per la prossima stagione.

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Il Tar salva i cervi d'Abruzzo e scrive la parola fine al contenzioso iniziato lo scorso autunno tra la Regione e le associazioni di tutela animale. Oggetto del braccio di ferro era la delibera con cui la giunta regionale aveva autorizzato la caccia a 469 cervi.

Il giudice: "Cessata la materia del contendere"

Durante l'udienza del 14 maggio il Tar Abruzzo ha dichiarato cessata la materia del contendere tra la Regione Abruzzo e le associazioni di tutela animale. Le sigle animaliste avevano presentato ricorso contro la delibera di Giunta 509 dell'8 agosto 2024 con la quale si autorizzava l'abbattimento di 469 cervi, di cui 142 cuccioli con meno di un anno.

I giudici amministrativi, nello specifico, hanno preso atto "della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l'atto impugnato aveva cessato i suoi effetti". La stagione venatoria infatti si è chiusa lo scorso marzo, quando il calendario venatorio regionale ha cessato la sua efficacia.

Anche se i cervi erano già salvi, il Tar con l'udienza di maggio avrebbe comunque potuto respingere le ragioni degli attivisti, dando così un assist alla Regione per indire la caccia nella stagione successiva. La scelta invece di non esporsi e dichiarare semplicemente cessata la materia del contendere invece lascia la partita ancora aperta per la prossima stagione venatoria.

La storia dei cervi abruzzesi

La vicenda era iniziata l'8 agosto 2024, quando la Regione guidata da Marco Marsilio aveva approvato una delibera con cui dava il via libera alla caccia a quasi 500 cervi in due aree comprese tra Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, tutte al di fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue.

Per contenere la popolazione di ungulati, giudicata un problema per la sicurezza pubblica, la giunta aveva deciso di autorizzare la caccia. Secondo il tariffario allegato alla delibera, ogni cacciatore avrebbe dovuto versare un premio definito sulla base della sua residenza e del tipo di cervo ucciso. Prezzi più economici erano stabiliti per i cuccioli con meno di 12 mesi che se abbattuti da cacciatori residenti in Abruzzo sarebbero costati solo 50 euro.

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Il tariffario per cacciare i cervi d’Abruzzo

Gli abbattimenti sarebbero dovuti iniziare il 14 ottobre 2024 e durare fino al 15 marzo 2025, ma una serie di ricorsi alla giustizia amministrativa hanno decretato uno stop fino ad oggi. All'indomani dell'approvazione dell'8 agosto, la decisione della Regione si era scontrata con il muro delle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf.

Inizialmente il Tar aveva dato ragione alla giunta di Marsilio, respingendo il ricorso. Le sigle di tutela animale però avevano deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato, che l'11 novembre aveva sospeso gli abbattimenti fino a una nuova pronuncia del Tar.

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