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Le "lumache mela"sono dei molluschi che vivono nell'acqua dolce e fanno parte della famiglia delle Ampullariidae. Il loro nome scientifico è Pomacea canaliculata ma viene chiamata comunemente "lumaca mela" per la sua forma che ricorda un pomo. Solitamente questa specie finisce agli onori della cronaca perché è considerata altamente invasiva: originaria del Sud America è stata introdotta in tutta Europa dove le sue uova causano problemi all'agricoltura e agli ecosistemi acquatici.

Ora, però, la scienza ha scoperto che la lumaca mela ha un super potere: riesce a rigenerare i suoi bulbi oculari in soli 28 giorni. Uno studio pubblicato su Nature Communications il 6 agosto 2025 a cura di alcuni ricercatori di diverse università giapponesi, tra cui il National Institute for Basic Biology e la Graduate University for Advanced Studies, ha infatti svelato questa sorprendente capacità.
Le lumache mela riescono dunque a far ricrescere le loro pupille se ferite o amputate perché hanno la capacità di modificare il proprio genoma, una strategia naturale che secondo gli esperti è molto interessante da studiare considerando che la struttura degli occhi di questo mollusco è anatomicamente simile a quella degli esseri umani, infatti si parla di occhi "a telecamera", gli stessi che abbiamo noi e che così vengono descritti nella ricerca: "Sono organi sensoriali complessi, suscettibili a danni irreversibili".
Che le lumache fossero già "esperte" in rigenerazione, in realtà, si sa dalla seconda metà del Settento addirittura, e fu Lazzaro Spallanzani nel 1769 a scoprire che le lumache potevano rigenerare le corna e le chiocciole potevano rigenerare la testa. Ma mai si era arrivati così nel dettaglio e a capire i meccanismi attraverso i quali riescono a far rinascere un organo così complesso.
"La rigenerazione non è un trucco magico, è un processo codificato dai geni: significa che un giorno la capacità di riprendersi da un infortunio potrebbe essere sostanzialmente migliorata per tutti", ha sottolineato a Popular Science il biologo Alejandro Sánchez Alvarado e co autore dello studio.
La collega Alice Accorsi, professoressa associata di biologia molecolare e cellulare alll'Università della California, ha spiegato invece che "le ampullarie sono organismi straordinari: offrono un'opportunità unica per studiare la rigenerazione di organi sensoriali complessi. Prima di questo, ci mancava un sistema per studiare la rigenerazione completa dell'occhio".