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21 Maggio 2025
11:11

Il sottosegretario alla Salute Gemmato promette di rendere legale il farmaco salvavita per i gatti affetti da FIP. Ma quando?

Marcello Gemmato ha promesso all'Intergruppo parlamentare sui diritti degli animali, ancora presieduto da Maria Vittoria Brambilla, di voler accelerare la procedura per rendere legale in Italia il GS-441524, farmaco che cura la peritonite infettiva felina, una malattia quasi sempre mortale per i gatti.Bisogna però ora passare dalle parole ai fatti in tempi brevissimi: la 'spinta' arriva già tardi considerando che il farmaco è già riconosciuto e utilizzato legalmente in diversi paesi, come Regno Unito e Paesi Bassi.

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La cura per la FIP esiste da tempo e da tempo se ne parla anche sui media. Ed è proprio quest'ultimo fattore, con alta probabilità, che ha finalmente fatto muovere la politica, anche se per ora solo a livello ancora di annunci e promesse.

La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia che non dà scampo a quasi tutti i gatti che ne soffrono e l'annuncio del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato di voler procedere "rapidamente" perché vi sia l’autorizzazione dell'unico farmaco che può guarire gli animali che ne sono affetti, il GS-441524, è una notizia importante. Ma che solo se davvero sarà messa in atto immediatamente.

La cura per la FIP: cosa sappiamo del farmaco

Annunciare che si darà una spinta alla regolamentazione e alla commercializzazione, senza indicare i tempi, sembra non è certo il traguardo: il farmaco è già riconosciuto e utilizzato legalmente in diversi paesi, come Regno Unito e Paesi Bassi, mentre in Italia si continua da anni a ignorare l’evidenza scientifica e lasciare che i cittadini si arrangino, andando poi ad alimentare un mercato nero dai contorni opachi e rischiosi.

La cura è infatti ben nota: il GS-441524 è un antivirale della stessa famiglia del Remdesivir, usato anche per le infezioni da Covid-19. La sua efficacia per i gatti affetti dalla malattia è stata accertata: oltre l’80% dei mici che sono stati trattati con questo farmaco guarisce. Ma il medicinale non è autorizzato nel nostro Paese all’uso veterinario e questo ha portato molte persone che vivono con gatti malati a ricorrere a dei canali illegali per ottenerlo, acquistandolo su Internet  – spesso attraverso gruppi social in cui si effettuano questo tipo di ‘scambi' – e esponendosi a rischi enormi: truffe vere e proprie, assenza di controlli sanitari e anche chiaramente lo svolgere un'attività illegale.

FIP è un acronimo che, per chi vive con un gatto, significa una sola cosa: condanna a morte. E' una patologia virale tra le più letali nel mondo felino, causata da una mutazione del coronavirus felino (FCoV), e che colpisce prevalentemente i cuccioli e i soggetti immunodepressi. La forma effusiva della malattia lascia pochissime possibilità di sopravvivenza: senza trattamento, il decesso avviene in pochi giorni o settimane.

L'annuncio del sottosegretario e cosa dicono da tempo gli esperti

Il professor Giuseppe Borzacchiello, docente di fisiopatologia veterinaria presso l’Università Federico II di Napoli, ha spiegato chiaramente su Kodami che "piuttosto che alimentare il mercato illegale, dovrebbe essere autorizzato". Una posizione condivisa da molti esperti del settore, che da anni chiedono una presa di posizione istituzionale in questo senso. Ma il nodo, come spesso accade quando si parla di animali, è politico prima che tecnico.

L'annuncio dell’impegno del sottosegretario è stato dunque dato in pompa magna da parte dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, ancora presieduto dall'onorevole Brambilla. Sono  anni che veterinari e cittadini che hanno gatti che hanno subito questa malattia vanno avanti a colpi di sollecitazioni, petizioni e appelli. Che solo ora la politica si sia mossa – e in particolare un gruppo di parlamentari che dovrebbe avere come unico scopo portare proprio quello di portare in Parlamento le istanze degli animali – non è dunque qualcosa che può provocare entusiasmo, ma il "minimo sindacale". 

La necessità di passare dalle parole ai fatti per la cura della FIP

Chi ha avuto un animale malato di FIP non ha del resto bisogno di dati, pareri politici o interrogazioni parlamentari ma semplicemente di un farmaco che già esiste e funziona. L'intervento di Brambilla e degli altri partecipanti a un Intergruppo sempre più privo di presenze bipartisan dopo quanto accaduto a seguito dell'inchiesta di Report sulla presidente della Leidaa non è una vittoria, ma una sorta di "pezza" necessaria che si spera però almeno porti al mettere in atto quanto promesso da Gemmato più che a dare nuovo lustro alla parlamentare di Noi Moderati.

Michela Vittoria Brambilla ritorna dunque con questo annuncio nel radar degli animalisti con una promessa che ovviamente interessa tanti e che potrebbe portarla a recuperare un consenso trasversale solo e soltanto se, però, si passerà dalle parole ai fatti. Non c'è cinisimo nel prendere in questo modo questa notizia ma solo la necessità di stimolare i rappresentanti delle Istituzioni a non continuare sulla strada dei proclami ma della praticità, soprattutto a fronte della commercializzazione di un farmaco che salva la vita degli animali e il ritardo nel garantirlo ai cittadini è una responsabilità che pesa su chi di dovere da ieri, non solo da oggi.

Come ha dichiarato del resto Carla Rocchi, presidentessa dell'Enpa presente alla Camera dei Deputati durante l'incontro in cui è stata fatta la promessa da parte di Gemmato "accogliamo con favore l’impegno del Ministero della Salute ad accelerare l’autorizzazione del GS-441524. È un segnale importante per tutti coloro che si battono da tempo per il diritto alla cura degli animali. Ora confidiamo che questo percorso si concluda rapidamente, nell’interesse dei gatti colpiti da FIP e di chi ogni giorno si prende cura di loro".

In Italia, vale la pena ricordarlo sempre, la tutela degli animali è formalmente sancita nell'articolo 9 della nostra Costituzione che è stato modificato in tal senso nel marzo del 2022. E' inaccettabile che si debba ancora rimanere a guardare l'inerzia delle Istituzioni e quello del GS-441524 è un caso emblematico che dimostra non solo l'inefficienza ma proprio la noncuranza non solo del benessere degli animali ma anche degli stessi cittadini che considerano un gatto, o anche un cane, un vero e proprio membro della famiglia.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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