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Nel momento in cui il "tentacolo" (ma è più corretto chiamarlo "braccio") tocca qualcosa ne trae anche l'odore, lo elabora e comprende se vale la pena continuare ad avere un contatto o se può essere una fonte di pericolo.
L'intelligenza del polpo, anzi, le intelligenze delle sue otto braccia ora sappiamo che hanno anche questa capacità. E' stato scoperto da un team di ricercatori del MIT e del Marine Biological Laboratory negli USA che hanno pubblicato uno studio su Cell in cui hanno analizzato "la sensazione chemiotattile nel polpo".
Premesso che ormai in campo scientifico è noto che le braccia del polpo non sono solo strumenti di movimento o predazione ma veri e propri organi sensoriali complessi, dotati di un loro cervello periferico rispetto a quello centrale e a cui ora si aggiunge quest'altro tassello relativo alla loro funzione: la capacità di rilevare sostanze chimiche presenti nell’ambiente, distinguendo ciò che è utile da ciò che può essere pericoloso.
Questi cefalopodi, dunque, non hanno un senso dell'olfatto come il nostro: il loro modo di percepire l'odore avviene attraverso il contatto dei tentacoli, la cui pelle ha dei recettori chimici che ricordano quelli gustativi in homo sapiens per fare un paragone tra le due specie. Quando un braccio tocca ciò che attira l'attenzione del polpo, riesce a distinguere ciò con cui ha a che fare e ciò consente loro di difendersi anche da eventuali pericoli.
Si tratta di un vero e proprio vantaggio evolutivo perché bisogna considerare che vivendo sui fondali i polpi riescono in questo modo a distinguere se l'eventuale fonte di cibo è commestibile o meno. "Il nostro studio dimostra che scoprire le interazioni tra i regni è essenziale per comprendere come i sistemi sensoriali animali si siano evoluti in un mondo ricco di microbi", spiegano infatti i ricercatori nel paper, confermando che il polpo è uno degli animali più affascinanti da studiare e del quale ancora c'è molto da scoprire.