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Il leone torna a ruggire nella Repubblica Centrafricana: la fototrappola cattura i primi cuccioli dopo decenni

In Repubblica Centrafricana una fototrappola ha immortalato una leonessa con tre cuccioli al seguito: è la prima prova che i leoni non si sono estinti e che stanno tornando a riprodursi dopo decenni di declino.

1 Settembre 2025
16:18
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Dopo decenni di ricerche senza successo, una fototrappola ha immortalato una leonessa con tre cuccioli al seguito nel Parco Nazionale di Bamingui–Bangoran, nella Repubblica Centrafricana. Foto di Wildlife Conservation Society (WCS)

Per decenni, i leoni del Nord-Est della Repubblica Centrafricana hanno rischiato di scomparire del tutto. Bracconaggio, conflitti armati e instabilità politica avevano ridotto questa popolazione a pochissimi individui isolati, facendo temere che ormai non ci fossero più femmine riproduttive. Senza di loro, il ritorno della specie in quest'area non sarebbe stato possibile e ormai anche molti esperti consideravano questa popolazione funzionalmente estinta.

Di recente, è però arrivata una notizia inaspettata che sa decisamente di rinascita: una fototrappola della Wildlife Conservation Society (WCS) ha immortalato una leonessa con tre cuccioli al seguito all'interno del Parco Nazionale di Bamingui-Bangoran. È la prima prova, dopo tantissimi anni, che i leoni non solo sopravvivono ancora qui, ma stanno anche tornando a riprodursi. Una notizia che fa ben sperare per il futuro di questa popolazione.

Il video dei cuccioli di leone catturato dalla fototrappola

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La femmina in allattamento catturata dalla fototrappola. È la prima dopo anni di ricerche senza successo. Foto di Wildlife Conservation Society (WCS)

Le immagini diffuse da WCS mostrano una leonessa già fotografata lo scorso aprile, ma che questa volta è insieme a tre piccoli di circa quattro mesi. È la conferma che non solo la specie non è sparita da questi territori, ma anche che quando trova spazio e tutela, sa riprendersi anche dopo i colpi più duri. "Vedere una madre che cresce i suoi cuccioli è il segnale più chiaro che l'ecosistema sta guarendo", ha dichiarato in un comunicato Armand Luh Mfone, direttore dei programmi WCS in Repubblica Centrafricana.

È dal 2019 che WCS monitora quest'area con fototrappole e pattugliamenti, ma fino a poco tempo fa le uniche tracce raccolte riguardavano maschi adulti solitari, segno di una popolazione sbilanciata e in grave pericolo. La comparsa della leonessa ha quindi riacceso le speranze, spingendo i ricercatori a intensificare gli sforzi. "Sapevamo che una madre cerca ambienti protetti vicino ad acqua e savana, e abbiamo puntato lì le nostre fototrappole. Dopo settimane d'attesa, finalmente la conferma", ha sottolineato John Guernier, direttore del parco.

Una sfida ancora tutta da vincere

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Il futuro dei leoncini è ancora tutto da scrivere. Il primo anno di vita è infatti il più rischioso. Foto di Wildlife Conservation Society (WCS)

L'avvistamento dei tre cuccioli è un segnale certamente positivo, ma la loro sopravvivenza nei prossimi mesi rimane incerta. Malattie, predatori e il rischio di separazione dalla madre rendono il primo anno di vita molto complicato. Inoltre, a differenza dei grandi branchi che vivono nelle savane africane, questa femmina deve difendere e crescere i suoi piccoli completamente da sola. Per questo WCS, insieme al governo centrafricano e ai partner internazionali, ha intensificato le attività di sorveglianza e monitoraggio nella zona.

Secondo Luke Hunter, direttore del Big Cats Program di WCS, questa scoperta rappresenta comunque una vera svolta: "Dove c'è una leonessa con cuccioli, ce ne saranno quasi certamente altre. Se questi piccoli sopravviveranno, un giorno i loro discendenti potranno far parte di una popolazione fiorente, forte di centinaia di individui". Il ritorno del leone in Repubblica Centrafricana non è ancora certo, ma il ruggito di questi cuccioli è un messaggio di speranza: la conservazione funziona quando habitat e animali ricevono tempo, protezione e rispetto.

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