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I video che mostrano per la prima volta come le razze elettriche “fulminano” gli squali

Le torpedini o razze elettriche utilizzano scariche fino a 50 V per respingere i predatori, inclusi i temibili squalo bianco e squalo tigre. Alcuni video documentano per la prima volta questo incredibile comportamento in natura.

4 Luglio 2025
17:45
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Una razza elettrica "fulmina" uno squalo tigre, che si allontana terrorizzato

Gli animali si difendono i tanti modi dai predatori. C'è per esempio chi si mimetizza, chi si chiude in una corazza, chi è velenoso e chi invece è ricoperto di aculei. Ma alcune specie hanno persino imparato a padroneggiare l'elettricità. È il caso delle torpedini o razze elettriche, pesci in grado di produrre vere e proprie scariche per scoraggiare i predatori. Fino a oggi, però, questo comportamento era stato documentato solo in cattività. Ora, grazie a un nuovo studio condotto dall’équipe guidata da Yannis Papastamatiou della Florida International University, e pubblicato sulla rivista Ethology possiamo vedere per la prima volta come queste "scosse" funzionano davvero, perfino contro gli squali.

Le razze elettriche: pesci poco appariscenti, ma con un superpotere

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Le torpedini o razze elettriche hanno organi in grado di produrre scariche elettriche. Foto da Wikimedia Commons

Le torpedini appartengono a un gruppo di razze composto da 69 specie suddivise in quattro famiglie e che hanno tutte una caratteristica in comune: possiedono organi elettrici in grado di generare scariche, le cosiddette electric organ discharges (EOD). Alcune delle specie più grandi possono arrivare a produrre fino a 50 volt, un'intensità sufficiente a scoraggiare anche predatori ben più grossi di loro. Papastamatiou e colleghi sospettavano da tempo che questi pesci usassero la loro arma segreta per difendersi.

"Avevamo il sospetto che ci fosse qualcosa di speciale in loro, perché sono incredibilmente audaci", ha raccontato il ricercatore. "A Guadalupe, in Messico, le nostre telecamere piazzate su squali bianchi hanno mostrato queste razze in piena colonna d'acqua, uno dei luoghi più pericolosi per un animale così". Una zona in cui solo chi ha ottimi motivi per sentirsi sicuro si avventura. E le razze elettriche ne hanno e come.

Lo squalo si avvicina, poi la fuga improvvisa: il video

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Finora, si sapeva molto poco su questo comportamento in natura. Foto da Wikimedia Commons

L'episodio chiave è avvenuto proprio a largo dell'isola di Guadalupe, dove i ricercatori hanno equipaggiato sei squali bianchi con speciali sensori di tracciamento, i Customized Animal Tracking Solutions (CATS), una tecnologia che registra i movimenti e i comportamenti degli animali con grande precisione. In un caso, uno squalo si trovava a 50 metri di profondità quando ha incontrato una razza elettrica che nuotava a mezz'acqua.

Le immagini in "prima persona" e i dati raccolti mostrano la sequenza in ogni dettaglio: lo squalo si avvicina, la razza piega le pinne pettorali – un comportamento interpretato dai ricercatori come preparazione alla scarica – e all’improvviso il predatore scatta verso l'alto, risalendo velocemente di oltre 20 metri. Dopo due minuti torna indietro, ma questa volta ignora completamente la razza. Lei, impassibile, continua a nuotare come se nulla fosse accaduto.

Anche un gigantesco squalo tigre si ritira

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Un altro episodio interessante è stato osservato nelle acque delle Maldive, durante un'immersione per osservare gli squali. Qui una razza appartenente alla specie Torpedo sinuspersici era semi-nascosta nella sabbia, quando un grande squalo tigre si è avvicinato alle sue spalle. Ma a pochi centimetri dal contatto, lo squalo ha attivato la membrana nittitante – la "terza palpebra" che protegge l'occhio – e si è ritirato bruscamente verso l'alto. Un gesto istintivo che lascia poco spazio ai dubbi: la scarica è arrivata, e ha fatto effetto.

Il team ha confrontato questi eventi anche con altri dati raccolti già tra il 1989 e il 1991 al largo della California, distinguendo tra scariche usate per la caccia e quelle per la difesa. La tensione massima prodotta non cambiava, ma le sequenze di impulsi erano più brevi e secche quando l’obiettivo era scoraggiare un predatore. In fase difensiva, inoltre, le razze tendevano a salire verso l'alto o a ruotare su sé stesse, quasi a mettere in guardia e ad avvisare l'aggressore.

Resta ancora molto da esplorare sul comportamento e sul modo in cui questi pesci cartilaginei riescono a "controllare" l'elettricità. Capire come e quando le razze decidono di "fulminare" un predatore potrà aiutare i biologi a comprendere meglio le dinamiche predatorie, l'uso dell'elettricità nel mondo animale e le strategie difensive che funzionano ancora oggi, dopo milioni di anni di evoluzione. Per ora, quello che è certo è che alcune torpedini sanno davvero come tenere a distanza anche lo squalo più affamato, a suon di scosse.

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