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6 Maggio 2025
21:00

I pappagalli non dovrebbero essere tenuti in casa come animali domestici: ecco perché

I pappagalli sono tra gli animali da compagnia più diffusi al mondo, ma rimangono animali selvatici. Sono uccelli intelligenti, sociali e che vivono in gruppi complessi che interagiscono costantemente con l'ambiente. Tenerli in casa significa spesso condannarli a vivere in solitudine e in condizioni pessime, alimentando catture in natura, mercato nero e diffusione di specie aliene invasive.

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I pappagalli non sono animali domestici. Non lo sono mai stati. Proprio come un leone, un orso polare o una tigre

I pappagalli sono tra gli animali da compagnia più diffusi al mondo. Anche grazie ai social, dove spesso vengono esibiti come "curiosità" esotiche o come simbolo di "amicizia interspecifica", il loro numero nelle case negli ultimi anni è in costante aumento. Ma il fatto che siano così diffusi e facili da acquistare, non significa necessariamente che tenerli in casa sia giusto. I pappagalli non sono animali domestici. Non lo sono mai stati. Proprio come un leone, un orso polare o una tigre.

Sono uccelli selvatici, biologicamente "programmati" per volare per chilometri, vivere in complessi gruppi sociali e interagire con l'ambiente in modi che nessuna voliera, gabbia o trespolo sarà mai in grado di soddisfare. Tenere un pappagallo in casa, anche se fatto con le più buone intenzioni e col massimo dell'impegno, significa il più delle volte costringerlo a una vita di solitudine, frustrazione e sofferenza, spesso sfociata in problemi comportamentali gravi, come l'autodeplumazione.

In più, il commercio di pappagalli da compagnia – anche quelli venduti legalmente – continua ancora oggi a incentivare catture in natura e sofferenza, alimentando anche il mercato nero internazionale. E c'è dell'altro: pappagalli fuggiti o abbandonati hanno già dato origine a popolazioni invasive naturalizzate, anche qui in Italia. È il caso dei parrocchetti dal collare e dei parrocchetti monaci, che hanno invaso i nostri parchi urbani creando non pochi problemi alle specie autoctone.

Chi sono davvero i pappagalli: quante specie esistono e dove sono distribuite

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I pappagalli appartengono all’ordine psittaciformes, che comprende oltre 400 specie diverse

I pappagalli appartengono all'ordine psittaciformes, che comprende oltre 400 specie diverse suddivise in tre grandi famiglie: psittacidae (i "veri pappagalli"), cacatuidae (i cacatua) e strigopidae (una piccola famiglia neozelandese, che include il kakapo, il kea e il kaka). I pappagalli sono distribuiti soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo, dall'Amazzonia al sud-est asiatico, passando per il continente africano e l'Oceania.

Gli psittaciformi sono un gruppo di uccelli davvero unico, con caratteristiche che non si trovano in nessun altro ordine: becco ricurvo e potente, piedi zigodattili (due dita avanti e due indietro, utili per arrampicarsi e manipolare oggetti), capacità cognitive tra le più complesse del regno animale e abilità nelle vocalizzazioni uniche, tra cui l'imitazione di versi e suoni. Alcune specie, come il cenerino africano (Psittacus erithacus), sono considerate tra gli animali più intelligenti al mondo, al pari dei corvi, delle grandi scimmie e altri mammiferi.

Ma proprio queste complesse e sofisticate capacità cognitive, insieme alla loro socialità, rendono la loro gestione in cattività estremamente difficile. In natura, la maggior parte dei pappagalli vive in gruppi, segue una dieta molto specializzata che cambia con le stagioni, interagisce con il proprio habitat in maniera costante e interattiva (alcune specie costruiscono persino strumenti), vola per decine di chilometri al giorno e partecipa a complesse dinamiche sociali. Riprodurre tutto questo tra le mura domestiche è semplicemente impossibile.

Cosa succede ai pappagalli che vivono in casa?

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In cattività, i pappagalli vivono spesso in condizioni di solitudine e malessere psicofisico

In cattività, i pappagalli vivono quindi molto spesso in condizioni lontanissime da quelle naturali. Voliere e gabbie troppo piccole, ali tarpate o tagliate per evitare che volino via, alimentazione scorretta, solitudine forzata, incatenamento ai trespoli e mancanza di stimoli portano facilmente a una lunga serie di problemi comportamentali e di salute. Piumaggio strappato, stereotipie, aggressività, apatia. Alcuni arrivano facilmente ad autodeplumarsi, strappandosi le penne e le piume in risposta a un disagio psicologico estremo.

Talvolta, gli uccelli allevati e imbeccati a mano, imprintandosi verso gli esseri umani, da adulti arrivano a identificare la persona che li ha cresciuti come un potenziale partner sessuale. Anche quando ci si prende cura di loro con le migliori intenzioni, i limiti della vita in cattività sono evidenti, eccessivi e non permettono di vivere una vita adatta alle proprie esigenze ecologiche, comportamentali e sociali. Non bastano giochi, specchietti o qualche ora fuori dalla gabbia: i pappagalli non sono fatti per stare soli o rinchiusi in casa.

Inoltre, continuare ad alimentare il commercio e la detenzione dei pappagalli contribuisce direttamente a un circolo vizioso di sofferenza, minacciando anche le specie a rischio in natura. Pappagalli rari o particolarmente richiesti dai collezionisti, vengono ancora catturati illegalmente in natura, un mercato nero che causa altissimi tassi di mortalità durante il trasporto. Altri sono allevati in condizioni pessime e in maniera intensiva, solo per soddisfare la crescente richiesta di animali esotici da compagnia.

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I pappagalli sono uccelli intelligenti, sociali e che vivono in gruppi complessi che interagiscono costantemente con l’ambiente in cui vivono

Infine, quando questi animali diventano "scomodi", troppo rumorosi, troppo impegnativi, troppo longevi (alcune specie possono vivere oltre 60 anni), spesso vengono liberati o abbandonati. Ed è così che si diffondono le specie aliene invasive, una delle principali minacce per la biodiversità in tutto il mondo. In Italia ce ne sono già diverse. Le più diffuse sono il parrocchetto monaco e quello dal collare, uccelli estremamente adattabili che competono per il cibo e i nidi con la fauna autoctona, diventando un problema serio per la conservazione.

I pappagalli sono belli, intelligenti e ci attirano da sempre. Ma apprezzarli e "amarli" non vuol dire possederli. Significa soprattutto rispettarli per ciò che sono, animali selvatici il cui posto è in natura, non su un trespolo o in una voliera. Evitare di alimentare il commercio e la detenzione di questi uccelli, significa inoltre riconoscerne l'intelligenza, l'emotività, le competenze sociali e il diritto di vivere secondo la loro ecologia. Un pappagallo in casa non è simbolo di un'amicizia interspecifica, ma l'egoistico desiderio tipicamente umano di possedere e ingabbiare la natura.

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