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I cinque macachi detenuti nei laboratori dell'Università di Ferrara non saranno più impiegati per la ricerca: verranno trasferiti in un centro di recupero in Spagna. I macachi Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede sono stati liberati e affidati all'associazione francese GRAAL, che si occupa di animali salvati dai laboratori di vivisezione.
Secondo gli attivisti si tratta di una vittoria storica per il benessere degli animali, ma la vicenda è tutt'altro che conclusa: il procedimento penale è in corso.
Esultano gli animalisti: "Vittoria importante"
I cinque macachi detenuti nello stabulario dell’Università di Ferrara verranno trasferiti in un centro di recupero in Spagna dove verranno tutelati e curati. Lo hanno annunciato le organizzazioni di tutela animale Oipa, Leal e Leidaa: "Si tratta di una vittoria importante, che pone fine a una lunga battaglia condotta da diverse associazioni animaliste per ottenere la loro liberazione".
Tutto era iniziato con la scoperta della soppressione del macaco Orazio, uno dei primati custoditi nell'università. La sua morte aveva destato grande allarme, spingendo le associazioni a depositare denuncia e istanza di sequestro preventivo degli animali, allo scopo di ottenere il relativo trasferimento in una struttura idonea, riconosciuta e autorizzata dal Ministero della Salute.
Già nel 2014 le associazioni animaliste avevano chiesto di chiarire se le condizioni di detenzione degli animali fossero idonee e compatibili con la loro etologia e il loro benessere.
Ora finalmente i cinque macachi vivranno in un centro specializzato in Spagna, dove non saranno sottoposti ad esperimenti e potranno vivere una vita il più possibile aderente alle loro esigenze naturali. La vicenda però è ancora aperta: il procedimento penale che li riguarda è tutt'ora in corso e Oipa, Leal e Leidaa hanno presentato istanza anche al Ministero della Salute e al Cites allo scopo di continuare a monitorare le condizioni in cui vivono i macachi e il loro stato di salute.
Primati non umani sfruttati nella ricerca scientifica: i macachi sono tra i più utilizzati
Nel 2021 sono stati 9,41 milioni gli animali usati per la prima volta nella sperimentazione scientifica. Numeri che segnano un aumento di oltre il 18% rispetto al 2020. Sono i dati statistici relativi all'utilizzo di animali a fini scientifici in Europa e Norvegia diffusi dalla Commissione europea.
In Italia sono utilizzati per la sperimentazione animale circa 600 mila esemplari, di questi oltre il 90% sono topi e ratti; seguono pesci, uccelli, altri roditori e conigli; in minor numero vi sono cani, gatti, primati non umani e animali domestici come capre e maiali.
Tra le scimmie più utilizzate ci sono i macachi di Giava. Nel Sud Est Asiatico questa specie era molto presente fino a qualche decennio fa grazie ai tassi riproduttivi elevati. Ma a farle apprezzare ai ricercatori sono soprattutto caratteristiche come la facilità della cattura e dell'allevamento. I macachi di Giava inoltre sono più piccoli rispetto ad altri macachi e vivono in gruppi nutriti, questo permette di stipare grandi gruppi insieme nella stessa gabbia.
Tra i primati non umani molto utilizzati nella ricerca ci sono poi i macachi Reso o del Giappone che invece sono più dispotici e sopportano meno la presenza dei loro simili. Queste scimmie sono le preferite per gli esperimenti della Neuralink, l'azienda con cui Elon Musk sta cercando di realizzare un chip celebrare.