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13 Ottobre 2025
12:23

I delfini si stanno ammalando di Alzheimer a causa del cambiamento climatico

Sempre più delfini si stanno spiaggiando in Florida a causa di una degenerazione cerebrale simile all’Alzheimer umano. L'insorgenza della malattia è legata alle tossine prodotte dalla fioritura di alghe tossiche causate dal riscaldamento delle acque. Si tratta di neurotossine dannose anche per l’uomo.

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Sempre più delfini si stanno arenando sulle coste della Florida, e il motivo potrebbe risiedere in una forma di degenerazione cerebrale molto simile a quella osservata negli umani affetti da Alzheimer. L'ipotesi è stata avanza da ricercatori provenienti dalla Florida e dal Wyoming, e i risultati pubblicati sulla rivista Nature Communication Biology lasciano pochi dubbi.

Cosa c'entra l'Alzheimer con lo spiaggiamento dei delfini

Le temperature superficiali sulla Terra nel 2024 sono state le più calde mai registrate in epoca moderna e questo fenomeno ha avuto effetti anche sull'habitat marino e sulle creature che la abitano. A catturare l'attenzione pubblica sono soprattutto cambiamenti visibili ed eclatanti come la scoperta di un enorme cimitero di coralli nella Grande Barriera Corallina, oppure i danni causati da incendi e siccità, ma ci sono anche conseguenze più sottili del riscaldamento delle acque.

Uno di questi è la maggiore proliferazione di alghe tossiche, la cosiddette fioriture algali, che inquinano l’acqua e riducono la qualità dell’habitat. I ricercatori riconducono gli spiaggiamenti dei delfini lungo la costa della Florida proprio alle fioriture algali e alle sostanze tossiche rilasciate nell'acqua. E anche gli esseri umani ne scontano le conseguenze.

Negli ultimi 25 anni, la laguna dell'Indian River, un estuario di 251 km con acqua salmastra che occupa quasi metà della costa orientale della Florida, ha sperimentato gravi fioriture di alghe tossiche accompagnate da un aumento medio annuo della temperatura di 3,3 °C in tutto lo stato.

I ricercatori hanno analizzato i cervelli di 20 delfini tursiopi comuni (Tursiops truncatus) spiaggiati in questa zona sia nei mesi della fioritura delle alghe, tra giugno e novembre, e quelli della non-fioritura, tra dicembre e maggio. Le cause di morte includevano trauma acuto, deperimento e inanizione, infezione virale e polmonite, e tutti i campioni di corteccia cerebrale dei delfini erano positivi alla neurotossina 2,4-DAB, correlata a una maggiore insorgenza di degenerazione celebrare collegata al morbo di Alzheimer.

La presenza della neurotossina nel tessuto celebrare è associato direttamente alla proliferazione delle alghe: nei delfini spiaggiati durante la fioritura la concentrazione era maggiore di circa 2.900 volte rispetto a quelli della non-fioritura.

La presenza della tossina causa nei tursiopi sintomi simili a quelli dell'Alzheimer come disorientamento e demenza, e questa condizione li porterebbe a perdere l'orientamento e spiaggiarsi. Ma non sono gli unici mammiferi a scontare gli effetti nocivi della neurotossina.

Non solo i delfini: anche gli umani si ammalano a causa delle alghe

Non è un caso che nel 2024 la contea di Miami Dade, la più popolosa della Florida, aveva la più alta prevalenza di malattia di Alzheimer negli Stati Uniti.  Le tossine prodotte durante la fioritura delle alghe hanno un impatto anche nella rete alimentare, finendo per rappresentare un rischio significativo per la salute dei mammiferi marini come i delfini, ma di quelli terrestri che vivono dei prodotti del mare, a cominciare dagli esseri umani.

Diversi studi hanno dimostrato che queste neurotossine sono concentrate nei tessuti cerebrali di individui con diagnosi di malattie neurodegenerative, e potrebbero quindi essere correlate allo sviluppo della malattia anche nelle persone. "Vi è un urgente bisogno di modelli sperimentali innovativi che aiutino a guidare la nostra comprensione di come l'esposizione alle tossine influenzi la salute del cervello durante tutto l'arco della vita", è la richiesta dei ricercatori.

In quest'ottica i delfini potrebbero fungere da specie sentinella per l'esposizione alle tossine e fornirci una gamma di esposizioni relative alle tossine e ad altri inquinanti presenti nell'ambiente. I delfini infatti sono considerati un modello per lo studio del morbo di Alzheimer perché con l'età sviluppano i principali cambiamenti neuropatologici associati alla malattia anche negli umani. "La co-occorrenza di cambiamenti neuropatologici e l'accumulo naturale di tossine algali osservati nei delfini offre un'opportunità unica per studiare l'impatto di questi due eventi convergenti sul cervello", concludono i ricercatori dell'Hubbs-SeaWorld Research Institute di Melbourne Beach, Florida, del Blue World Research Institute di Cocoa, Florida, della Miller School of Medicine dell'Università di Miami, Miami, Florida, del Brain Chemistry Labs di Jackson Hole, Wyoming, e della Rosenstiel School of Marine, Atmospheric, and Earth Science dell'Università di Miami, Miami, Florida.

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