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Un'importante notizia è arrivata in questi giorni all'associazione Horse Angels, fondata nel 2009 con l'obiettivo di contrastare gli abusi, l'abbandono e il maltrattamento dei cavalli e di altri equidi: grazie alla denuncia presentata dalla onlus nel 2023, otto ippici sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Napoli. L'associazione è stata anche riconosciuta come unica parte offesa e si costituirà in giudizio in un processo cumulativo in cui gli imputati sono accusati di aver dopato due cavalli del trotto e uno del galoppo per le gare all’Ippodromo di Agnano, a Napoli, utilizzando sostanze differenti tra cui stupefacenti, stimolanti e ormoni.
Il primo cavallo era stato trovato positivo ad una corsa che si era svolta il 21 maggio del 2021, il secondo il 4 agosto dello stesso anno e l'ultimo il 18 giugno del 2022.
Il doping non è il solo "lato oscuro" dell'ippica ma i cavalli, una volta considerati non più utili per le corse, vengono anche condannati a morte attraverso la macellazione clandestina. Di questi e altri aspetti se ne occupa in prima persona l'avvocata Laura Mascolo che ha difeso Horse Angels in diversi casi come quelli per cui si è arrivati ora al processo.
Cosa era accaduto a questi tre cavalli e cosa rischiano le persone rinviate a giudizio?
Appena terminate le corse all’Ippodromo di Agnano, gli animali sono stati trovati positivi a sostanze vietate: uno era sotto l'effetto di un metabolita della cocaina, un altro sottoposto ad una sostanza stimolante e l'ultimo a un metabolita Nandrolone. Il Regolamento per il Controllo delle sostanze proibite Antidoping vieta assolutamente l’uso nei cavalli che gareggiano di alcune sostanze come la cocaina. Altre, invece, sono proibite per varie ragioni solo se presenti al di sopra di una certa soglia. La sommistrazione di queste sostanze costituisce delitto di maltrattamento ai sensi del secondo comma dell’art. 544 ter c.p.. Si tratta di un cosiddetto "reato di pericolo", cioè viene punito al di là dell’effettivo danno arrecato all’animale, proprio perché l’ordinamento penale anticipa la soglia di punibilità, data la pericolosità del comportamento.
Cosa prevede il codice penale in questi casi?
Il codice penale prevede la punizione di chi somministra “agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi” con la pena della reclusione fino a 2 anni e la multa fino a 30 mila euro. La pena aumenta della metà, se ne deriva la morte. Non solo, questo tipo di condotta configura anche il reato di frode sportiva che si unisce alla precedente contestazione e che prevede pene ancora più severe: i proprietari, gli allenatori e i driver dei cavalli in questione, quindi, dovranno rispondere di entrambi i reati.
In questi casi si apre anche un procedimento sportivo e vi sono le Commissioni di disciplina di prima istanza e quelle di Appello del MASAF che possono arrivare a decisioni anche molto severe, come la sospensione dell’allenatore da tutte le qualifiche per periodi di tempo anche prolungati, l’allontanamento del cavallo dalle gare, il distanziamento del cavallo dall’ordine di arrivo, etc.
Quando un cavallo viene sospeso che danni arreca la decisione alla scuderia?
Se il cavallo dovesse venire sospeso anche per solo qualche mese, diventerebbe non più produttivo per tutti e, anzi, risulterebbe un costo a carico: in uno dei casi dove la Horse Angels O.D.V. si è costituita parte civile, difesa da me, si è arrivati in primo grado ad una condanna di un anno e sei mesi di reclusione per la somministrazione di quantitativi molto alti di testosterone durante una competizione, ma uno dei cavalli (sospeso dalle corse) è finito macellato senza pietà prima dei tempi di sospensione necessari, se mai ce ne fossero: cioè prima di aver smaltito la sostanza.
Cosa ne è stato dei cavalli legati a questo caso?
Uno dei cavalli per cui si è a giudizio ora, purtroppo, l’abbiamo ritrovato come oggetto di macellazione clandestina in una delle più importanti indagini su questo tema portate avanti dalla Procura e i NAS di Perugia: anche qui stiamo seguendo il processo dopo aver presentato denuncia e tante testimonianze a corredo. Dopo una carriera da cavallo agonista è finito rivenduto a soggetti che sono imputati per traffico illecito di cavalli non destinati alla produzione alimentare (non DPA), macellazione abusiva, maltrattamento e uccisione animale, commercio illecito di sostanze vietate e falsificazione di documentazione sanitaria.
Quanto è diffuso questo fenomeno?
Il processo che stiamo seguendo riguarda in realtà più di 100 cavalli che finivano nelle mani di una rete criminale che li trasportava verso macelli in Puglia. Parliamo di animali spesso anziani o malati e non destinati alla produzione alimentare. Al momento tre delle persone coinvolte hanno patteggiato la pena, una è rinviata a giudizio, per le altre si è proceduto separatamente e, probabilmente, si aprirà il processo a breve.
Il fenomeno, purtroppo, è massivo e moltissimi cavalli dell’ippica finiscono al macello, soprattutto perché a fine carriera o quando non “servono” più, rappresentano per molti solo un costo. Se in mani di persone senza scrupoli o che fanno finta di non vedere, perchè tanti cedono i loro cavalli senza garanzie pur di liberarsene, gli animali vengono riciclati nelle corse illegali e/o avviati alla macellazione clandestina.