
Per molti cani la pallina è tutto: il centro di qualsiasi gioco, della corsa, della loro felicità. Alcuni non smettono mai di inseguirla, altri non la mollerebbero neanche per un bocconcino, altri ancora la sorvegliano come se fosse il tesoro più prezioso. Ma secondo un nuovo studio pubblicato recentemente su Scientific Reports, in certi casi quell'amore ha più le sembianze di un'ossessione e potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto simile a una dipendenza.
Quando il gioco diventa un'ossessione

Il team guidato da Stefanie Riemer, etologa della Vetmeduni di Vienna, ha analizzato il comportamento di 105 cani – 56 maschi e 49 femmine, di età compresa tra uno e dieci anni – molti dei quali descritti dai loro umani come fortemente motivati verso i giocattoli. Gli studiosi hanno osservato come reagivano in diverse situazioni: giocando con il proprio umano, restando soli con la pallina, vedendola chiusa in una scatola o posta su uno scaffale, mentre nelle vicinanze era disponibile anche del cibo.
Successivamente, i ricercatori hanno poi valutato l’intensità delle loro reazioni, come abbai, salti, tentativi di afferrare l'oggetto nonostante fosse inaccessibile, rifiuto del cibo pur di non distogliere l'attenzione dal gioco. Nel complesso, 33 cani hanno mostrato punteggi superiori alla media, con comportamenti paragonabili – per intensità e ripetitività – a quelli osservati nelle dipendenze comportamentali umane.
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Le razze più predisposte e il ruolo della genetica

Le razze più rappresentate erano erano Malinois (18 cani), Border Collie (9 cani) e Labrador Retriever (9 cani), ma quelle che hanno ottenuto i punteggi più alti sono stati soprattutto terrier e pastori, suggerendo l'esistenza di una certa componente genetica. Gli autori hanno anche intervistato i loro umani, che in molti casi hanno detto di non aver mai fatto nulla per incoraggiare tali atteggiamenti, segno che questo comportamento dipende in larga parte dal cane stesso.
In effetti, terrier e pastori sono noti per avere una spiccata motivazione possessiva, ovvero il desiderio di tenere per sé una risorsa o un oggetto di valore. I primi sono stati infatti selezionati soprattutto per cacciare piccole prede, come conigli e roditori che, una volta acciuffati, non devono più essere mollati. I secondi, invece, hanno il compito di proteggere le greggi dai predatori, e per svolgere questo lavoro è ovviamente indispensabile avere la percezione che gli animali siano di loro proprietà.
I cani possono sviluppare dipendenze come quelle umane?

Gli autori hanno anche confrontato le osservazioni con quattro criteri chiave per lo studio e l'analisi delle dipendenze comportamentali umane: desiderio intenso, perdita di autocontrollo, importanza attribuita all'oggetto e persistenza del comportamento nonostante le conseguenze. E i cani con i punteggi più alti sembravano rispondere proprio a questo schema. Tuttavia, gli stessi autori invitano comunque alla cautela. Non tutti i cani "ossessionati" dalla pallina hanno un vero problema di dipendenza.
I problemi nascono, come sempre, quando ci sono conseguenze negative reali per la vita e il benessere quotidiano, come ansia, comportamenti compulsivi e difficoltà a gestire la mancanza di gioco. Serviranno ulteriori studi per capire effettivamente se questi comportamenti siano davvero cronici o dannosi e se possono effettivamente essere paragonati alle dipendenze di noi umani. Per ora, l'indicazione è semplice: il gioco rimane fondamentale, ma come per ogni attività da fare con i nostri amici a quattro zampe, anche qui servono regole ed equilibrio.