
L'amicizia tra preda e predatore è uno dei cliché più abusati della letteratura e del cinema, ma qualche volta si realizza anche nel mondo reale. Lo dimostra la strana storia del cinghiale Freccia, adottato dai cacciatori della compagnia di Salerno "Lupi di Montestella".
A raccontare questo insolito legame sono proprio i cacciatori: "Può sembrare un assurdo ma la nostra mascotte è un cinghiale! – scrivono in un post – Lei è Freccia il nostro portafortuna, che vive felice e indisturbata sulle colline di Salerno".
In un video condiviso nel dicembre 2024 si vede il cinghiale mentre si avvicina ai cacciatori, annusa le loro mani e si stende per farsi accarezzare la pancia, dimostrando quanto l'animale selvatico sia ormai totalmente confidente nei confronti delle persone.

Il cinghiale femmina Freccia è la mascotte dei cacciatori di Salerno
Il numero di cacciatori in Italia sta diminuendo sempre di più, ma ci sono ancora alcuni gruppi di irriducibili in tutta Italia. A Salerno, però, la compagnia di caccia grossa denominata "Lupi di Montestella" ha fatto qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri.
In due video pubblicati nel dicembre 2024 e poi nel luglio 2025 li si vede mentre interagiscono con un cinghiale femmina loro soprannominato Freccia. Gli animali selvatici non hanno sviluppato un rapporto di coevoluzione con l'uomo come invece è successo ai cani o alla loro controparte domestica, i maiali, e quindi solitamente tendono a essere molto schivi nei confronti delle persone. Freccia però è diversa: lei si avvicina ai cacciatori e ricerca attivamente la presenza dell'uomo, come si vede dalle immagini.
È il risultato della pericolosa abitudine dell'uomo di avvicinare gli animali selvatici. Questi ultimi, una volta persa la naturale diffidenza nei confronti della nostra specie, diventano confidenti e non si liberano più del bisogno di ricercare persone, ambienti urbanizzati, e i nostri rifiuti. Un fenomeno molto comune nelle grandi città come Roma o nei comuni di campagna come quelli che costellano la provincia di Salerno, dove vive Freccia.
Perché i cacciatori hanno adottato un cinghiale
I cacciatori sentono di essere parte della natura con la loro attività, dei "bioregolatori" come li ha definiti anche il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida. E anche quelli di Montestella credono a questa missione, come si evince dai riferimenti condivisi sulla loro pagina a Diana, la dea della caccia, una figura che fa parte del mondo naturale senza esserne antagonista. In un certo senso quindi non sorprende quando i cacciatori dicono di imbracciare i fucili per amore della natura e non contro di essa.
Tuttavia, anche se hanno scelto di non puntare il mirino verso un individuo che ritengono amico, che "segue cacciatori e pastori nei boschi", il rapporto con Freccia resta estremamente problematico. Gli animali selvatici non traggono beneficio dalla nostra vicinanza, al contrario hanno molto da perdere, come si vedrà tra qualche mese, quando i cuccioli di Freccia saranno adulti.
Ora Freccia è mamma e i cacciatori si chiedono: "E adesso?"

Il 24 luglio i cacciatori hanno scoperto che la loro mascotte è diventata mamma e si sono chiesti: "E adesso?". La domanda sottostante è: "Come ci comporteremo con i figli della nostra beniamina?". Probabilmente li uccideranno.
Questi giovani cinghiali non avranno scampo dato che saranno stati abituati dalla loro mamma ad avvicinarsi alle persone, cacciatori compresi. In quanto figli di una mamma confidente che ha una particolare affinità con coloro che imbracciano un fucile, saranno probabilmente le prime vittime della prossima stagione di caccia al cinghiale.