UN PROGETTO DI

Gruccioni in aumento e api in pericolo: ricercatori e apicoltori uniti per una convivenza possibile

Un nuovo progetto di citizen science coinvolge gli apicoltori italiani per scoprire il reale impatto del gruccione sulle popolazioni di api da miele. Attraverso un questionario online, ricercatori e apicoltori uniti vogliono raccogliere dati su questo coloratissimo uccello in aumento in tutta Italia per trovare anche strategie efficaci per una convivenza possibile tra uccelli, insetti e apicoltura.

24 Luglio 2025
12:28
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I coloratissimi gruccioni, ghiotti di api, sono in aumento e gli apicoltori sono sempre più preoccupati per i loro apiari. Foto di Antonio Sementa

Un piccolo uccello migratore dai colori accesi – azzurro, giallo, ruggine – sta diventando sempre più comune nelle campagne e nei cieli italiani. È il gruccione (Merops apiaster), una specie affascinante e specializzata nella caccia in volo agli insetti, in particolare alle api. Ma mentre la sua presenza crescente entusiasma birdwatcher, fotografi e naturalisti (e blocca i lavori per la TAV), suscita anche non poche preoccupazioni tra gli apicoltori, soprattutto in un contesto già fragile per la sopravvivenza delle api da miele.

Ora, per la prima volta, un team di ricerca multidisciplinare ha lanciato un progetto nazionale di citizen science – la scienza partecipata anche da comuni cittadini – per ascoltare direttamente le voci degli apicoltori italiani. Attraverso un questionario online, gli studiosi vogliono raccogliere esperienze, percezioni e soprattutto dati utili per valutare se – e quanto – la crescente presenza del gruccione possa impattare sull'apicoltura.

Il gruccione, un uccello coloratissimo simbolo dei cambiamenti climatici

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Il gruccione è una specie migratrice che nidifica in Europa e sverna in Africa e negli ultimi decenni ha visto un vero e proprio boom demografico favorito dai cambiamenti climatici

Negli ultimi anni, il gruccione ha visto un vero e proprio boom demografico. Secondo l’Atlante degli Uccelli Nidificanti in Italia, si è passati da circa 5.000 coppie nel 1997 a oltre 12.000 nel 2016, e la tendenza è in costante crescita. Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici ha spinto questa specie (da sempre presente in Italia) a spingersi sempre più a nord, colonizzando anche aree dell'Europa centrale dove prima era completamente assente, come Svizzera, Germania, Polonia.

Questa espansione, ci tengono a sottolineare gli esperti, non è un'invasione, come nel caso delle tante specie aliene arrivate negli ultimi anni, ma un segnale comunque allarmante dei cambiamenti ambientali in atto. "Il gruccione non è una specie aliena", precisa l'ornitologo Rosario Balestrieri della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. "È un migratore autoctono, la cui crescita demografica evidenzia l'inefficacia delle attuali politiche di contrasto alla crisi climatica. È, in un certo senso, una colorata denuncia".

Ma i colori brillanti e la bellezza tanto apprezzata da birwatcher e fotografi naturalisti non basta a tranquillizzare chi lavora quotidianamente con le api. Il gruccione, infatti, si nutre per il 30-80% proprio di imenotteri, tra cui vespe, bombi, calabroni e – sopratutto – le api domestiche allevate per il miele. Dove infatti ci sono numerose arnie e apiari, questi insetti possono diventare prede facili per i gruccioni, mettendo a rischio intere colonie.

Il questionario: apicoltori protagonisti della ricerca

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L’obiettivo dei ricercatori è capire il reale impatto dei gruccioni sull’apicoltura e riuscire a trovare strategie efficaci per una convivenza pacifica

Ma per capire quanto questo impatto sia concreto, e soprattutto per costruire strategie di convivenza concrete, servono dati concreti, non solo percezioni e osservazioni aneddotiche. E chi meglio degli apicoltori può fornirli? Da qui nasce l'idea del questionario ideato e promosso da un team di ricercatori provenienti da diverse importanti enti e istituzioni italiane: oltre a Balestrieri, fanno parte del team anche Luciano Bosso (CNR – ISAFoM), Mattia Brambilla (Università di Milano) e Gennaro Di Prisco (CNR – IPSP).

L'obiettivo, spiega Bosso, è duplice: "Quantificare l'impatto reale del gruccione sull'apicoltura italiana e individuare le aree più sensibili dove sarà necessario intervenire con misure di mitigazione. Stiamo già ricevendo molte risposte – oltre 250 in meno di un mese -, ma abbiamo bisogno di coinvolgere tutta la comunità apistica, da nord a sud". Il questionario, disponibile online, è completamente anonimo e r accoglie dati su località, tipologia di attività apistica, frequenza di avvistamento dei gruccioni e sulle eventuali strategie dissuasive adottate.

L'iniziativa ha subito ricevuto il sostegno e l'appoggio dell'Associazione Apicoltori Professionisti Italiani (AAPI). "Abbiamo promosso sin dall’inizio questo studio perché la questione "gruccioni-api" è sempre più sentita", sottolinea infatti il consigliere Antonio Carrelli. "Invitiamo tutti gli apicoltori, anche non associati, a compilare il form. È un piccolo gesto che può fare la differenza per tutta la categoria".

Api in allerta, colonie più vulnerabili

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Ma cosa può comportare davvero la presenza costante dei gruccioni vicino a un apiario? Secondo l'entomologo Gennaro Di Prisco, l'impatto può andare ben oltre la semplice predazione. "Il gruccione può innescare un effetto a catena. Le api, sotto stress costante, riducono l'attività di bottinaggio. Questo limita l'accumulo di risorse e indebolisce la colonia. In situazioni già compromesse – come quelle causate da parassiti o siccità – si può arrivare a un collasso, seppur raramente".

Il progetto in corso mira anche a individuare soluzioni non cruente per tenere lontani i gruccioni dagli apiari e favorire così una convivenza più pacifica tra uccelli, insetti e attività umane. Tra le possibili soluzioni potrebbero esserci stimoli visivi, dissuasori acustici, tecniche bioacustiche e, perché no, interventi strutturali su paesaggio e habitat in base al contesto. Ma per farlo, agli scienziati servono prima le storie, i numeri e i dati di chi lavora ogni giorno accanto alle api.

Una convivenza possibile: da "nemici" ad "amici"?

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Il questionario è il primo fondamentale passo per costruire una vera convivenza tra api e gruccioni

Il gruccione, ricordano gli esperti, fa parte di una rete ecologica estremamente più ampia e complessa. Non caccia solo api e potrebbe perfino aiutare a controllare la diffusione di altri pericolosi predatori delle api, come l'ormai famigerata Vespa velutina, il calabrone alieno arrivato dall'Asia, ancora poco studiata come potenziale preda di questo uccello. "L'importanza di questo studio", conclude Bosso, "è che per la prima volta produrremo mappe di rischio nazionali, basate sull'esperienza reale degli apicoltori. Questo ci permetterà di sviluppare strategie concrete e calibrate sui diversi territori".

Nel frattempo, l'ascolto reciproco tra ricercatori e apicoltori è il primo fondamentale passo per costruire una vera convivenza tra api e gruccioni. Una convivenza sicuramente non semplice, ma possibile, oltre che necessaria. Se quindi sei un apicoltore – professionista o amatoriale – o conosci qualcuno che lo è, compila il questionario disponibile online. La tua esperienza può contribuire sia a proteggere le api che a costruire un futuro più sostenibile, per loro, per i gruccioni e per noi.

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