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La Corte suprema della Galizia ha ordinato alle autorità di eliminare l'inquinamento legato all'allevamento intensivo di suini e la motivazione rappresenta un caso unico e storico: è la prima volta in Europa che un tribunale riconosce legami diretti tra inquinamento agricolo intensivo e violazione di diritti fondamentali dell'uomo come la salute e il diritto a un ambiente pulito.
La sentenza in sostanza riconosce che gli allevamenti intensivi violano i diritti umani nella regione che si trova nella parte nord-occidentale della Spagna. Il caso in particolare riguarda quanto, secondo la Corte, hanno dovuto patire i 20 mila residenti del comune di A Limia, zona nella quale sorgono diversi allevamenti intensivi che hanno contaminato con composti chimici utilizzati nelle strutture il bacino di Las Conchas, un'infrastruttura idrologica costruita sul fiume Limia.
I liquami hanno portato i cittadini a lamentare costantemente il dover vivere costantemente sottoposti al respirare odori orribili a causa dei cianobatteri di alta tossicità presenti nell'aria e con l'acqua dei pozzi completamente inquinata.
Accertata questa situazione, la Corte ha predisposto il pagamento di un risarcimento parti a 30 mila euro per ogni residente della zona e, tra le altre cose, ha coinvolto anche il governo locale cui è stato imposto di garantire acqua potabile pulita e sicura. L'Alta Corte ha anche condannato la la Confederazione Idrografica Miño-Sil e Limia per la decennale mancanza di controllo nella regione galiziana.
La sentenza ha portato alla condanna sia delle autorità statali che quelle della regione e, appunto, mai prima una corte europea aveva affrontato da questo punto di vista l'impatto dell'allevamento su larga scala sulle fonti idriche e sui diritti umani dei residenti. Il caso è stato sollevato grazie alla collaborazione delle associazioni ambientaliste ClientEarth e Friends of the Earth Spain che per anni si sono battute perché si riconoscesse quanto l'allevamento intensivo crea danni non solo agli animali sfruttati ma anche al territorio e, cosa appunto mai valutata in precedenza, agli stessi esseri umani.
La notizia sta rimbalzando sui media locali che da tempo hanno riportato che gli abitanti di Limia descrivono la vita quotidiana come "impossibile" a causa della continua proliferazione di allevamenti intensivi di suini e pollame in cui le sostanze chimiche come i nitrati vengono utilizzati in maniera massiva e i residui si sono infiltrati nelle falde acquifere e nei bacini idrici.