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Gli impollinatori garantiscono la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche. Senza di loro, a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche la nostra alimentazione, la salute pubblica e la sicurezza economica. Siamo abituati ad associare le api ai nostri piatti preferiti solo in senso negativo, come un fastidio durante i pranzi estivi, mentre invece sono proprio queste ad aver permesso alla pizza, alla parmigiana e ai nostri dolci preferiti di essere sulla nostra tavola.
Senza le api il mondo a cui siamo abituati è destinato a scomparire, e stiamo andando proprio verso quella direzione: oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l’estinzione a livello globale, mentre in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione. E non dovremmo ricordarcene solo in occasione della Giornata mondiale delle api.
Quali alimenti rischiano di scomparire insieme alle api: il ruolo fondamentale degli insetti impollinatori per l'ecosistema
Alcuni alimenti di largo consumo che troviamo comunemente sulle nostre tavole, come ad esempio zucche e zucchine, mele, mandorle, pomodori, fragole, cacao e altri, dipendono in larga parte dall’impollinazione animale.
L'impollinazione rappresenta un servizio ecosistemico fondamentale per la nostra sopravvivenza, un beneficio che la Natura ci dona gratuitamente, e che noi molto spesso sprechiamo. E lo facciamo a discapito di noi stessi. Come riporta il dossier pubblicato dal Wwf in occasione della Giornata mondiale delle api.
Il valore economico dell’impollinazione è molto più elevato di quello derivante dai prodotti diretti dell’apicoltura, come miele, polline, propoli. Valutando una sola colonia di api, si stima una produzione di oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i 240 euro ricavati dai prodotti dell’alveare. Non solo il valore economico che ricaviamo dal servizio delle api, va considerato ancora di più quello, quasi inestimabile, della salute e benessere delle persone.
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, la drastica riduzione dell'impollinazione sta già contribuendo a circa 500.000 morti premature all’anno, a causa della diminuzione di frutta, verdura e frutta secca nella dieta. Uno squilibrio nella disponibilità di cibi sani, ricchi di vitamine e micronutrienti, come quelli garantiti dagli impollinatori, può aumentare l’incidenza di malattie croniche come diabete, tumori e patologie cardiovascolari.
La scomparsa delle api è un tema globale e negli anni se ne sono occupate non solo le associazioni ambientaliste ma anche i governi.
Wwf: "Le risorse naturali sottoposte a uno stress sempre più forte"
Nel 2018 l’Unione europea ha vietato l’uso all’aperto di tre neonicotinoidi – pesticidi noti per i loro effetti devastanti sulle api – ma resta consentito il loro utilizzo nelle serre e in molti Paesi, tra cui l’Italia, sono state concesse deroghe che ne permettono ancora l’impiego. Il recente ritiro da parte della Commissione UE del Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) ha rappresentato un passo indietro tanto nella protezione della biodiversità quanto, come conseguenza, nella tutela del nostro diritto alla salute.
"La crisi degli impollinatori non è un problema che riguarda solo la Natura, è una crisi che finisce per colpire direttamente noi: la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza alimentare – sottolineato Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia – E in un Pianeta in cui la popolazione è in crescita esponenziale e le risorse naturali sottoposte a un sempre più forte stress, non possiamo permetterlo. È indispensabile un cambio di rotta decisivo che in primis deve essere definito dalle nostre istituzioni: vietare le sostanze chimiche più dannose, aumentare le superfici agricole dedicate alla conservazione della natura, sostenere l’agricoltura biologica e promuovere l’agroecologia".
In questo scenario critico, l’approvazione della Nature Restoration Law da parte dell’Unione europea rappresenta un momento cruciale per invertire la rotta. Questa legge punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030, inclusi gli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori. L’articolo 10 del Regolamento impegna tutti gli Stati membri dell’Unione europea a mettere in atto azioni per fermare il declino degli insetti impollinatori e rende obbligatoria la realizzazione di un monitoraggio costante per verificare lo stato di conservazione delle diverse popolazioni di insetti. Per il WWF, è fondamentale che "questa norma venga attuata con ambizione e concretezza, garantendo il recupero ecologico del paesaggio rurale e sostenendo pratiche agricole ‘nature positive' amiche della biodiversità. Senza interventi strutturali e vincolanti, il declino degli impollinatori continuerà a minacciare il nostro futuro alimentare e ambientale".
Il WWF Italia, da oltre 40 anni impegnato nella tutela degli impollinatori, rilancia l’appello a istituzioni, imprese e cittadini: "È il momento di agire".