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Nel 2021 sono stati 9,41 milioni gli animali usati per la prima volta nella sperimentazione scientifica. Numeri che segnano un aumento di oltre il 18% rispetto al 2020. Sono i dati statistici relativi all'utilizzo di animali a fini scientifici in Europa e Norvegia diffusi Commissione.
Nella Giornata mondiale degli animali da laboratorio, che come ogni anno cade il 24 aprile, anche nel 2025 gli attivisti chiedono maggiori tuteli per gli individui coinvolti nelle sperimentazioni, e soprattutto di ripensare i modelli di ricerca, aumentando gli investimenti sui sistemi privi di crudeltà.
Raggiunto da Fanpage.it, il presidente dell'Oipa Italia, Massimo Comparotto, ha spiegato: "La scienza ci sta dimostrando che un altro tipo di ricerca è possibile. Il World Day For Animals In Laboratories deve essere l'occasione per evidenziare i tanti risultati positivi che ha dato la sperimentazione senza animali, la cui efficacia è stata dimostrata".
Sperimentazione animale in Italia: cosa dice la legge
La sperimentazione animale continua a essere una pratica diffusa nei laboratori di tutta Europa, Italia compresa. Nel 2022 anche il Ministero della Salute ha diffuso il rapporto annuale sull'uso di animali ai fini scientifici: il numero totale è di 553.208 animali, cifra che nel 2022 è scesa a poco più di 450.000. Tra le specie più coinvolte figurano topi, ratti, pesci e uccelli, ma anche cani e primati non umani, il cui impiego rimane costante.
La normativa italiana in materia di sperimentazione animale è regolata dalla legge n. 413 del 1993 riconosce il diritto all'obiezione di coscienza per medici, ricercatori e studenti, permettendo loro di rifiutare la partecipazione a procedure che coinvolgano animali senza subire discriminazioni.
Per garantire il benessere degli animali utilizzati nella ricerca, la legge prevede che ogni struttura autorizzata disponga di un Organismo Preposto al Benessere degli Animali (OPBA). Questo comitato ha il compito di valutare e monitorare le procedure sperimentali, assicurando che siano adottate misure per minimizzare dolore e sofferenza. La legge prevede che debba essere indicata la "sofferenza effettiva dell'animale" durante la procedura, valutata caso per caso e non sommata a quella eventualmente subita negli utilizzi precedenti, "di conseguenza non sono rendicontati gli animali sentinella, animali soppressi al solo fine di ottenere organi o tessuti e le forme fetali ed embrionali di specie di mammiferi". Infine, devono essere rendicontate anche nuove specie animali, come i Cefalopodi o gli animali geneticamente modificati quando l'alterazione genetica comporta sofferenza, dolore o disagio.
Nonostante la normativa incoraggi l'adozione di metodi alternativi alla sperimentazione animale, in Italia i finanziamenti pubblici destinati a queste tecniche sono ancora insufficienti. Questo limita la diffusione di approcci più etici ed efficaci, rallentando il processo di transizione verso una ricerca scientifica che non faccia uso di animali.
A che punto sono i metodi alternativi per una ricerca senza crudeltà
Unteam di ricercatori del Georgia Institute of Technology ha sviluppato in laboratorio modelli in miniatura del sistema immunitario umano, per comprendere meglio perché alcuni pazienti oncologici facciano fatica a combattere le infezioni. Questi modelli, basati su repliche in miniatura di organi e tessuti umani e derivanti da cellule staminali e chiamati organoidi immunitari umani, replicano l’ambiente in cui le cellule immunitarie imparano a riconoscere e attaccare gli agenti nocivi.
Questi organoidi rappresentano uno strumento per studiare il funzionamento del sistema immunitario in condizioni oncologiche. Per la prima volta, si possono ricreare e mantenere complessi processi immunologici in un gel sintetico usando sangue umano e monitorare efficacemente le risposte delle cellule B.
Il team ha progettato organoidi che imitano il tessuto delle tonsille e dei linfonodi umani, fondamentali per studiare le risposte immunitarie. Gli organoidi permettono alle cellule immunitarie, prelevate da sangue umano e tonsille, di maturare e produrre anticorpi in un ambiente controllato. Questo processo simula quanto avviene nel corpo umano e consente di studiare la risposta immunitaria in dettaglio.
Testando cellule provenienti da donatori sani e da pazienti con linfoma, i ricercatori hanno scoperto che le cellule immunitarie di chi ha sofferto di linfoma, trattati con specifiche immunoterapie, non si organizzano in “zone” funzionali, come avviene in una risposta immunitaria normale. Questa mancanza di organizzazione potrebbe spiegare alcune delle difficoltà che ex malati di cancro affrontano nel combattere le infezioni.
L'appello dell'Oipa: "Potenziare i modelli human-based"
Secondo Francesca Lavarini, biologa specializzata in antropologia ed etologia e delegata dell'Oipa, tra le maggiori organizzazioni di tutela animale, la ricerca human-based, vale a dire incentrata sull’uomo, può portare a ottenere risultati più precisi rispetto ai modelli animali, oltre che a ridurne la sofferenza.
"La stragrande maggioranza dei farmaci (il 90%) che hanno superato con successo i test preclinici fallisce nelle fasi cliniche – sottolinea Lavarini – La percentuale di fallimenti è dell’85% nelle prime fasi cliniche, e solo la metà di quelli che arrivano alla fase III vengono approvati per l’uso clinico. La maggior parte dei fallimenti si verifica nei test dei farmaci per il cancro, principalmente a causa della mancanza di efficacia clinica (40-50%) o per tossicità (30%)".
"L'Oipa ha da sempre tra gli obiettivi principali l'abolizione della vivisezione e di ogni altra tipologia di sfruttamento animale, per questo continueremo a promuovere i metodi di ricerca alternativi", è l'appello del presidente dell'organizzazione, Massimo Comparotto.
La Lav: "Gli animali sono esseri senzienti"
La Lav ha posto l'accento sulle sofferenze a cui sono esposti gli animali, e sulla discrepanza tra le garanzie di benessere animale richieste dalla normativa e la vita effettiva delle cavie: "Dal punto di vista della sofferenza inferta agli animali, esseri senzienti, scorrendo alcuni dei protocolli elencati dal Ministero della Salute che descrivono le modalità degli esperimenti, si può leggere: ‘frattura chiodi centri midollari', ‘ulcere', ‘lesioni cerebrali', ‘stimolazione profonda con elettrodi', ‘danni cerebrali acuti', ‘danni renali cronici', ‘rigenerazione lesione spinale e nervo ottico', ‘reattività encefalo suino a contatto con colla chirurgica'".
Contro la sperimentazione animale la Lav ha ingaggiato una vera e propria battaglia per limitare l'avvio di nuove pratiche: "A queste agghiaccianti definizioni va sommata l’ascesa, lenta ma costante, delle sperimentazioni per le quali i laboratori autorizzati chiedono e ottengono di poter evitare il ricorso all’anestesia".