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Negli ultimi sessant'anni le specie aliene sono costate all'Europa oltre 1.584 miliardi in 60 anni. La stima è stata pubblicata sulla rivista Nature Ecology & Evolution e indica che l'impatto economico globale di tali specie potrebbe essere diverse volte superiore a quanto precedentemente stimato.
Studi precedenti, infatti, pur avendo dimostrato che le specie aliene invasive rappresentano una minaccia per la biodiversità, per i servizi ecosistemici e le economie, ne avevano calcolato l'impatto monetario relativamente a un numero limitato di Paesi. Quest'ultimo guidato dall'Università della Boemia Meridionale e dalla canadese McGill University combina una maggiore varietà di i costi, fornendo un quadro decisamente più fosco.
Lo studio: impatto delle specie aliene 17 volte superiore alle stime precedenti
Le specie aliene sono tutti quegli organismi, animali o vegetali, che proliferano in un habitat diverso da quello originario dove sono arrivate a causa dell'intervento umano. Questi spostamenti possono avvenire in modo accidentale, ad esempio attraverso le acque di zavorra delle navi o il trasporto di merci, oppure in maniera intenzionale, come nel caso di specie introdotte per scopi venatori. Non tutte le specie aliene diventano invasive: alcune si integrano senza causare danni significativi, mentre altre si diffondono in modo incontrollato, diventando una minaccia per gli ecosistemi locali.
Le specie aliene sono facilitate nella loro opera di colonizzazione del nuovo ecosistema sia dall'assenza di predatori che dall'incapacità di difendersi delle potenziali prede. In Italia gli esempi più eclatanti sono rappresentati dal gambero rosso della Lousiana, e soprattutto dal granchio blu, considerata la specie più invasiva presente oggi nel nostro paese e per il quale il Governo ha stanziato oltre 55 milioni di euro.
Ma l'analise dei ricercatori cechi e canadesi mappa l'impatto di un gran numero di specie in tutto il mondo, e stima i costi monetari sostenuti per la loro diffusione in altri paesi, tra cui 78 nazioni per le quali in precedenza non erano disponibili dati, come Bangladesh, Costa Rica, Cipro ed Egitto.
È stato scoperto che le specie vegetali invasive sono state responsabili di un costo per le economie nazionali di 926 miliardi di dollari nel periodo di studio, seguite dagli artropodi con 830,29 miliardi di dollari. I mammiferi invasivi sono costati 263,35 miliardi di dollari, gli uccelli circa 101,36 miliardi di dollari, i molluschi 16,31 miliardi di dollari e i pesci 3,47 miliardi di dollari. Si stima che, in base ai dati per chilometro quadrato, i cinghiali siano gli animali più gravosi dal punto di vista economico, con un costo di oltre 121.000 dollari.
Numeri 17 volte superiori alle stime precedenti.
I ricercatori: "In Europa l'impatto più alto"
"Ciò rappresenta una discrepanza nel costo globale di queste specie, che va da 126,81 miliardi di dollari a 2.215 miliardi di dollari nel periodo 1960-2022, con una media annua di 35 miliardi di dollari – si legge nello studio – L'Europa ha avuto il più alto impatto potenziale derivante dalle invasioni biologiche, raggiungendo i 1.584 miliardi di dollari, pari al 71,45% dei costi globali".
Tra i vari Paesi, lo studio ha rilevato che il Regno Unito ha registrato i costi stimati più elevati dovuti alle specie invasive, con oltre 1,3 trilioni di dollari: "A livello regionale, l'Europa, la costa orientale della Cina e le coste orientali e occidentali degli Stati Uniti sono state fortemente colpite. Questi risultati collocano il costo monetario delle invasioni biologiche su una scala simile ai costi globali degli eventi meteorologici estremi attribuibili al cambiamento climatico".