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7 Novembre 2025
15:58

Fugatti indagato per l’uccisione con crudeltà dell’orso M90: respinta la richiesta di archiviazione

Il Gip di Trento ha respinto la richiesta di archiviazione per Maurizio Fugatti, presidente della Provincia, indagato per avere ucciso con crudeltà l’orso M90. L’Enpa, che si era opposta all’archiviazione e oggi celebra l'ordinanza come una svolta storica per la tutela della fauna selvatica.

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Con un’ordinanza depositata oggi, 7 novembre, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero nei confronti del Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in merito all'uccisione dell’orso M90.

Secondo quanto emerge dal provvedimento, che Fanpage.it ha visionato. il giudice riconosce elementi indiziari sufficienti per procedere per il reato di uccisione di animale con crudeltà e senza necessità. Dopo la recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale al terzo mandato per i presidenti di regione, questa è una nuova stangata per Fugatti.

Perché il giudice ha deciso di indagare Fugatti

Oltre all'imputazione per il presidente trentino, il Gip avrebbe iscritto nel registro degli indagati anche due funzionari ritenuti coinvolti a vario titolo nell’uccisione dell'orso. Dalla ricostruzione emergerebbe che l'orso M90 non fu narcotizzato prima dell’uccisione, nonostante fosse radiocollarato e rintracciabile. Inoltre, furono esplosi tre colpi, ma solo due colpirono l’animale, senza però causarne la morte immediata. M90 infatti, come riporta l'autopsia, è deceduto a causa di un’emorragia interna.

Infine, tra gli elementi che hanno fatto pendere la bilancia del giudice verso l'imputazione di Fugatti, nessun veterinario sarebbe stato presente al momento dell'abbattimento, contrariamente a quanto previsto dal protocollo PACOBACE che regola la gestione dell'orso nelle Alpi italiane.

Alla luce della sofferenza evitabile inflitta all’animale e per la modalità con la quale è stata condotta l'uccisione, il Gip ritiene che “vi è già sufficiente base probatoria per ritenere configurabile il reato di uccisione con crudeltà”.

La denuncia dell'Enpa: "Svolta storica per la tutela della fauna selvatica"

Ad opporsi alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm di Trento per l'uccisione di M90 è stata l'associazione di tutela animale Enpa, che oggi vede accolte le proprie perplessità. Raggiunta da Fanpage.it, la presidente della sezione trentina dell'Enpa, Ivana Sandri, spiega: "Il povero M90 è stato ammazzato senza che vi fosse un veterinario, al fine di impedirne le terribili sofferenze, nonostante fosse radiocollarato e la sua uccisione fosse un atto organizzato, non certo improvvisato ed estemporaneo.

"Questa ordinanza – aggiunge Carla Rocchi, Presidente nazionale dell'associazione – segna un momento storico per la tutela della fauna selvatica in Italia. Per troppo tempo, la Provincia Autonoma di trento ha pensato di poter predisporre a piacimento la vita e la morte di orsi e lupi, con leggerezza e senza rispetto per le normative nazionali ed europee".

Per Rocchi "M90 è morto tra atroci sofferenze, senza una vera giustificazione. Oggi, finalmente, qualcuno è chiamato a risponderne. Ringraziamo gli avvocati Valentina Stefutti e Rosa Rizzi, che ci hanno rappresentati in questa grave vicenda e ringraziamo anche i professori Cristina Cattaneo, anatomo patologo, e Orlando Paciello, veterinario forense, che nella relazione tecnica resa in atti per Enpa hanno chiaramente evidenziato come l’uccisione con proiettili esplodenti di calibro 30.06. senza previa anestesia abbia causato un’emorragia interna che ha portato a morte l’animale dopo forti e prolungate sofferenze".

Leal: "Significativa l'imputazione coatta per Fugatti"

Sulla vicenda è intervenuta anche la Leal che aveva seguito la vicenda di M90 dal principi. Il presidente dell'associazine, Gian Marco Prampolini, dichiara: "L'imputazione coatta rappresenta un significativo risultato anche per le associazioni come LEAL che sin da subito hanno intrapreso azioni legali tra cui: deposito di denuncia querela, accesso agli atti Ispra. Accogliamo con favore l'ordinanza del GIP che è un passo fondamentale verso l'accertamento delle responsabilità per l'uccisione ingiustificata dell'orso M90″.

Come è morto l'orso M90

M90 era un individuo giovane, di circa due anni e mezzo. Era stato identificato e dotato di radiocollare a seguito di alcuni episodi di predazione e danneggiamento in alcuni allevamenti, per essere poi abbattuto nel febbraio 2024 da una squadra del Corpo forestale trentino nella Bassa Val di Sole. L'animale era stato identificato facilmente proprio grazie al segnale del radiocollare di cui era munito e delle marche auricolari.

L'abbattimento venne eseguito a poche ore dalla firma del decreto firmato dal presidente della Provincia Autonoma Fugatti, un tempo troppo breve per consentire alle associazioni di tutela animale di ottenere la sospensiva dal Tar di Trento. Proprio la tempestività d'esecuzione è stata a lungo al centro di un aspro dibattito tra la Pat e gli attivisti.

Per la Provincia "M90 era un animale pericoloso – si legge in una nota della Pat diffusa all'indomani dell'abbattimento – secondo la scala di problematicità riportata nel Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace), alla luce della sua eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane. Più volte aveva seguito intenzionalmente le persone".

L'episodio scatenante risale al 28 gennaio 2024, quando M90 seguì una coppia di escursionisti lungo una strada forestale nelle vicinanze del Comune di Mezzana, in Val di Sole. Secondo quanto riferito dalla Provincia, a seguito di quell'evento anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) aveva confermato la necessità di rimuoverlo.

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