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Nella relazione con un cane il guinzaglio è molto più di un semplice strumento per portarlo a passeggio: è un vero e proprio canale di comunicazione tra animale e umano, oltre che un elemento indispensabile per la sicurezza e il rispetto delle regole. Ma scegliere il guinzaglio giusto non è una questione di gusto o di semplice praticità. Entrano infatti in gioco fattori complessi, come la personalità del cane, le sue abitudini, la taglia, l'ambiente in cui vive e perfino la qualità della relazione con la persona che lo accompagna.
Esistono infatti guinzagli lunghi, corti, fissi o allungabili, in cuoio, nylon o stoffa intrecciata, ma nessuno di questi è "il migliore in assoluto" o quello sempre adatto per ogni individuo o situazione. Ogni cane, e naturalmente ogni binomio cane-umano, ha esigenze uniche che influenzano anche la scelta del guinzaglio che meglio di altri si adatta al contesto, ai protagonisti e alla relazione. Vediamo quindi quali fattori considerare e quando e come scegliere quello "giusto".
Da cosa dipende la scelta del guinzaglio: quale scegliere e quando

Per individuare il guinzaglio più adatto al nostro caso è necessario partire da un'osservazione attenta del protagonista principale, ovvero il cane. Un soggetto di piccola taglia, per esempio, potrebbe avere difficoltà con guinzagli troppo spessi e pesanti. Un Chihuahua o un Maltese farebbero molta fatica a muoversi con una corda di stoffa intrecciata pensata per un cane di grossa taglia. Al contrario, naturalmente, un guinzaglio troppo leggero rischia di essere poco resistente e poco sicuro per un cane robusto e forte.
Anche la personalità e le motivazioni individuali del cane sono tra i fattori principali da considerare. Alcuni cani – come le razze da caccia – possono avere una forte spinta esplorativa e hanno bisogno di molto spazio per annusare e muoversi. Per loro, strumenti come la lunghina o, in alcuni contesti, il guinzaglio avvolgibile (il cosiddetto flexi), possono offrire una maggiore libertà di movimento utile per assecondare questo bisogno.
Va però tenuto conto che alcuni guinzagli – come appunto il flexi – richiedono attenzione e molta consapevolezza nel loro utilizzo, perché la variazione continua della distanza può confondere il cane e rinforzare involontariamente errori di comunicazione e comportamenti indesiderati come il tirare. La lunghina, invece, può essere lunga anche 20 metri, per cui può sicuramente essere molto utile e comoda in natura, ma non può essere certamente per la quotidianità se viviamo in città.

In questo caso lo strumento più adeguato è probabilmente il classico guinzaglio fisso della lunghezza di circa un metro e mezzo (ma ci torniamo dopo), comodo per gli spazi stretti, ma che non offre l'opportunità di essere allungato nel caso in cui il cane desideri più spazio per esplorare e perlustrare l'ambiente. Ecco perché non esiste un solo guinzaglio sempre valido, ma bisogna considerare sempre il cane, le sue abitudini, i suo desideri e, naturalmente, il contesto in cui viviamo e ci muoviamo con lui.
Infine, anche la scelta del materiale può essere importante. Nylon, cuoio o catena sono le opzioni più diffuse, ma l'ideale è un materiale che offra un minimo di elasticità, in grado di ammortizzare eventuali strattoni, ma non troppa. L'elasticità estrema – un po' come il flexi – può confondere il cane e spingerlo a esercitare una trazione continua, poiché non conoscendo quale sia il limite potrebbe aspettarsi un'estensione costante.
Quanto deve essere lungo il guinzaglio del cane: cosa dice la legge

Per quanto riguarda la lunghezza, inoltre, c'è un altro elemento fondamentale da tenere a mente: la legge. In Italia, la normativa è molto chiara su un punto: nelle aree urbane, il guinzaglio deve avere una lunghezza massima di un metro e mezzo. Questo limite serve a garantire il controllo dell'animale in contesti affollati, dove la sicurezza di tutti – umani e non – è naturalmente una priorità. Il discorso cambia nei contesti extraurbani e rurali.
In campagna, in montagna o nei boschi non esistono limiti specifici, ma resta l’obbligo di avere comunque il cane sempre sotto controllo. In questi casi, una lunghina può essere uno strumento molto utile, soprattutto per chi non se la sente di lasciare il cane completamente libero o si trova in ambienti dove non può essere fatto o in cui è importante evitare incontri ravvicinati con fauna selvatica o altri cani. Anche il flexi, se usato in maniera corretta, può essere una scelta praticabile in questi contesti.
È bene però ricordare che alcune ordinanze locali o regolamenti di parchi, riserve e aree naturali protette possono prevedere norme più restrittive o persino divieti, quindi è sempre molto importante pianificare bene viaggi e passeggiate e informarsi prima sulle le regole e norme riservate ai cani nelle aree pubbliche.
Qual è il tipo di guinzaglio migliore per il cane che tira?

Uno degli errori più frequenti è pensare che esista un guinzaglio "miracoloso" in grado di risolvere da solo il problema del cane che tira o morde. In realtà, quando un cane tende a strattonare continuamente, il vero problema non risiede tanto nello strumento o perché è "dominante", quanto nella relazione e nella comunicazione tra lui e il suo conduttore. La tendenza a tirare può avere infatti diverse cause. Può essere per esempio in errore di comunicazione, mancanza di fiducia reciproca o anche un segnale di disagio.
Un bisogno non soddisfatto, una mancanza di autocontrollo, scarsa comunicazione da parte nostra, accumulo di energia o semplicemente un'esperienza della passeggiata troppo frenetica o poco gratificante, sono solo alcuni delle possibili cause. In questi e altri casi, non esiste una soluzione valida per tutti. L'unico percorso efficace è quello educativo: rivolgersi a un educatore o a un istruttore cinofilo consente di analizzare la situazione nel suo insieme, capire le cause profonde del comportamento e lavorare su una nuova modalità di interazione.
Un certo tipo di guinzaglio può aiutare, certo, ma da solo non basta e anche in questo caso dipende dal singolo caso e dal singolo contesto. Anzi, a volte uno strumento apparentemente "utile", come un guinzaglio elastico o un flexi, rischia di amplificare il problema, abituando il cane a sentire una trazione costante che diventa per lui la norma. Per questo motivo, prima ancora di cambiare guinzaglio, dovremmo quindi chiederci: Cosa sta comunicando il mio cane? E io, sto davvero ascoltando?
Scegliere il guinzaglio giusto non significa trovare il modello più comodo per noi, ma individuare lo strumento che meglio si adatta al nostro cane e al modo in cui viviamo insieme la passeggiata e le attività da fare insieme. Ogni scelta – dalla lunghezza al materiale – è una piccola dichiarazione d'intenti, che racconta molto della nostra relazione con lui. E se qualcosa non funziona, forse non è (solo) colpa del guinzaglio, ma bisogna saper leggere i segnali e, se serve, chiedere una mano a chi sa tradurli.