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20 Giugno 2025
16:44

Farmaco salvavita per gatti malati di Fip in commercio? Evi: “Remdesivir costa fino a 60mila euro e non si trova”

Dopo l'annuncio del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato di aver autorizzato la commercializzazione anche in Italia del farmaco che curala Peritonite Infettiva Felina, la deputata del Pd ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro Schillaci per i costi esorbitanti a carico di chi vive con un gatto malato: "Un trattamento completo con Remdesivir costa sui 700 euro al giorno e va fatto per un periodo di 84 giorni". Riuscire poi ad ottenerlo per ora sembra impossibile: "I veterinari non possono ancora prescrivere il farmaco"

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Intervista a Eleonora Evi
Parlamentare del Pd
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Prima un annuncio in pompa magna poi, dopo pochi giorni e con una velocità che aveva fatto sperare per il meglio davvero rispetto all'attenzione da riservare a tante persone che vivono con un gatto affetto da Fip, la decisione.

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato aveva finalmente "risolto" uno dei più gravi problemi cui si trovano di fronte tanti italiani: poter acquistare il Remdesivir, un farmaco che non era disponibile in Italia e la cui funzione è quella di essere un vero e proprio salvavita per i gatti affetti dal cosiddetto "coronavirus felino", ovvero la Peritonite Infettiva Felina. Il Remdesivir era infatti già riconosciuto e utilizzato legalmente in diversi paesi, come Regno Unito e Paesi Bassi, mentre nel Belpaese addirittura le persone erano costrette ad alimentare un mercato illegale per ottenerlo.

"Tutto bene quel che finisce bene", verrebbe da dire. Ma ecco che la deputata del Pd Eleonora Evi e la collega e garante degli animali del Comune di Roma Patrizia Prestipino hanno presentato un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Salute Orazio Schillaci in cui evidenziano due aspetti che sono decisamente rilevanti rispetto al reale accesso a questo farmaco: un trattamento completo arriva a costare 60 mila euro  e ancora non sono state date indicazioni a veterinari e proprietari rispetto a come fare per ottenerlo.

Onorevole, andiamo per gradi. Ma quanto costa il Remdesivir?

Voglio premettere che riconosco al Governo di aver finalmente agito su una questione che sta a cuore a tante persone, tante famiglie travolte da questa brutta infezione virale che si chiama FIP. Da febbraio ho presentato interrogazioni e cercato di sollecitare l’azione da parte del Ministro Schillaci sulla legalizzazione della cura, senza mai ottenere alcuna risposta. Ho fatto pressioni su altri membri di governo e finalmente qualcosa si è mosso. Ma il punto è che, temo, si sia mosso in direzione sbagliata. La decisione del sottosegretario Gemmato di autorizzare il Remdesivir per uso veterinario si scontra con uno tra gli ostacoli più insormontabili per chi si prende cura degli animali oggi, ovvero i costi. La cura oggi costa sui 700 euro per trattamento al giorno per un periodo di 84 giorni, si arriva velocemente alla esorbitante cifra di 60.000 euro. Faccio un esempio: per un gatto di 5 kg sono necessari indicativamente 18/20mg/kg x 84gg, i conti sono presto fatti. E’ chiaro che questi siano costi enormi e inaccettabili.

Qualora ci sia davvero qualcuno che ha tutti questi soldi in tasca, nella pratica le persone possono davvero trovarlo?

Questo è l’altro punto critico. Ad oggi e dopo ormai due settimane dall’annuncio, i veterinari non possono ancora prescrivere il farmaco. Non è ricettabile, dunque, al momento, non ordinabile e né utilizzabile.

E i veterinari? Sono stati informati su come va prescritto?

La decisione è stata veicolata per mezzo di una circolare del sottosegretario e poi comunicata ai veterinari tramite le associazioni e federazioni degli ordini dei medici veterinari. Ma nulla è stato comunicato in relazione alla posologia, alla conservabilità del farmaco una volta aperto, ci sono molte questione che stanno lasciando nella totale confusione veterinari e famiglie. Tra tutte anche il dubbio che questo farmaco non sia il più efficace nella cura della FIP, oltre ad essere piuttosto complicato nella somministrazione. Altri farmaci, come il GS-441524 e le preparazioni galeniche estemporanee a base di GS-441524, come avviene in Francia e in molti altri paesi al mondo ad esempio, hanno costi contenuti e modalità di somministrazione più semplici oltre ad essere molto efficaci nel contrastare questa brutta malattia. Ma su questo il governo non ha speso una parola.

Onorevole, ma cosa deve fare una persona o una famiglia che si trova in questa situazione ad oggi dunque?

Paradossalmente, con questa decisione oggi il governo ottiene un effetto boomerang molto pericoloso perché i costi proibitivi e gli ostacoli ancora da superare per avere la cura spingeranno le persone a ricercare soluzioni sul mercato nero, ancora di più di quanto non avvenisse prima, con il rischio di assumere sostanze senza nessun controllo. La rete di volontari che fa capo al dott. Pedersen negli USA che ha curato molti gatti tra mille difficoltà attraverso azioni di disobbedienza civile ed esponendosi a grandi rischi personali e privati e a cui va tutta la mia riconoscenza per aver fatto di tutto per salvare vite di animali, è oggi in grande difficoltà. Oltre al danno poi la beffa. Sapere che a pochi km di distanza dal confine italiano, in Francia, la cura è legale e acquistabile facilmente, anche attraverso preparazioni galeniche in farmacia, rende tutto ancora più assurdo e a tragico allo stesso momento.

Lei crede che si arriverà mai almeno, a livello politico, ad una vera svolta per il sostegno economico per chi decide di adottare un animale domestico?

Il Partito Democratico con una proposta di legge a prima firma Patrizia Prestipino ha proposto di intervenire in modo serio sui costi delle spese veterinarie, in particolare sulla disciplina dei prezzi dei medicinali e per l’impiego di medicinali per uso umano su animali. Faccio un appello a questa maggioranza e questo governo: le famiglie oggi sono tante e diverse, non esiste più solo e soltanto la famiglia tradizionale che hanno in mente e che, peraltro, nemmeno loro rappresentano. E gli animali ne fanno parte a pieno titolo, è ora di riconoscerlo e di fornire il giusto sostegno anche e soprattutto economico a partire dalle spese per la cura degli animali.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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