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12 Giugno 2025
13:02

Falco pellegrino ucciso a fucilate a Roma. La denuncia degli ambientalisti: “Colpa anche del Governo”

A Roma un falco pellegrino è stato ucciso da un colpo di fucile. La Lipu denuncia il bracconaggio e accusa il Governo di inazione e complicità con il mondo venatorio, annunciando una segnalazione alla Commissione Europea.

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Nuovo caso di bracconaggio. Questa volta è avvenuto a Roma ai danni di un falco pellegrino (Falco peregrinus). L'animale, parte di una coppia storica che nidificava nella Capitale, è stato ucciso da un colpo di fucile.

Cosa è successo al falco pellegrino ucciso a Roma

Il falco pellegrino è stato trovato nelle vicinanze del gasometro di Roma da un esponente dell'associazione Ornis Italica. È stato subito trasportato al centro recupero della Lipu, all’interno del Bioparco. Dalle lastre effettuate è emersa la gravità del caso, con il rapace che evidenziava una frattura scomposta-esposta radio ulna all’ala destra e la presenza di un pallino nella parte posteriore. Sarebbe stato proprio il pallino a portare il falco a perdere la rotta per poi schiantarsi distruggendosi l'ala.

A denunciare l'episodio è stata la Lipu, tra le maggiori associazioni ambientaliste specializzate nella tutela dell'avifauna. Quello avvenuto a Roma sarebbe un nuovo caso di bracconaggio e secondo gli attivisti come gli altri precedenti sarebbe avvenuto "nel silenzio assoluto delle istituzioni italiane, a cominciare da quello del ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin".

Sotto la lente d'ingrandimento degli attivisti c'è il Ddl Caccia che porta la firma del ministro Lollobrigida, i cui contenuti prima ancora di essere presentati in Consiglio dei Ministri, sono stati duramente criticati dagli ambientalisti a causa delle aperture nei confronti del mondo venatorio.

La Lipu dopo il caso di bracconaggio: "Colpa del Governo"

Per la Lipu, non solo il Ministero dell'Ambiente ma tutto il Governo sarebbe responsabile: "Fatto gravissimo – denunciano dall'associazione – indirettamente provocato da anni di inazione istituzionale sul fronte del bracconaggio e dall'incredibile sudditanza venatoria di questo Governo, che deve ritenersi colpevole".

Posizione espressa anche dal presidente della Lipu Alessandro Polinori: "Un falco pellegrino viene sparato nella città di Roma ennesimo atto di bracconaggio che vede vittime animali di specie protette e superprotette come cicogne, falchi, aquile reali, ma nessuna voce si alza dal Governo, nessuna azione è messa in campo ed anzi il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida è fiero di annunciare nuove concessioni alla caccia. Siamo di fronte a una situazione imbarazzante, con il Governo italiano nella più completa sudditanza nei confronti del mondo venatorio, che si intende omaggiare con l'ennesimo regalo normativo, e del tutto indifferente ai problemi della fauna selvatica. Ciò, ci spiace dirlo, rende il Governo indirettamente colpevole dei gravi episodi di bracconaggio che si succedono, legittimati dal suo silenzio e dal disinteresse istituzionale".

Contro la riforma in queste settimane si sono espressi divulgatori, ricercatori, società civile e anche volti noti come il comico Giovanni Storti. Recentemente anche undici esperti hanno spiegato in un video del CABS i motivi del loro no alla proposta di modifica del Ddl firmato da Lollobrigida.

"Sarà nostra premura – conclude Polinori – informare del fatto la Commissione europea in modo da aggravare l’elenco degli abbattimenti illeciti che hanno luogo in Italia, evidenziare l'inazione italiana pur a fronte del dossier europeo contro l'Italia e invitare la Commissione ad agire in modo finalmente perentorio. Durissima sarà altresì la nostra opposizione all'annunciato disegno di legge Lollobrigida a favore della già debordante caccia italiana. Un mondo irresponsabile, estremista e pericoloso, che tanti danni ha fatto e continua a fare e che non ha più senso di essere".

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