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Quante volte abbiamo sentito l'espressione "sei una capra"? In italiano, questa frase viene spesso usata per bollare qualcuno come ignorante, testardo o incapace di comprendere anche le cose più semplici. In sostanza: sei stupido come una capra. Una definizione che, almeno nell'immaginario comune, richiama l'idea di un animale rozzo e ostinato, associato a un'ottusità tutta "caprina". Eppure, nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà. La capra – l'animale vero, non la caricatura linguistica o simbolica – è tutt'altro che stupida.
Anzi, si tratta di mammiferi incredibilmente sociali, sensibili, dotati di abilità cognitive notevoli, memoria a lungo termine, capacità di risoluzione dei problemi e perfino di "riconoscimento facciale". Quello della "capra stupida" è quindi un grosso fraintendimento, nato probabilmente in ambito rurale, dove l'animale veniva visto come ostinato e difficile da gestire. Ma questo "difetto" è in realtà una forma di indipendenza, curiosità e forza, se si ribalta il punto di vista. Qualità che, negli animali umani e non, non sono affatto sinonimo di stupidità.
L'intelligenza sottovalutata delle capre

La capra domestica (Capra aegagrus hircus) è una delle prime specie a essere stata domesticata dall'essere umano a partire dalla capra selvatica, un ungulato che tutt'ora presente in Asia centrale. Vive da millenni accanto a noi, ma come per altri animali domestici "da reddito" o da cortile solo recentemente la scienza ha iniziato a studiarne davvero le abilità cognitive e sociali. Uno studio pubblicato su Frontiers in Zoology nel 2014 ha per esempio dimostrato che le capre sono in grado di risolvere problemi complessi per ottenere del cibo e, soprattutto, di ricordare la soluzione appresa anche dopo diversi mesi.
In un esperimento, alcune capre dovevano usare il muso per tirare una corda e successivamente sollevare una leva per ottenere un premio. Non solo hanno imparato rapidamente il procedimento, ma lo hanno ricordato anche a distanza di dieci mesi. Ma non è tutto. Le capre possiedono anche abilità sociali notevoli. Secondo uno studio dell'Università Queen Mary di Londra pubblicato su Royal Society Open Science, sono capaci di riconoscere le emozioni facciali degli esseri umani, distinguendo i volti sorridenti da quelli arrabbiati. E non solo: mostrano una preferenza per l'interazione con i volti felici, il che suggerisce anche una sensibilità emotiva più fine di quanto si pensasse.
In natura, poi, le capre selvatiche vivono in gruppi sociali complessi, dove saper comunicare, riconoscere i membri del branco e risolvere conflitti è fondamentale per la sopravvivenza. Non si tratta solo di "istinto", ma di vere e proprie strategie sociali. Più di recente, invece, un altro studio ha anche dimostrato che possono aiutarsi tra loro senza ricevere in cambio benefici personali, mostrando comportamenti prosociali impensabili fino a poco fa. Le capre, se le si conosce davvero, non solo non sono "stupide", ma rientrano a pieno titolo tra gli animali domestici dalle abilità cognitive e sociali più complesse. Basta solo saperle osservare e conoscere, andando oltre gli stereotipi.
Esistono davvero animali "stupidi"?

In realtà, la convinzione che esistano animali "più intelligenti" o "più stupidi" di altri, sebbene sia profondamente radicata nella nostra cultura, è un grosso errore di prospettiva. Quando usiamo il termine "intelligenza", spesso ci riferiamo a capacità che necessariamente somigliano alle nostre: problem solving, uso di strumenti, linguaggio simbolico. Ma nel mondo animale, l'intelligenza assume forme molto diverse, modellate dall'ecologia e dallo stile di vita di ciascuna specie. Un polpo, per esempio, è un invertebrato solitario, ma è capace di risolvere enigmi complessi e aprire barattoli con una precisione degna di un ingegnere.
Un corvo può invece usare strumenti e perfino modificarli per ottenere ciò che desidera. Le api riescono a comunicare la posizione dei fiori con una danza e a prendere decisioni collettive in modo sorprendentemente efficiente. Altre specie, come le meduse o i lombrichi, ci sembrano più "semplici" solo perché non hanno comportamenti "sofisticati", sempre secondo i nostri parametri. Ma nel loro contesto – il suolo, l'oceano, le profondità del mare – sono perfettamente adattate e funzionali. Non hanno bisogno di risolvere puzzle o di interagire con gli esseri umani per sopravvivere.
In questo senso, parlare di animali "stupidi" non ha quindi alcun valore oggettivo o "scientifico". Ogni essere vivente è il prodotto di milioni di anni di evoluzione e ha sviluppato un'intelligenza coerente con il proprio ambiente e il proprio stile di vita. Non esistono animali più o meno "dotati" in senso assoluto, ma solo forme diverse di adattamento e di consapevolezza. Forse è tempo di andare oltre l'espressione "sei una capra" detta con disprezzo. Perché la verità è che, se le capre potessero parlare, probabilmente ci ricorderebbero che possono batterci in molte sfide sensoriali o fisiche sviluppate in migliaia di anni di evoluzione tra montagne aspre e pareti rocciose.
E allora ci ricorderemmo anche che dietro ogni pregiudizio linguistico si nasconde in realtà un'occasione per imparare qualcosa in più sulle altre vite che vivono con noi su questo pianeta, e soprattutto su come lo giudichiamo spesso un po' troppo frettolosamente.