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Studiare e definire l'amicizia negli altri animali è molto più complicato di quello che si possa pensare. Nella nostra specie, per esempio, un elemento fondamentale è l'assenza di legami di parentela. Due amici si aiutano e si sostengono a vicenda nel tempo, pur non avendo alcun legame di sangue. Succede anche in altri animali, ma è sempre stato molto difficile dimostrarlo. Ora, un coloratissimo uccello africano ci mostra chiaramente che esistono relazioni durature, basate sull'aiuto reciproco, che ricordano in modo convincente le nostre amicizie più vere.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, frutto di oltre vent'anni di osservazioni sul campo. I protagonisti sono gli storni superbi (Lamprotornis superbus), uccelli sociali che vivono nella savana, dove sopravvivere è tutt'altro che semplice. Ed è in questo contesto così difficile che emerge l'amicizia: individui non imparentati tra loro si aiutano con costanza, stagione dopo stagione. Non per un tornaconto immediato, ma con la fiducia che, prima o poi, il favore verrà restituito nel momento del bisogno.
L'amicizia oltre i legami di sangue

I ricercatori guidati dalla Columbia University hanno analizzato oltre 20 anni di osservazioni e dati sul comportamento riproduttivo e sociale in diverse colonie di storni superbi. E grazie al prelievo e all'analisi del DNA, gli scienziati hanno potuto distinguere con precisione chi aiutava chi, e soprattutto se tra gli aiutanti c'erano legami di parentela. In questa specie, esiste infatti un complesso sistema di riproduzione cooperativa, in cui i genitori vengono aiutati da altri uccelli nell'allevamento e nella protezione dei piccoli.
Molte altre specie si riproducono così, tuttavia la maggior parte delle volte sono figli, fratelli, sorelle, zii e altri parenti a dare una mano, più che amicizia è quindi quasi sempre una questione di famiglia. Anche in questo caso gli storni tendono a preferire i parenti, poiché significa propagare almeno in parte anche il proprio patrimonio genetico. Ma la vera novità è un'altra: molti scelgono di aiutare anche individui non imparentati, in modo coerente e ripetuto nel tempo, anche quando sono presenti parenti che avrebbero bisogno di aiuto.
Un legame basato sulla fiducia e sulla reciprocità

Gli storni superbi stringono quindi legami basati sulla fiducia e sulla reciprocità e non sul legame di sangue. Si aiutano non per "obbligo genetico", ma per una sorta di patto sociale tacito, che può durare anche diversi anni. È un comportamento che, fino ad oggi, era molto difficile da dimostrare in natura, perché richiede una mole enorme di dati e un'osservazione di lungo periodo. Insomma, questi uccelli fanno amicizia, anche se non si tratta di una relazione del tutto disinteressata.
Le società degli storni non sono quindi semplici famiglie allargate, ma comunità complesse formate da un mix di individui imparentati e non, che vivono tutti insieme un po' come facciamo noi umani. Gli uccelli stanno, in effetti, costruendo vere e proprie amicizie nel tempo, investendo nella fiducia e con la speranza di ricevere lo stesso trattamento in futuro. Questo studio apre quindi una finestra sull'amicizia animale, suggerendo che l'aiutarsi e fidarsi l'uno dell'altro senza vincoli di sangue, possa essere molto più diffusa di quanto abbiamo pensato.