
Tra lo stato di Washington e l'isola di Vancouver c'è una porzione di Oceano Pacifico, chiamata Mare dei Salish, che custodisce una delle popolazioni di orche più minacciate del pianeta. Sono le cosiddette orche residenti del sud, un gruppo geneticamente e culturalmente distinto da ogni altra popolazione di orche composto da appena 74 individui. E a proteggerle e studiare, oggi, non ci sono solo biologi e ricercatori, ma anche un cane dal fiuto eccezionale.
Come raccontato recentemente dal Guardian, a bordo di una piccola barca di ricerca lavora la scienziata Deborah Giles della SeaDoc Society, insieme alla sua compagna di lavoro: Eba, una meticcia marrone e bianca salvata quando era cucciola dalla strada a Sacramento. Da quando ha quattro anni, Eba è diventata una vera e propria "biologa" a quattro zampe, in grado di individuare a distanza le tracce delle feci di orca che galleggiano in mare.
Il fiuto di Eba per studiare le orche senza disturbarle
Con il muso rivolto verso il mare e il suo giubbotto arancione addosso, Eba annusa il vento e quando percepisce un odore inizia a guaire o a muovere la coda. È questo il segnale che guida Giles nel punto esatto in cui prelevare i campioni di feci. Da quei frammenti galleggianti, i ricercatori ricavano poi informazioni preziosissime, come dieta, livelli ormonali, possibili gravidanze, presenza di tossine, microplastiche, parassiti o batteri. Tutto ciò che può raccontare lo stato di salute di un animale senza nemmeno toccarlo o avvicinarlo.
L’uso dei cani da rilevamento come Eba sta rivoluzionato il modo in cui studiamo le orche e non solo. Grazie al loro fiuto, i cani possono essere addestrati a seguire le tracce di qualsiasi animale, anche i più elusivi. In passato, inoltre, i ricercatori utilizzavano metodi molto invasivi, come dardi per il prelievo di tessuto o sensori satellitari applicati alla pinna dorsale, che potevano causare infezioni e forte stress. Oggi, invece, la ricerca si muove verso tecniche sempre più "gentili", soprattutto per lo studio di animali così minacciati.
Perché queste orche stanno sparendo

Insieme a Giles, un altro gruppo di scienziati – guidato invece da James Sheppard della San Diego Zoo Wildlife Alliance – sta invece sviluppando speciali droni capaci di raccogliere il respiro delle orche emesso dallo sfiatatoio senza che gli animali nemmeno se ne accorgano. Quella nuvola di vapore, infatti, contiene materiale genetico, ormoni, tracce di malattie e tante altre preziose informazioni sullo stato di salute dei cetacei.
Tutti i dati raccolti grazie a Eba e ai droni stanno aiutando i ricercatori a capire meglio perché queste orche stanno scomparendo: la drastica riduzione dei salmoni reali o Chinook, la loro preda principale, l'inquinamento da sostanze tossiche e il rumore delle imbarcazioni che disturba la comunicazione. Tutte minacce di origine antropica che stanno spingendo le orche residenti del sud sull'orlo dell'estinzione. Ma grazie alla "biologa" a quattro zampe Eba gli scienziati hanno ora un alleato in più per assicurare un futuro a questi meravigliosi cetacei.