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20 Settembre 2025
11:12

È morto l’elefante Shankar: ha vissuto quasi tutta la sua vita da solo in un recinto

Shankar, l’unico elefante africano dello zoo di Delhi, è morto a soli 29 anni dopo una vita trascorsa in solitudine. Attivisti denunciano anni di isolamento e condizioni pessime e la sua morte riaccende il dibattito su se sia giusto o meno tenere oggi in cattività animali così complessi, intelligenti e sociali.

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Shankar era l’ultimo elefante africano rimasto allo zoo di Delhi, dove è morto a soli 29 anni, quasi tutti passati in totale solitudine. Foto di World Animal Protection India

Si chiamava Shankar, era l'unico elefante africano dello zoo di Delhi, in India, ed è morto a soli 29 anni, dopo aver trascorso gran parte della sua vita rinchiuso e in totale solitudine. Mercoledì scorso, secondo quanto raccontato dai custodi, ha rifiutato il suo pasto e, poche ore dopo, si è accasciato al suolo. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei veterinari, il cuore di Shankar ha smesso di battere nel giro di 40 minuti. Le cause della morte restano ancora sconosciute e il direttore dello zoo, Sanjeet Kumar, ha annunciato un'indagine interna.

Shankarm, una vita intera in totale solitudine

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L’elefante era arrivato in India nel 1998 insieme a un compagno, morto però appena tre anni dopo

Shankar era un maschio arrivato in India nel 1998 insieme a un altro elefante africano di savana (Loxodonta africana), un "dono" diplomatico dello Zimbabwe all'allora presidente Shankar Dayal Sharma, da qui il suo nome. Tuttavia, già tre anni dopo, nel 2001, il suo compagno morì. Da quel momento la sua vita è cambiata per sempre. Lo zoo ha provato a inserirlo in un gruppo di elefanti asiatici (Elephas maximus), ma le differenze tra le due specie erano evidenti e l'incompatibilità si è presto trasformata in isolamento totale.

Chi lo ha conosciuto ricorda che, quando ancora aveva un compagno, Shankar era un elefante molto attivo e particolarmente amato dai visitatori dello zoo. Tuttavia, dopo la morte dell'altro elefante africano, ha sempre rifiutato la compagnia di altri animali, rimanendo così completamente solo fino alla sua morte. Nel 2012 fu infatti trasferito in un nuovo recinto che di fatto sancì il suo isolamento definitivo, una decisione anche in contrasto con una normativa federale che già dal 2009 vietava di tenere elefanti senza conspecifici per più di sei mesi.

L'ennesimo fallimento ai danni degli animali

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Per anni attivisti e associazioni hanno denunciato le condizioni in cui viveva Shankar, ma nullo è stato fatto per migliorarle

Attivisti e associazioni che si battono per i diritti degli animali hanno denunciato per anni le sue pessime condizioni di vita, considerate inadeguate e incompatibili con la sua etologia e gli standard minimi di benessere animale. Nel 2021 era stata lanciata anche una petizione online per trasferirlo in un santuario dove vivono altri elefanti africani, ma due anni più tardi l'Alta Corte di Delhi l'ha respinta.

Nel frattempo, la World Association of Zoos and Aquariumsuna delle più importanti associazioni di zoo e acquari nel mondo – aveva anche sospeso l'adesione dello zoo di Delhi proprio a causa delle condizioni di Shankar, chiedendone un miglioramento o la sua ricollocazione. Per molti biologi ed esperti, infatti, la morte in solitudine di Shankar è l'ennesimo fallimento sul modo in cui gestiamo questi animali, da tempo ormai al centro di un enorme dibattito su se sia giusto o meno ospitare elefanti negli zoo oggi.

È ancora giusto tenere elefanti in cattività?

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Molti paesi stanno prendendo la decisione di vietare la detenzione di elefanti negli zoo, animali considerati troppo intelligenti, sociali e complessi per garantirgli una vita dignitosa in cattività

Da diversi anni, infatti, esperti, politica e opinione pubblica dibattono sulla possibilità di vietare la detenzione degli elefanti in cattività, mammiferi estremamente intelligenti e sociali per cui è – secondo molti etologi – impossibile ricostruire in uno zoo le condizioni ecologiche, comportamentali e sociali minime per garantirgli una vita dignitosa. Diversi Paesi, infatti, sono ormai orientati o hanno già annunciato questo divieto, come per esempio l'Argentina e l'Australia, che stanno ricollocando i loro ultimi animali all'interno di santuari e riserve.

La vita media di un elefante africano può arrivare a superare i 70 anni. Shankar ne ha vissuti meno della metà, trascorsi quasi tutti sempre da solo, rinchiuso in un recinto fatto di cemento e sbarre, lontano dai suoi simili e dalla complessità sociale che definisce davvero la vita di un elefante. Non aveva gravi problemi di salute e poteva in teoria vivere ancora a lungo. È morto di "solitudine", una tragedia che si spera segnerà la fine della pratica di tenere in isolamento animali così complessi, intelligenti e sociali come gli elefanti.

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