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9 Settembre 2025
13:33

Due cacciatori a processo per l’uccisione dell’orsa F36: “Colpita a morte volutamente”

Due cacciatori 70enni andranno a processo per l’uccisione dell’orsa F36, trovata morta nel settembre 2023 a Sella Giudicarie, in Trentino. L'udienza si terrà a febbario 2026, i due uomini sono stati rinviati a giudizio per uccisione di animale cagionata con crudeltà e senza necessità.

Intervista a Gian Marco Prampolini
Presidente LEAL
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Due cacciatori andranno a processo per l'uccisione dell'orsa F36. A seguito della denuncia presentata dalle associazioni di tutela animale, il Pubblico Ministero ha disposto il rinvio a giudizio di due delle quattro persone indagate per l'uccisione dell'orsa, il cui corpo senza vita è stato rinvenuto nel settembre 2023 in provincia di Trento. L'udienza preliminare è stata fissata per il 9 febbraio 2026. Tra le parti civili ammesse al processo ci sono la Provincia di Trento e le maggiori organizzazioni animaliste, tra cui la Leal, rappresentata dall'avvocata Aurora Rosaria Loprete.

Il reato è quello di uccisione di animale cagionata senza necessità e con crudeltà. Nei confronti di uno degli imputati, inoltre, è stata formulata anche l'accusa di favoreggiamento personale, in quanto avrebbe aiutato a eludere le indagini.

Il presidente Leal: "Per ogni orsa uccisa di cui si sa molte altre restano sconosciute"

Il presidente della Leal, Gian Marco Prampolini, ha stigmatizzato l'accaduto spiegando che chi ha ucciso l'orsa "ha sparato e volutamente l'ha colpita a morte. F36 non era assolutamente aggressiva, però comunque è stata freddata da persone che si trovavano a 600 metri di distanza da lei".

Il 24 settembre 2023, nell'area intorno al Comune di Sella Giudicaria, un piccolo gruppo di cacciatori era impegnato nella caccia al capriolo quando si sono trovati davanti l'orsa. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti però l'animale era distante e non li stava attaccando quando è stata raggiunta da un colpo di fucile  che le ha oltrepassato il fianco sinistro causandole lesioni mortali culminato poi con una massiccia emorragia.

Il corpo dell'orsa, però, è stato trovato solo il 27 settembre, quattro giorni dopo la morte. "Per ogni orsa morta di cui si viene a conoscenza, tante altre restano sconosciute – spiega Pampolini – Esiste una vera corporazione tra i cacciatori, ma soprattutto c'è la convinzione di avere licenza di uccidere, e non esiste rispetto per la biodiversità. I cacciatori sparano a qualunque cosa e volutamente hanno ammazzato anche l'orsa".

Secondo Prampolini, e come lui anche altri attivisti impegnati a monitorare il comparto venatorio trentino, esiste una volontà omertosa tra cacciatori: "È la prassi lì, una cosa voluta. Per intervenire seriamente bisogna cambiare la mentalità, e fare delle leggi adeguate. Nel frattempo ci pensiamo noi con i nostri ricorsi a cercare un po' di giustizia".

Cosa è successo all'orsa F36: morta per un colpo di fucile

Il 24 settembre 2023 l'orsa F36 è stata uccisa da un colpo di fucile che l'ha raggiunta agli organi vitali. Non era una sconosciuta per la Provincia Autonoma: a luglio dello stesso anno aveva seguito due escursionisti e per questo era finita nella "lista nera" degli orsi problematici della Provincia Autonoma di Trento. Ad agosto Maurizio Fugatti aveva quindi firmato il decreto di abbattimento nei suoi confronti, ad eseguirlo però non è stato il Corpo Forestale del Trentino, ma le persone oggi rinviate a giudizio. Il 27 settembre, infatti, è stato rinvenuto il cadavere dell'orsa in Val Bondone, nel territorio del comune di Sella Giudicarie.

A incastrare i cacciatori finiti sotto processo sarebbero stati i cellulari e le denunce di uscita di caccia, documenti che avrebbero confermato la loro presenza in quella zona proprio nel giorno dell'uccisione.

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