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23 Ottobre 2025
16:56

Dopo lo spot contro la caccia, Fondazione Capellino si rivolge ai parlamentari: “Fermate il DDL caccia”

Dopo la campagna pubblicitaria “Niente giustifica la caccia”, Fondazione Capellino-Almo Nature ha diffuso due sondaggi Ipsos e Piepoli: la maggioranza degli italiani è contraria al DDL Caccia e chiede maggiori tutele per fauna selvatica e la biodiversità. La Fondazione ha anche organizzato un dibattito sulle posizioni pro e contro la caccia e sul disegno di legge in discussione in Parlamento.

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Fondazione Cappellino Almo Nature ha diffuso due sondaggi sulla posizione degli italiani in merito al cosiddetto "DDL Caccia" che punta a riscrivere la legge quadro del 1992 sull’attività venatoria

Fondazione Capellino-Almo Nature torna al centro del dibattito pubblico sulla caccia. Dopo aver fatto parecchio discutere con la campagna «Niente giustifica la caccia» – uno spot che ha suscitato parecchio scalpore anche perché apertamente contrario a dei potenziali clienti dell'azienda, i cacciatori e i loro cani – la Fondazione ora si rivolge direttamente ai parlamentari.

Lo fa con un appello e con numeri alla mano: due sondaggi realizzati da Ipsos e dall'Istituto Piepoli proprio per Fondazione Capellino, diffusi a pochi giorni dal dibattito sul Disegno di Legge 1552, fortemente promosso dal Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, che mira a riscrivere la legge quadro del 1992 sull'attività venatoria nel nostro paese.

Fondata da Pier Giovanni Capellino, Almo Nature ha sempre destinato interamente i propri profitti alla Fondazione Capellino, che opera secondo un modello definito Reintegration Economy, in cui l'impresa serve a sostenere la salvaguardia della biodiversità. Seguendo questo modello, la Fondazione si è quindi schierata apertamente contro la riforma, inviando i risultati delle indagini a tutti i parlamentari italiani "per sensibilizzare sul Ddl 1552 e sulla necessità di non modificare la legge quadro sulla caccia".

Il 27 ottobre, a Genova, è previsto anche un dibattito pubblico tra l'onorevole Francesco Bruzzone, favorevole alla riforma, e l'onorevole Eleonora Evi, contraria, che sarà visibile anche in streaming.

Gli italiani e la caccia: cosa dicono i sondaggi

Le due ricerche, condotte su campioni rappresentativi della popolazione italiana, offrono un quadro piuttosto netto. Sul fronte della sicurezza, l'85% degli intervistati da Ipsos e il 71% da Piepoli ritengono che la caccia comporti rischi gravi per le persone e per gli animali domestici. Dal punto di vista etico, invece, il 78% (Ipsos) considera la caccia moralmente inaccettabile per la sofferenza inflitta agli animali, mentre il 94% del campione Piepoli ritiene che l’attività venatoria debba essere abolita, fortemente limitata o mantenuta con le regole attuali.

Sul piano della tutela della biodiversità, quasi sette italiani su dieci (68% per Ipsos, 69% per Piepoli) vedono la caccia come una minaccia per la tutela degli ecosistemi naturali e la conservazione delle specie. Anche dal punto di vista di eventuali abbattimenti per il contenimento di alcune specie considerate dannose, invasive o in sovrannumero, la posizione è piuttosto netta: secondo Piepoli, oltre il 75% degli intervistati ritiene che tali interventi debbano restare di competenza esclusiva di enti pubblici, come le guardie forestali o gli enti parco.

Il nuovo DDL caccia non convince gli italiani

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Secondo i sondaggi diffusi da Fondazione Cappellino, la maggioranza degli italiani è fortemente contraria alla riforma e più in generale alla caccia

Anche in merito al discusso disegno di legge, i numeri mostrano una tendenza coerente: il 61% degli italiani (Ipsos) e il 76% (Piepoli) si dichiarano contrari alla proposta di modifica della normativa. Solo una minoranza – il 24% secondo Piepoli – si dice invece favorevole. Un ulteriore dato interessante, sempre da Piepoli, mostra anche che il 77% degli intervistati firmerebbe una petizione per abolire o limitare la caccia, non per ampliarla.

"Non vogliamo abolire la caccia – ha dichiarato Pier Giovanni Capellino – ma impedire l'introduzione di nuove e controverse disposizioni che amplierebbero i diritti dei cacciatori contro il volere della maggioranza degli italiani. Si ascolti il sentimento del paese". Secondo il presidente della fondazione, occorre allargare lo sguardo e avere un punto di vista più ampio e rivolto al lungo periodo.

"In una democrazia è doveroso tutelare gli interessi di tutti, senza prevaricazioni, salvaguardando ciò che è patrimonio nazionale e promessa di sostenibilità per il futuro. Le mie posizioni sulla caccia sono radicali, sono contrario, ma rispetto i diritti già riconosciuti ai cacciatori. Chiedo solo che non si vada oltre". La Fondazione chiede dunque che, nel rispetto dei diritti dei cacciatori, vengano garantiti anche quelli di chi difende la fauna selvatica, la biodiversità e le politiche ambientali.

Cosa prevede la possibile riforma sulla caccia

Il nuovo DDL 1552 sulla caccia fortemente voluto dal ministro Lollobrigida, punta a modificare la storica legge 157/92, ampliando le possibilità per i cacciatori e concedendo maggiore autonomia alle Regioni. Tra le principali novità ci sono l'allungamento della stagione venatoria, il ridimensionamento del ruolo dell'ISPRA nei pareri tecnici, e la possibilità di autorizzare la caccia in nuove aree, comprese alcune zone demaniali o boschive oggi più tutelate, come le spiagge.

Il testo prevede inoltre maggiore libertà sulla cattura e l’utilizzo di uccelli come richiami vivi, nuove facoltà per i proprietari di terreni e aziende agricole nella gestione della fauna, e una semplificazione delle regole sugli abbattimenti, con l'obiettivo dichiarato di considerare l'attività di caccia come il principale strumento di gestione della fauna. Proprio questi punti, insieme alle modalità con cui è stato presentata inizialmente la riforma, sono gli argomenti che hanno generato più controversie.

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La riforma punta a estendere le possibilità per i cacciatori, ad ampliare le aree in cui è possibile cacciare, ad allungare il calendario venatorio e a concedere maggiori libertà nell’utilizzo di uccelli come richiami vivi

Le associazioni ambientaliste e animaliste, ma anche ricercatori e divulgatori, denunciano il forte rischio di una "caccia più facile" e meno regolamentata, con conseguenze sulla biodiversità senza basi scientifiche, sulla sicurezza e sulla tutela delle specie di uccelli migratori. Anche la procedura parlamentare con cui il disegno di legge è stato portato avanti nei mesi scorsi è stata fortemente criticata, ritenuta troppo rapida e poco aperta al confronto.

Il dibattito del prossimo 27 ottobre alla Sala Sivori di Genova intende proprio favorire un confronto tra posizioni differenti, offrendo al pubblico la possibilità di ascoltare argomentazioni pro e contro la riforma. Un momento di confronto, ma anche di riflessione collettiva su un tema che, come mostrano i sondaggi, in realtà divide sempre meno: la grande maggioranza degli italiani, come era già emerso da un sondaggio LIPU, sembra chiedere chiaramente maggiore tutela per gli animali selvatici e per la sicurezza di chi vive e cammina nei boschi e tra le campagne.

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