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5 Dicembre 2025
12:14

Declassamento del lupo in Italia, cosa cambia con l’approvazione alla Camera

La Camera approva il declassamento del lupo: primo passo per gli abbattimenti controllati in Italia. A Fanpage.it Daniele Ecotti di Io Non Ho Paura Del Lupo spiega perché è una misura inutile.

Intervista a Daniele Ecotti
Presidente di Io Non Ho Paura Del Lupo
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La Camera ha detto sì al declassamento dello status di protezione del lupo. Con 122 voti a favore, 7 contrari e 63 astenuti l'Aula ha approvato la legge di delegazione europea che, tra le altre disposizioni, contiene anche la riduzione della tutela del lupo già approvata in sede europea.

A opporsi alla decisione della Camera è la società civile e scientifica che in questi mesi si è raccolta attorno all'organizzazione Io non ho paura del lupo. A Fanpage.it, il presidente Daniele Ecotti spiega: "Non è il declassamento la soluzione. Con l’attuale quadro legislativo, è già possibile intervenire in modo mirato sui casi davvero critici, sui quali troppo spesso le amministrazioni regionali perdono tempo prezioso, lasciando degenerare situazioni che potrebbero essere gestite con tempestività".

Cosa cambia con il declassamento dello status di protezione del lupo

La riduzione dello status di protezione del lupo era stata proposta nel dicembre 2023 dalla Commissione Europea e in breve tempo aveva ottenuto il via libera del Consiglio dell'Unione Europea, del Comitato delle parti della Convenzione di Berna e in fine del Parlamento europeo.

In questo modo il lupo è passato dall'essere una specie "rigorosamente protetta" a solo "protetta" in Europa, una differenza che non è solo semantica. Adesso sta ai singoli Stati membri la facoltà di recepire questa modifica nelle proprie legislazioni. Quando ciò avverrà i paesi avranno maggiore libertà nel decidere come gestire la specie, potendo prevedere piani e quote di abbattimenti controllati senza dover ricorrere alle deroghe straordinarie attualmente previste.

Quello che sta avvenendo in Italia è quindi il primo passo in questa direzione anche nel nostro paese. Perché questa modifica faccia sentire i suoi effetti pratici, però, è necessario che venga approvata anche dal Senato, e infine ottenga i decreti attuativi per recepirlo nella normativa nazionale.. Un iter lungo, ma già avviato.

Il presidente di Io non ho paura del lupo: "Declassamento non è la soluzione"

Tante le perplessità sollevate da chi in questi mesi ha seguito l'iter di declassamento. In prima linea in Italia c'è Io non ho paura del lupo, tra le maggiori organizzazioni di studio e tutela della fauna selvatica in Italia che recentemente ha diffuso un report sulla mortalità del lupo nel nostro paese.

Oggi con Fanpage.it il presidente Daniele Ecotti torna a ribadire un aspetto già emerso proprio nel report della sua organizzazione: "Manca un Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo, il monitoraggio nazionale è vecchio di cinque anni, e i dati sulla mortalità risultano incompleti, frammentati e raccolti in modo eterogeneo tra le regioni. Nonostante ciò, si propone di modificare lo status di protezione senza una base informativa adeguata, in contrasto con la posizione della maggior parte della comunità scientifica. Questo processo politico viene portato avanti mentre il Paese evidenzia gravi carenze nella conoscenza e gestione della specie".

Ciò rende impossibile prendere decisioni politiche fondate su basi scientifiche: "Serve cultura sulla specie, strumenti adeguati, e un lavoro serio e continuativo insieme alle comunità locali, gli unici elementi in grado di costruire nel tempo una convivenza reale e sostenibile".

A complicare il quadro, secondo Ecotti, c'è anche "la campagna mediatica in atto sui principali canali televisivi nazionali, dove il lupo viene sistematicamente descritto come una minaccia crescente. Una narrazione costruita, che non sembra affatto casuale e che rischia di alimentare timori infondati, distogliendo l’attenzione dalle reali esigenze dei territori".

Il risultato è un declassamento pasticciato che si propone di cavalcare l'onda mediatica senza proporre reali soluzioni in favore della coesistenza: "Anche qualora lo status venisse modificato, il lupo rimarrebbe comunque una specie protetta, e lo Stato continuerebbe ad avere l’obbligo di garantirne uno stato di conservazione soddisfacente, come previsto dalla normativa europea. Vale la pena ricordare che già oggi, con l’attuale quadro legislativo, è possibile intervenire in modo mirato sui casi davvero critici, peraltro rari e circoscritti, sui quali troppo spesso le regioni perdono tempo prezioso, lasciando degenerare situazioni che potrebbero essere gestite con tempestività".

Il sostegno di Bruzzone (Lega): "Vicinanza agli allevatori"

Il provvedimento ha potuto contare sull'appoggio deciso della maggioranza di governo, e le motivazioni sono state esplicitate in Aula dal deputato della Lega Francesco Bruzzone, già proponente di una riforma della legge quadro sulla caccia, poi abortita e ripresentata con la firma proprio dei partiti che sostengono Meloni.

"Manifestiamo vicinanza ai nostri allevatori, anche quelli non professionisti, non ce la fanno più – ha detto Bruzzone – Il lupo è in forte aumento è sta creando un impatto non da poco". E aggiunge: "Questo è l'atto finale per la gestione, non per gli abbattimenti indiscriminati. Dobbiamo andare a individuare le aree dove questo animale può stare, che non possono essere quelle dove l'uomo lavora, cura la terra, e fa allevamento. Le aree non vocate alla presenza del lupo sono anche le aree abitate. I lupi rimangano in determinate aree, ma dove l'uomo fa determinate attività non ci può stare. La misura votata oggi va in questa direzione".

La denuncia di Evi (Pd): "Decisione antiscientifica"

Ad opporsi è stato il Partito Democratico, come ha sottolineato la deputata Eleonora Evi: "Abbiamo votato contro questa decisione, che riteniamo non basata sulla scienza e frutto di paura e propaganda alimentate dalla destra. TV e giornali, nell’ultimo periodo in particolare, hanno contribuito ad aumentare questa narrazione e le relative polarizzazioni".

Contro il declassamento del lupo già in sede europea si sono espressi il gruppo di lavoro di IUCN Large Carnivore Initiative for Europe, e le associazioni scientifiche di tutela della fauna selvatica: "Le decisioni dovrebbero essere prese sulla base di dati scientifici, concreti e la priorità dovrebbe essere quella di fare informazione corretta sulla cultura della convivenza. Convivenza che non è un miraggio se pensiamo alle esperienze positive di coesistenza come l’attività associazione di allevatori DifesAttiva che insegna ad allevatori come proteggere animali allevati al pascolo con i cani da guardiania. E’ dunque provato che i ricoveri notturni, recinzioni e cani da guardiania di fatto azzerino le predazioni del lupo. E quando queste avvengono servono ristori rapidi e congrui".

"La priorità di chi fa politica dovrebbe essere quella di trovare le giuste soluzioni a problemi complessi e non di fare propaganda e alimentare paure contro un animale come il lupo che è un bioregolatore fondamentale e che regola, ad esempio, un’altra specie particoalrmente osteggiata come i cinghiali".

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