UN PROGETTO DI
12 Novembre 2025
19:07

Decine di cuccioli di riccio ricoverati al Cras di Genova: rischiano di morire a causa delle temperature

A Genova decine di cuccioli di riccio nati fuori stagione arrivano al Cras dell’Enpa. Senza l’aiuto dei volontari non sopravviverebbero al freddo e alla scarsità di cibo.

Immagine
Al Cras gestito dall’Enpa di Genova stanno arrivando decine di cuccioli di riccio in difficoltà

Decine di cuccioli di riccio in difficoltà stanno arrivando al Cras di Genova gestito dall'Enpa. Quelli che nascono a ridosso della stagione sbagliata però hanno molte meno chance di sopravvivenza rispetto ai fratelli venuti al mondo quando le temperature sono più miti e le risorse più abbondanti.

Il risultato sono tanti piccoli ricci, di appena 40 grammi e non ancora svezzati, che finirebbero col morire da soli di stenti se non fosse per l'intervento dei volontari.

I volontari: "Arrivi tardi ci ricordano l'imprevedibilità della natura"

Con un post pubblicato sulle loro pagine social, il Cras gestito dall'Enpa di Genova ha denunciato un fenomeno sempre più frequente in Italia negli ultimi anni: sempre più spesso i ricci partoriscono nella stagione sbagliata, troppo a ridosso dei mesi freddi. Questo causa seri problemi ai piccoli che si trovano esposti non solo ai consueti rischi che interessano ogni neonato, ma anche a quelli dovuti alle temperature rigide e all'assenza di cibo.

Il risultato è un numero di ingressi record all'interno dei Cras, i Centri di recupero per animali selvatici. Un boom che in provincia di Cuneo ha portato il Centro La Ninna, specializzato proprio in ricci, a pubblicare un offerta di lavoro a causa della necessità di più personale.

Anche a Genova la situazione è seria: "Quest’anno al nostro Centro sono arrivati diversi giovani ricci (Erinaceus europaeus) nati molto tardi, alcuni venuti alla luce addirittura a ottobre inoltrato. Questi arrivi tardivi ci ricordano quanto la natura sia imprevedibile: i ricci possono avere più cucciolate nella stessa stagione, ma i piccoli nati troppo tardi rischiano di non avere il tempo e le risorse per prepararsi adeguatamente all’inverno. Le temperature che si abbassano e la scarsità di cibo rendono infatti difficile per loro accumulare il grasso necessario per affrontare l’inverno".

Per questo motivo, gli operatori del Cras ricoverano i piccoli e danno loro le risorse necessarie per essere liberati in primavera, una volta che la stagione più fredda è conclusa. "I più piccoli resteranno invece in struttura, al caldo e sotto costante monitoraggio, fino alla primavera, quando le temperature e la disponibilità di cibo consentiranno loro di essere liberati".

"L’arrivo di questi piccoli (30 esemplari attualmente in degenza, mentre la media invernale era di 10-12 gli scorsi anni) comporta però anche un consumo straordinario di cibo e risorse, insolito per il periodo, proprio quando i consumi dovrebbero ridursi", sottolineano dal Cras.

I ricci nascono sempre più spesso nella stagione sbagliata

Questi parti fuori stagione potrebbero essere determinate dalle temperature particolarmente miti sempre più comuni in autunno. Il periodo di massima attività riproduttiva del riccio solitamente è tra giugno e luglio, ma qualche volta si arriva anche a settembre.

Ultimamente, però, le femmine vengono "ingannate" dal meteo e arrivano a partorire anche a ottobre inoltrato, quando le risorse per il sostentamento di mamma e dei cuccioli, in media dai 4 ai 7, sono ormai agli sgoccioli. La madre non fornisce quindi le risorse ai suoi piccoli per affrontare il lungo inverno in tana, i ricci sono infatti tra gli animali che vanno in letargo.

In soccorso dei piccoli abbandonati a loro stessi intervengono però i volontari dei Cras di tutta Italia.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views