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Un raro avvoltoio monaco visibilmente in difficoltà è stato recuperato nella Valle Varaita, nel piccolo comune cuneese di Sampeyre. Il rapace, arrivato dalla Spagna e riconosciuto grazie all’anello identificativo che portava alla zampa, è stato tratto in salvo dopo giorni di permanenza nella zona. Debilitato, visibilmente affamato e disorientato, ha attirato l'attenzione di residenti e Carabinieri Forestali per giorni, che hanno subito segnalato l'animale al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo.
Il primo tentativo di recupero, avvenuto il 31 maggio, era stato però vano, poiché l'avvoltoio era ancora in grado di spiccare brevi voli. Ma quando ormai era esausto, domenica scorsa, è stato prontamente catturato e portato in salvo dagli operatori del CRAS. Al momento del recupero pesava appena 4,4 kg, molto al di sotto della media per una specie tra le più grandi d'Europa e che può superare anche i 12 kg. Un segnale allarmante, indice di un digiuno prolungato e di uno stato fisico ormai compromesso.
Chi è l'avvoltoio monaco

L'avvoltoio monaco (Aegypius monachus) è uno dei più imponenti rapaci presenti in Europa. La sua apertura alare può infatti arrivare fino a ben 295 cm. Come tutti gli altri avvoltoi è una specie necrofaga e si nutre quindi solo di carcasse. Svolge perciò un'importante funzione igienico-sanitaria negli ecosistemi in cui vive, contribuendo a ridurre la diffusione di parassiti e malattie e alla decomposizione naturale dei resti animali. Nonostante la sua imponenza, questa specie è però considerata "Quasi minacciata" secondo la Lista Rossa dell'IUCN.

Le principali minacce includono la perdita di habitat, l'avvelenamento da farmaci veterinari presenti nelle carcasse degli animali allevati e le collisioni con linee elettriche e pale eoliche. La sua sopravvivenza, come quella di quasi tutte le specie di avvoltoi, dipende quindi fortemente da progetti di conservazione e dalla cooperazione internazionale tra istituti di ricerca, associazioni, centri di recupero e comunità locali. Come grifoni, capovaccai e altri avvoltoi, questi uccelli fanno infatti sempre più fatica a trovare animali già morti da mangiare.
Un giovane individuo in difficoltà arrivato dalla Spagna

Si tratta quindi di un recupero importate, reso possibile grazie alla collaborazione tra il personale del CRAS, i Carabinieri Forestali e il direttore sanitario del Parco Naturale Alpi Marittime Arianna Menzano. Una volta arrivato alla struttura di Bernezzo, il rapace ha ricevuto subito le prime cure e, con sollievo dei veterinari, ha iniziato presto a mangiare in autonomia già dopo poche ore. Questa specie non nidifica più in Italia ormai da molti anni, ma come altri avvoltoi è in grado di coprire enormi distanze in volo in poco tempo.

Provvisto di un anello identificativo applicato dagli ornitologi in Spagna, è stato subito riconosciuto come appartenente a un progetto di conservazione gestito direttamente dal Ministero dell'Ambiente spagnolo. Si tratta probabilmente di un giovane individuo in dispersione e alla ricerca di territori favorevoli in cui insediarsi. Il suo recupero, è la prova di quanto sia cruciale la collaborazione internazionale per tutelare questa specie. Il CRAS di Bernezzo continuerà a occuparsi di lui fino a quando non sarà pronto per tornare a volare in natura.